IL BLOG

Questo Blog ha lo scopo di cercare di fare ridere (o almeno sorridere) in un campo, quello del calcio Bolognese, ormai troppo serioso e di riportarvici un po' di satira e di autoironia tipiche della tradizione di quella Bolognesità ormai assopita.

È un mezzo per esprimere la propria creatività ed è aperto a tutti quelli che ne vorranno fare parte. Basta avere due credenziali:
- tifare Bologna
- sapere fare ridere.

Quindi non ve ne abbiate, cari calciatori, dirigenti, giornalisti (del Bologna, ma anche Avversari) se ogni tanto Vi prendiamo in giro.

Se non ci fate sorridere lasciate almeno che ci proviamo noi!!

FORZA BOLOGNA SEMPRE!!!

giovedì 23 dicembre 2010

Il Concerto- Bolothon

Darioz, appena reduce dal successo mediatico del PROGETTO BRISA viene scritturato dal BFC per la rassegna Bolothon .Sarà una corsa contro il tempo alla ricerca di strumentisti e denari dentro il Forum Rossoblu di cui tutti noi creatori del Bologna Soccer siamo Figli .
Parodia del trailer del film '' Il Concerto ''

lunedì 20 dicembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Parma

Ho espresso un desiderio. Che è stato esaudito. E così anche da un apparentemente monotono zero a zero a volte può nascere una giornata tremendamente bella. Ci sono giorni che possono essere importanti  al di là del risultato risvegliando l’entusiasmo come solo due moche di caffè la mattina sanno fare. Perché questo 19 Dicembre  con le sue novità sembra nascondere nei fondi del caffé un futuro in cui le sorprese lasciano spazio alle certezze. Ecco commenti e voti di mezzo pieno mezzo voto ai giocatori del Bfc 1909 a Parma.
VIVIANO 6,5 Il Biojinov non si sblocca e glieli tira tutti in bocca
MORAS 6,5 Dalla parte sua aspetta il nipote di Brunetta
PORTANOVA 6 Ricomincia il suo tran tran contro il nonno dell’Hernan
BRITOS 6,5 Su ogni palkla non indugia e lavora di grattugia
MORLEO 7 Va Giovinco per Candreva e Archimede gliela leva
CASARINI 6+ Sfida Gobbi nel Tradini. Parmigiani Juventini
DELLA ROCCA 6+ Tempi giusti e convinzione senza rompere il Morrone
EKDAL 6,5 Nella terra di Lunezia la bandiera della Svezia
RAMIREZ 7 Con il tacco e con la suola manda i Parmigiani a scuola
MEGGIORINI 6- Tanta flemma e poca fretta non abbassa la paletta.
DI VAIO 5,5 all’annuncio di Intermedia il divano si fa sedia.
BUSCE’ 5,5 Come un pomodoro in strada è più schiacciato di una piada.
GIMENEZ s.v. Non imprime la sua orma. Forse era fuori forma.
MALESANI 5,5 A congelar come pinguini si fan gcambi un po’ Tardini
ZANETTI 9 A salvarci lui s’adopra. Segafredo che si copra.
La lunga notte insonne dei rossoblù èn terminata. Ora possiamo riposare per vivere i giorni che verranno con l’interesse che meritano. Giorni caldi e intensi come una buona tazza di caffè. Un saluto rossoblù da Darioz.

giovedì 16 dicembre 2010

BABBO BOLOGNA

Non tutti sanno che Babbo Natale è un gran tifoso del bologna .
Come ogni anno fa il tour dei ''pochi'' centri commerciali di Bologna con il nome di Babbo Bologna ad ascoltare e realizzare (sempre piu' a fatica ) i desideri dei piccoli tifosi rossoblu.
Ma quest'anno pure lui ha somatizzato le disgrazie societarie e la sua nota bonarietà è stata sostituita da freddo cinismo e puro sarcasmo

martedì 14 dicembre 2010

TIRA MOLLA

Ho visto un…

Facciamola corta. Del Milan tanto non parlo. Ma da un noto Milanese, Jannacci, prendo spunto. A volte è proprio facile parafrasare capolavori per il Bologna. Sembrano fatti apposta per noi. Ho visto un re? Non esattamente...

Ho visto un...

Dai dai, Molla, su...ah be’, sì be’, ah be’, sì be’....
- Ho visto un sard.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un sar-do!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…
- Un sard, che piangeva da dietro d’una sbarra
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche Marras!
- Povero sard!
- E povero anche Marras!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- e il Geometra, che gli han scoperto
un bel milon de debit...
- Ohi che gran gancio!
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Il Geometra !
- E povero anche il bilancio!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…
- Il Monsignore piangeva, faceva
un gran baccano, chiedeva una man forte.
- La mano di chi?
- La mano del consorte!
- Povero Vesc!
- E povero anche Consorte!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- e l’impresa edile che si è portata via
un po’ di conso-li-dato...
- Oh pover fisco!
- ...di 6 e 6 che lei ce ne ha.
- Ma che scalogna!
- E povero anche il Bologna!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- Ho visto un fular...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto una Foularda! Una sciura!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…
- Alla tv lei lacrimava sul suo calippo
ed ogni go, ed ogni goccia andava...
- Deren't al calippo?
- Si`, che tutto l'annacquava!
- Povra Foularda!
- E pure il fido Pippo!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- Il vescovo, il sardo e il papà
l'han mezzo rovinata
le han portato via
tre monclair e il diritto alla menzogna
di trentadue che lei ce ne ha.
- Povra Foularda!
- E povero anche il Bologna!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- Ho vist un tifous.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un tifoso!
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…
- Il vescovo, il sardo, la sciura e il Geometra,
persino l’impresa edile , l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la gioia
un bel pezzo di storia
la speranza
il tamburo
lo striscione
la libertà con una Tessera
il calcio pulito
e anche la memoria!
- E po`, cus'e`?
- Gli hanno dato Zenoni e dopo Moggi
gli hanno portato anche il maiale...
- Pover Porcedda!
- Nel senso del maiale...
- Ah, be’, si` be’, ah be’, sì be’…

- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'e`, matt?
- No!
- Il fatto e` che noi tifous...
Noi tifous...

E sempre allegri bisogna star
che il nostro piangere fa male al sard
fa male ai Menari e al cardinal
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna star
che il nostro piangere fa male al sard
fa male ai Menari e al cardinal
diventan tristi se noi piangiam!

lunedì 13 dicembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Milan




Al Dall’Ara salta l’atteso derby Paperopoli Topolinia. Ci sono Gastone e Archimede da una parte ma manca Pippo dall’altra, infortunato lungodegente. Non manca invece la banda Bassotti vestita da terna arbitrale la cui presenza risulta tanto fastidiosa quanto immotivata . Anticipo un voto: Rocchi quattro. In fondo ho sempre tifato per Ivan Drago. Ecco ora gli altri commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Milan.
VIVIANO 6 In assenza di Bugs Bunny ci son altri a fare danni.
ESPOSITO 5 Molto spesso in confusione contro l’Ibra Svicolone
MORAS 5,5 Mi sembrava un poco cotto il nostro Greco spennacchi otto.
BRITOS 5 Super Pippo oggi non svetta senza la sua spagnoletta
MORLEO 5,5 Nella squadra che si siede non c’è il genio di Archimede
BUSCE’ 5 Non è in forma, lo si sa Totò Dinamite Bla
CASARINI 5,5 Sotto porta il Casarino è più sfighé di paperino.
DELLA ROCCA 5 Fa fatica a tener botta una giovane marmotta.
MUDINGAYI 5,5 Dei fantastici qui in rosa Mudingayi per noi è la cosa
RAMIREZ 5,5 Da Gastone quel che voglio è che ritrovi il quadrifoglio.
DI VAIO 5 Tira un penalty da polli. Vince Benji contro Holly.
EKDAL 5,5 Come Alan Ford è bello e ci sta proprio per quello.
MEGGIORINI 6 Rockerduck ha il cranio duro e tira le testate al muro.
GIMENEZ s.v. Confusione e tanta foga il novello Paperoga
MALESANI 5 Era meglio cambiar look almeno oggi, superciuck.
PORCEDDA 2 Timmy e Tommy, è un giorno cupo arriva Ezechiele Lupo
La partita vera si gioca ora sul tavolo delle trattative. Il Bologna resterà nelle mani di FIlo Sganga, Brigitta e di Babe maialino coraggioso o arriverà davvero Zio Paperone a smuovere le acque?
Un saluto rossoblù da Darioz.

venerdì 10 dicembre 2010

"Canzone per Sergio"

PROGETTOBRISA si limita per la prima volta a produrre il video di una canzone sinistramente profetica che già nel 1977 rivelava cosa sarebbe successo al Bfc 1909 indirizzandosi al presidente Sergio Porcedda.

IL SOCCIO

A grande richiesta riproponiamo una parodia di Aprile sulla cessione del Bologna .
Dopo l'atto di vendita pubblicato dal quotidiano la Repubblica , bisogna ammettere che la realtà ha superato la finzione

giovedì 9 dicembre 2010

TIRA MOLLA

Ti stai sbagliando, chi hai visto non è…
Non è Francesca…

Se portava bene poooi, no non può essere leeeei…o era Se c'era un uomo poi, non non può essere lei...? Mah. Francesca…
Che uomo. Battisti.

Bologna-Chievo. Mercoledì 8 dicembre 2010.
Immacolata concezione. Francesca Menarini. E’ in tribuna.
Scusate, oggi la punteggiatura la metto un po’ come viene. Che se viene non è più immacolata. La Menarini. O la concezione? Boh.
Non sarà un caso. E nemmeno un’avventura. Francesca. Che uomo. Battisti.
No non può essere lei.

Stranamente non nevica, non c’è il terremoto e le locuste non si fanno vive. Ma visto che si faranno vive le piattole, ci troviamo alle 12 e 30 in bocciofila. Sempre prima. Col Milan la proposta è di fare la lunga da sabato notte. Siamo tutti molto felici. A Bologna si respira da un po’ quella bella serenità che ti fa stare tranquillo. E nella notte si è sparsa la voce che i Menarini restituiscono la refurtiva e vanno avanti. La preoccupazione c’è. Pacciani è morto e un altro ds così si fa fatica a trovarlo.
Verso l’una si va ad aspettare la squadra. Siamo meno di quando nevicava, ma siamo lì. Vengono diffusi in maniera carbonara i testi dei nuovi cori. Quelli per le piattole. E devo dire che a sto giro i creativi con la sciarpa si sono superati.
La squadra arriva, passa fra le due solite ali di folla ed entra. Noi a quel punto ci spostiamo. Verso la tribuna. Arriviamo davanti all’ingresso. Siamo in 300, più o meno. Coincidenze, sempre quelli, vedi precedente racconto.
L’entrata è ovviamente presidiata. Ed è giusto. E’ giusto che noialtri se lanciamo un coro contro Maroni, o facciamo vedere le chiappe, o accendiamo una torcia, becchiamo il Daspo, e quelli lì abbiano la scorta. Voglio zio Michele patron, a questo punto.
La protesta è a voce alta, rabbia e parecchia ironia. Premio oscar a un coro molto particolare, che non riporto qui, perché sono una persona fine, cari pezzi di merda. Ma che disastro io mi maledico, ho scelto te, una donna, per amicO. Tanto per ribadire. Francesca. Che uomo. Battisti.

Si sta lì, insomma, a manifestare il leggerissimo dissenso nei confronti della Sacra Famiglia che governava e governa e forse governerà il nostro Bologna, poi torniamo in boccia. Che tanto si è capito. E tanto, le piattole, non ce le fanno nemmeno avvicinare.
Poi si entra. Ai tornelli assisto a una delle più belle scene degli ultimi 10 anni. E anche qui ritorna prepotentemente in ballo la storia sulla giustizia. C’è chi ha problemi seri per due canne. E chi è protetto per 6 milioni e mezzo. Bene. Per fortuna qualcuno risponde a tono. Ed è proprio quella risposta che andrebbe stampata a lettere di fuoco sulle pareti dello stadio. Ma qui no.
Andiamo avanti.
Poco prima dell’inizio ci arriva la conferma. I Menarini sono in tribuna, e non è che stanno buoni. Pontificano. Dichiarano che quando parleranno, quando sveleranno la verità, tutti i tifosi si dovranno ricredere. Sono dei santi. Preferivo martiri, ma son gusti personali.
Tu sola sai se è vero o no che credo in dio. Francesca. Che uomo. Battisti.
I ragazzi in campo ce la mettono tutta, sono davvero commoventi. E noi sugli spalti ci mettiamo quel che ci resta. La nostra passione, la nostra dignità, le ultime energie. Intervallando il sostegno alla squadra con cori dedicati ai 2 lassù sulle tribune. I Santi. Che in genere, i santi hanno un pregio. Quello di essere trapassati, ma son dettagli.

Si dice che il Bologna ha bisogno di un centravanti di peso. Non è vero. Ce l’ha, fa il difensore e si chiama Britos. Che segna il primo gol. Esultanza enorme, di nuovo esaltati, di nuovo i cori a quelli là.
All’intervallo si chiacchiera, si commenta. E si decide di restare a fare i cori e basta. Se qualcuno ha voglia di fare di più, avanti, si accomodi.
Il Chievo è una squadra simpatia.
Da sempre.
A me sta simpatico come i Menarini.
I pandorini bussano come fabbri ma vigliacca la volta che beccano un cartellino. E alla prima occasione, a inizio secondo tempo, in simpatia, segnano il pari. Con Cesar, l’ennesimo carneade che ci fa gol.
Scoramento. Ma oggi abbiamo la fortuna che quando siamo tristi sappiamo cosa cantare. Parte forte il consiglio di andare a far qualcosa. A quelli là.
I ragazzi in rossoblu continuano a macinare, indemoniati, con una grinta terrificante, con rabbia. Come se quelli là, i Santi, non li pagassero da mesi. Per dire.
Poi il Chievo vien giù la seconda volta. E qui in un secondo ripercorro tutte le beffe targate Squadra Simpatia degli ultimi 17 anni. Ma per fortuna Viviano fa Viviano. Cioè il fenomeno.
Minuti finali, arrembaggio. Nostro, sotto la splendida Andrea Costa.
La palla non entra, Cesar, sempre lui, che speriamo goda di ottima salute sempre, salva sulla linea.
Manca un niente. Angolo. Di Vaio la dà a Moras, Moras sembra Baggio e gliela ridà.
Di Vaio. Tiro….

Sono attaccato alla balaustra, ho fatto 10 metri surfando in sospensione su gente aggrovigliata e con le lacrime agli occhi, tripudio. Vado verso la tribuna, così mi sfogo anche.
Tutta la squadra è sotto la curva, anche il mister, emozionatissimo. Una gioia immensa, un groppo alla gola. Siamo belli, vivi, noi sui gradoni, loro in campo. Con due palle così. Vittoria.
Tu chiamale se vuoi, emozioni. Francesca. Che uomo. Battisti.
Altri cori per ribadire i concetti espressi sopra. E’ finita, abbiamo vinto.
Ripasso in bocciofila, poi mi avvio verso casa.
Accendo l’autoradio. Civolani sta svelando che Porcedda si deve vergognare. E’ lui il colpevole. E si ferma lì. Che sennò gli tocca dire che pare che Bruto c’entri qualcosa con la morte di Cesare.
Mah.
Ci metto un po’ a tornare a casa.
Il traffico è lento nell’ora di punta. Francesca. Che uomo. Battisti

mercoledì 8 dicembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Chievo
Il mulo è un incrocio fra un asino e una cavalla. Quindi oggi contro il Chievo è praticamente un derby fra la squadra degli asini che volano e la squadra dell’incrocio fra un asino e una cavalla. Vincono i muli, cocciuti fino in fondo tanto da raggiungere il successo all’ultimo tuffo. Ecco commenti e voti ai veri muli rossoblù scesi in campo e anche a quelli in tribuna contro il Chievo
VIVIANO 7  Nega il goal a Marcolini. Vaffanmulo ai Menarini.
ESPOSITO 6+ Qualche utile chiusura. Presidenti spazzatura.
MORAS 7 Sforna l’assist del successo. Io vi penso sempre al cesso.
BRITOS 7 Uruguagio cannoniere. Han la faccia che è un  sedere.
MORLEO 7,5 Instancabile martello. Affanmulo voi e il porcello.
PEREZ 6,5 Dà sostanza el ruso DiegoIo dei porci  me ne frego.
MUDINGAYI 7 E’ una ruspa Mudingayi, state a casa che c’è sky
DELLA ROCCA 6,5 Oramai è fondamentale. Salutateci il maiale.
EKDAL 6,5 Prova a dare geometria. Menarini andate via.
GIMENEZ 6 Corre sempre come un pazzo. Esultate su sto… gollazzo.
DI VAIO 9 Ormai da santificare. Fate solo vomitare.
CASARINI 7,5  Gli cancellano la gioia. Avete rotto porca troia.
SILIGARDI 6,5 Spinge i nostri all’arrembaggio. Il vaffanculo era un assaggio.
MEGGIORINI 6+ Movimenti molto buoni. Vi levate dai coglioni?
MALESANI 8 Ha motivato i giocatori. Vaffanmulo ai costruttori.
FRANCESCA MENARINI 10 Sulla sedia tutti abbraccia e lei ci mette la sua faccia.
PORCEDDA 10  Non ha i conti proprio a posto. La dichiaro in girarrosto.
CAZZOLA 10 In pizzeria dal Sabatone ordiniamo un bel cazlzone
RENZO MENARINI 10 Con la banca si sfidanza per cacciare la finanza
CONSORTE 10 Intermedia scende in pista Inter merda a chi è Interista  
DARIOZ 0 Ai presidenti che ho scordato chiedo scusa sconfortato.
 La mulattiera imboccata da giocatori e squadra è quella giusta, il sentiero imboccato da chi guida pare invece pieno di sorpresine da scavalcare ed evitare. Attenti a dove mettete gli zoccoli e le zoccole.
Un saluto rossoblù da Darioz.

TIRA MOLLA


300

Il mattino ha il colore del destino, grigio e incerto, l’odore della leggenda, impalpabile, ma inebriante.
E’ quasi l’undicesima ora del Nuovo Giorno, quando arrivo nel piazzale dove parte la spedizione.
Le falangi sono già pronte e schierate, c’è qualche narratore sparso e una manciata di opliti della sicurezza. Per l’arruolamento degli ultimi arrivati vengono aperte due casse apposite, alla faccia della spedizione vietata dall’Osservatorio degli Dei Maroni.
E se qualcuno aveva un dubbio sul fatto che questo manipolo dalle vesti rossi e blu consunte avesse le palle e partisse, è servito. Si va.
La destinazione è nota. 
Le Cesenopili.
Mi accodo a Leonidak e alla sua corte, salgo nel vagone reale, con me tanti volti noti. Anzi, quasi tutti volti noti, veterani. Gente che negli anni ho visto ovunque, a Genova, Udine, Torino, Firenze, Tebe. Ma soprattutto a Troia. Porca, in genere.
Il convoglio si muove, lentamente. Attraversiamo territori piatti e uguali, l’attesa si palpa come bruma densa, negli occhi di ognuno si legge la storia. E anche un lievissimo livello di thc.
A Castello di Santo Pietro, qualcuno ricorda che nella notte la terra ha tremato, da queste parti. Ci guardiamo con la consapevolezza che in genere il nostro esercito, quando si schiera così compatto e unito, deve fare i conti con qualche piccolo inconveniente. La neve, una settimana fa. Il terremoto, oggi. Il consiglio degli anziani dice che l’oracolo dell’Andrea Costa da tempo si è pronunciato: il paradosso di Achille e la tartaruga fu scritto per noi. Noi non la raggiungeremo mai, la tartaruga. Solo che quel paradosso lo scrisse Zenone. Noi abbiamo visto Zenoni. Insomma. Abbiamo sfiga. In eterno.
Ad ogni sosta, le vedette scrutano le campagne, gli angoli bui, abbiamo comunicato ai nemici tutto il percorso, sarebbe cortesia farsi vedere. Nulla.
Arriviamo al passo delle Cesenopili verso l’ora del pasto primario.
Gli opliti vestiti di blu ci mettono su comodi veicoli arancio. Cromaticamente bello, l’accostamento. Il cocchiere frusta, i cavalli si muovono. Alla pugna, alla punga. Pugnat, commenta il mio vicino di posto.

Giungiamo alla piana del tempio Manuzzo. Siamo belli, convinti, ognuno rivede riflessa negli occhi dell’altro la forza, l’onore, la tradizione.  
Leonidak sale su un piccolo rilievo e ci arringa. Questa è Bologna!, urla, E quello, bè, ma quello è un piadinaro…
Lo seguiamo tutti al chiosco per cibarci.
Passano i minuti, le ore, i meno forti soccombono e mostrano la carta dell’ostracismo, la chiamano Tessera. Entrano. Restiamo noi. In 300.
Anzi. I 300.
I più pugnaci chiamano il nemico. Che alla pugna, bisognerebbe essere in due, a regola.
Il nemico si dice confuso, deve consultare gli aruspici, gli oroscopi, le interiora dei polli Amadori. E poi la domenica le farmacie, anzi le pharmacie, son chiuse e il dissenten scarseggia. Non si fanno vivi, siamo a casa loro, li aspettiamo, e loro niente.
Solo le Weiss Serse Brigaden mostrano un timido segno di solidarietà, restando fuori dal tempio Manuzzo.
Noi ci avviciniamo agli ingressi, gli opliti ci sbarrano il cammino, si aspettano che cadiamo in trappola. Rimarranno delusi.
Un messaggero ci porta la notizia. Di Zeus. Gol.
Fiaccole votive si accendono, i cori di battaglia partono forti e ben scanditi. Gli opliti ci osservano meglio, non ci capiranno mai. Ma sono abituati. A non capire, dico.
Restiamo lì, compatti, uniti, non ci smuove nessuno. Si intonano nuovi canti, l’acquavite ci dà la forza per ballare.
Di nuovo il messaggero: Britosmennene. E sono due. Ora è una bolgia. L’accampamento risuona delle voci di migliaia di guerrieri rossoblu caduti con onore. L’Ade ci ributta su le loro anime, facciamo festa insieme.
Nel tempio Manuzzo la popolazione locale è muta. La loro disfatta è totale. Vent’anni, hanno aspettato. Per perdere e fare una delle più misere figure che possano ricordare i saggi dell’Acropoli.

Si odono tre fischi lontani. L’esultanza di Bologna è piena.
Ma non è finita.
Una vedetta grida I Britanni, I Britanni!
Partiamo.
Finiti i Britanni.
Però han fegato, commenta qualcuno.
Gli opliti blu partono alla carica. Non un passo indietro ordinano Leonidak e i suoi generali. Resistiamo senza paura. Vola qualche colpo sparso. Gli opliti gliela danno poi su, che non è mica il caso.
La folla esce dal tempio, ci scorre davanti e ritorna a casa. Noi restiamo lì, nella piana, imprigionati sui carri di ritorno.
Gli opliti narrano di un imminente attacco dei Pers-cesenati. Sì, di cagotto, suggerisce il generale Daddauro da Mileto.
Arriviamo al convoglio del ritorno alla settima ora della sera. Altro sbarramento. Inconcepibile. Ci siamo solo noi. La nostra gioia, il nostro orgoglio.
Paperiade da Salamina dibatte furiosamente con l’oplita più alto in grado. Io pure. Si aggiunge la vestale Giusicaa da Cnosso. Che pronuncia la formula magica. Va bene, dice, allora adesso informiamo i narratori del popolo mediatico. Magicamente il convoglio è nostro. Si parte. Ma prima ancora fiaccole, canti. E alla fine, spargiamo sale.
Cesenopili è sconfitta, caduta. Nostra. Non esiste più.
La storia siamo noi.
Bologna ci accoglie con la sua notte, il freddo, ma nessuno lo sente.
Le truppe rompono le righe solo dopo aver di nuovo marciato per le vie della città.
E mercoledì, cazzo, si ricomincia. Che il demone Daspo ci stia lontano.

lunedì 6 dicembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Cesena
La squadra non percepisce stipendio ma al Manuzzi va in scena una gara da premio produzione.  Il Cesena, a pezzi sotto i colpi della catena di montaggio rossoblù, finisce montato come uno scaffale dell’Ikea. I giocatori del  Bologna rispondono sul campo mostrandosi compatto quanto i propri tifosi che li vedono addirittura fare gli straordinari. Ecco giudizi e voti alla squadra di mezzo pieno mezzo voto nel derby trionfale di Cesena.
VIVIANO 7  Cesenate ti consolo. Noi i fatti e te Parolo.
ESPOSITO 6,5 Per tenermi bello caldo prendo Giaccherini in saldo
MORAS 7 Con suvlaki e squacquerone una bella indigestione.
BRITOS 8 Dopo oggi esporterai la Piadina in Uruguay
MORLEO 6,5 Manca Rubin? Fa l’ìstess, gioca il transmorleo express.
BUSCE’ 7+ Nagatomo Kurosawa Giapponese ad Okinawa.
PEREZ 7 Prendei il giallo il nostro uomo ma non nera Nagatomo.
MUDINGAYI 7,5 L’uomo nero giusto è qua. Gli altri sono andati Appiah.
DELLA ROCCA 7 C’è Schelotto col ditino e ne fa un uso sopraffino
RAMIREZ 7,5 Non concede mai sbadigli contro Budan e i suoi figli.
DI VAIO 8 Lauro cerca il fallo duro e lo trova faccia al muro.
MEGGIORINI 6,5 Acqua alta in curva mare il suo cross li fa affogare.
CASARINI 6,5 Entra nel momento giusto per poi ridere di gusto.
MALESANI 8 Al collega Ficcadenti glielo ficca non nei denti
MENARINI 1 Prima fila del Manuzzi, solo qui fanno gli struzzi
PORCEDDA 0 Ci fottiam tutti il bagnino, Sia in Romagna che a Stintino.
TIFOSI 10+ Dalla neve a far pupazzi a godere come pazzi.
Ora che il personale ha mandato il messaggio ci si aspetta che l’Azienda risponda. I tifosi hanno mostrato quello che valgono, i giocatori hanno mostrato quello che valgono. Anche i proprietari  hanno mostrato quello che valgono, proprio per questo, loro, è bene che cambino lavoro. Noi no.
Un saluto rossoblù da Darioz

LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA


sabato 4 dicembre 2010

"Il solito cesso" di Gazzè Demuli BRISA

Certe vicende paiono segnare per l'eternità chi le subisce. Proprio quando sembrano termninate ritornano, si ripropongono, ti sfiniscono, mettendo a dura prova la tua fede calcistica che però non crollerà mai, ormai temprata da anni di militanza rossoblù. A tifare Bologna non ci si annoia mai.

venerdì 3 dicembre 2010

Il primo Tragico Bolognozzi

Il tifoso del Bologna non è certo  Fantozzi, ma fantozziano è quello che capita ormai da troppi anni alle sorti rossoblu.
Diceva Mingardi in una sua canzone ''sono cosi sfortunato che se mi casca il pistullo mi rimbalza nel cullo '' , le sorti del Bologna sono talmente pregne di sfortuna che se un'' magnate '' russo comprasse  il Bologna succederebbe come nel video ....fantozziano appunto

mercoledì 24 novembre 2010

TIRA MOLLA

Inferno

Facciamo così. Prima parliamo della partita di domenica scorsa, che ci metto poco, poi andiamo sul resto.Dunque, Napoli-Bologna. 4 a 1. Ed è di gran lunga la cosa migliore di questi giorni, tanto per dare l’idea. Il Bologna va a Napoli in piena tempesta, coi giocatori senza stipendio, il banco saltato, la concreta paura di fallire a brevissimo. E i punti di penalizzazione già virtualmente in groppa. I tifosi si stringono attorno alla squadra, e fanno bene. Ma servirà? Che effetto avrà tutto questo sui calciatori? Nessuno, sentenzia un mio amico. Vedrai, giocheranno sereni.
Infatti. Dopo 2 minuti c’è un calcio d’angolo del Napoli, cross in mezzo, dal labiale di Garics si capisce perfettamente la frase “Vè come sono sereno, problemi zero”. Alle sue spalle Maggio, che probabilmente non è sereno, ma salta, la inzucca dentro.
Dopo in effetti il Bologna un po’ ci prova, ma poi parte un pallone lungo, alto, Britos anticipa Cavani in rovesciata urlando “Se non mi pagano gioco meglio!” La palla resta lì, allora il nostro centrale va di nuovo in sforbiciata e stavolta grida “Son concentratissimo!” Cavani prende la palla, la mette in mezzo, Hamsik tira, Garics, serenamente, la devia in gol.
Nel secondo tempo entrano Meggiorini e Siligardi. Per dare la scossa. Due minuti, angolo per il Napoli, rasoterra, 2 passaggi in piena area, la nostra difesa osserva con un certo interesse l’azione degli avversari, poi Rubin dice “Tranquilli, che io ho fiducia in Porcedda”, Hamsik, dietro di lui, sulla fiducia insacca. I cinni danno la scossa, in effetti, giocano benino, e facciamo pure il 3 a 1 con Meggiorini. Poi il Napoli spinge di nuovo un po’, Buscè lascia andare sul fondo Sosa perché l’irpef non conta, palla in mezzo, Britos urla “Ma l’avete capito o no che a noi sta situazione non fa né caldo né freddo”, sottolinea il concetto facendo un inchino, e Cavani bolla.
Finisce 4 a 1, con la netta sensazione che i problemi societari mai incideranno sulle prestazioni.

E allora, affrontiamoli, sti problemi societari.
Non sto a fare il riassunto, che se leggete queste righe la storia la sapete già. Degli stipendi non pagati, della fuga dai Carabinieri di Porcedda, della conferenza dei Menarini, della Procura, del deferimento, del fallimento dietro l’angolo, delle ore passate a Casteldebole in attesa di una cazzo di risposta che non arriva. E pure dello spiraglio che si apre in queste ore, che sia grazie a Consorte, a Cazzola, a Sabatini, o a Maga Magò.
Quindi, stavolta, volo alto. Io che appartengo alla parte sana del Bologna, scusate l’immodestia, quella vera, cioè la tifoseria, umiliata, tradita, presa per i fondelli, volo altissimo. E mi rifaccio a un tale che circa 700 anni fa scrisse una cosuccia che chiamò Commedia, sputtanando tutti i suoi contemporanei e non solo, mettendoli, spesso anzitempo, all’Inferno. E che fra l’altro, nel suo peregrinar tra le anime dannate, si sia fatto accompagnare da Virgilio, ma soprattutto che lo chiami continuamente Duca, qualcosina di profetico e inquietante, io ce la vedo. Fate voi…
Per parafrasare il Sommo, mi concentrerò sui 4 protagonisti più meritevoli dei gironi, dei cerchi e delle malebolge dantesche. Quattro che all’Inferno, a mio insindacabile giudizio, sguazzerebbero proprio.
Menarini padre. Menarini figlia. Porcedda Sergio. Colomba Franco.
Si offenderanno? Bè, io sono già offeso. Molto.


Iniziamo dal Sardo, da Porcedda, quello che riesce a mentire sempre, quello che ride anche con la merda fino al collo. Per quelli come lui, per coloro che fanno i ruffiani, che seducono un’intera popolazione (o tifoseria), che raccontano boiate credibili e ti fregano, l’imbuto dell’Inferno ha una precisa posizione. Ottavo cerchio, Prima Bolgia, canto XVIII.
Qui stanno, appunto, i ruffiani e i seduttori, e passano l’eternità correndo in tondo, sferzati dai demoni.
Dunque, parafrasando il sacro testo…

Luogo è in inferno detto Casteldebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la iazza che dintorno il volge.

Nel dritto mezzo del campo maligno
vaneggia un Sardo assai stronzo e immondo,
di cui suo loco dicerò l'ordigno.


[…]

Di qua, di là, su per la rotonda
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente la chiappa tonda.

Ayo’ come facean lor levar le tende
a le prime percosse! già Porcedda
dicea che adesso, mo vè, lui vende.


[…]

E quel frustato celar si credette
bassando 'l viso; ma poco li valse,
ch'io dissi: «O tu che l'occhio a terra gette,

se le fideiussion che porti son di certo false,
Porcedda se' tu, c’at gnes un azidant,
Ma che ti mena a sì buffe farse?».


[…]

«E non pur io qui piango bolognese;
che questo luogo n’è tanto pieno,
e tante truffe son ora apprese

a dicer “Pago” tra Sàvena e Reno;
e se di ciò vuoi fede o testimonio,
quanto per lo fondello io vi meno». “

Eccetera…


Passo allora a Colomba. Il bravo, mite, tenero, mai grasso, ideale per ogni alimentazione, pio, devoto, umile, bolognesissimo Colomba. Onesto, lo è sempre stato, lo sappiamo dal 1980, no? Solo, si sperava in un pizzico più di decenza, di passione per la maglia a cui deve tutto. E invece, lui che ci ama da matti, è l’unico che ha fatto partire un’ingiunzione di pagamento, l’unico, di fatto, a provare fattivamente di far fallire il BFC. Io, anche qui inequivocabilmente, il posto gliel’ho trovato d’istinto. Si scende, terz’ultimo piano dell’inferno signori, l’Antenora, il luogo dei traditori della patria, che stanno immersi nel ghiaccio col viso rivolto in alto, canti XXXII e XXXIII.
Procediamo dunque a bolognesizzare il testo…

“E come a gracidar si sta la rana
col muso fuor de l'acqua, oh povero Bologna
ei fa con te sovente come fa puttana;

livide, insin là dove appar vergogna
eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia,
e me parevan più Colomba che cicogna.


[…]

E un ch'avea perduti ambo li orecchi
per la freddura, pur col viso a me rivolto,
disse: «Perché cotanto in noi ti specchi?

Se vuoi saper s’io in vita fui stolto,
da Grosseto vengo e spesso scommetto
precedetti l’ebbro Alberto e chiesi lo che mi fu tolto».


[…]

«E perché non mi metti in più sermoni,
sappi ch'i' fu' come il fiorentin de' Pazzi;
e aspetto Carlin che mi scagioni».

Poscia vid'io mill’altri testin de cazzi
fatti per freddo; che vien ribrezzo.
”Traditor”, diss’io, tu c’alla Snai ci sguazzi.


[…]

Piangendo mi sgridò: «Perché mi peste?
se tu non vieni a cercar vendette
de lo fallimento, perché mi moleste?».

E io: «Mister mio, va far de le pugnette,
si io avea ancor de’dubbi su la Colomba;
or so che teco sempre stemmo a chiappe strette».”

E via andare…


Infine, i Menarini. Le Brave Persone che molto episcopalmente si sono martirizzati per Bologna, a sentir loro. Alla fine, il tempo è galantuomo. E ti fa tana. Il diavolo, spesso, assume il volto dell’agnellino mite per fregarci. E credo stia tutta qui la verità. Il bilancio di Cogei, del proprio portafoglio, era l’unico bene da salvaguardare. Usando il Bologna, la nostra passione, come una qualsiasi societucola funzionale ai loro disegni. Su questo, Dante non ha dubbi, e non ne ho nemmeno io. Chi tradisce i benefattori, e per accezione estesa, coloro che si danno solo per amore, per esempio chi tifa Bologna, ha un unico posto dove può stare. Proprio in fondo all’Inferno, nella Giudecca, completamente ghiacciati, insieme a Bruto, Cassio, Giuda e con Lucifero che li maciulla. Canto XXXIV.
Infatti…

“Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand'io vidi due facce a la sua testa!
L'una dinanzi, con la Monclair vermiglia;

L’altro anzian con il bottin de la sua festa
sovr’essi di Cogei l’insegna,
ma or la devean abbassar la loro cresta,


[…]

«Quell'anima anziana c' ha maggior pena»,
udii nell’aere, «è come Giuda Scarïotto,
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena.

L’altra invece è la figliola del signorotto,
sempre lo foulard viola ella porta al collo:
dic’ella “Ecco”, ma ha fatto il botto!»;


[…]

Io levai li occhi e credetti vedere
Lucifero com'io l'avea lasciato,
da capostazion la paletta in sù tenere;

e s'io divenni allora travagliato,
la gente crede a quel che vede
fin a quel punto, il Bologna han sprofondato.


[…]

E se or’ sotto la verità son giunto
ch'è contraposta a quel che dice la Gran Secca
de Brave Persone, lo scroto mio s’è consunto

com’ogne tifoso che visse sanza pecca;
Menarinis che visser a le nostre spalle
ora stanno, e c’ho gusto, in fondo a la Giudecca.”


Fine. Speriamo.


Cosa pensare adesso? Bè, sperare, come sempre. Come Dante. Magari un giorno e per sempre potremo dire:
“E quindi uscimmo a riveder le stelle.”

lunedì 22 novembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Napoli

Porci con  le ali è un romanzo degli anni 70 in cui si parla di amori adolescenziali e abusi sessuali veri o presunti che sono il pretesto per  piccole vendette e ripicche. Così anche noi in pratica l’abbiamo preso in quel posto per l’ennesima volta e se in questa storia si può onomatopeicamente parlare di porci, ben poco leali sono i protagonisti. Ne scaturisce, almeno sul breve termine, la prestazione di Napoli del Bologna F.C. che mezzo pieno Mezzo voto va a commentare.
VIVIANO 5,5 Dice all’arbitro: valà, su dai fischia per pietà.
GARICS 5 Ha fatto ritrovar coraggio a un infreddolito Maggio
PORTANOVA 5,5 L’infortunio che gli piglia è agli oggetti di famiglia
BRITOS 5 Con Cavani va in banana ma segnava anche Liliana.
RUBIN 5 Quanta acqua dappertutto ma da lui piove di brutto
KHRIN 5,5 Tutti attenti, tutti zitti che stasera gioca Gritti.
DELLA ROCCA 6 Ne han comprati cinque e poi quello buono era da noi.
EKDAL 6 Se l’orchestra è senza fiati si dirigon gli stonati. 
BUSCE’ 5,5 Sia da esterno che terzino schiaccia un dolce sonnellino
GIMENEZ 5,5 Lui da solo vuol far tutto ma le gomme son da asciutto.
DI VAIO 5 Questa volta il sindacato per protesta ha scioperato
SILIGARDI 6,5 Mette voglia e tanto impegno affrontando il tiro a segno
MEGGIORINI 6,5 Se c’è una notizia buona è la sua bella capocciona
MORAS s.v. Da Porcedda lui finora ha preso la sua messa in Moras
MALESANI 6 Lo champagne che ha nel secchiello rischia di esser Tavernello.
PORCEDDA 0 Con i nostri soldi ha aperto la scuola guida “da Eriberto”
Ci aspettiamo una settimana migliore, non che ci voglia molto, ma poi vorremmo cambiare registro. Siamo stanchi di sotto… porci a presidenze di questo tipo. Un saluto e un grugnito rossoblù da Darioz.

sabato 20 novembre 2010

LA FOTO DEL GIORNO

Ci si era sempre chiesti chi ci fosse dietro al  Pre si dente .
Ora grazie ad uno sconosciuto fotoreporter  il tutto è svelato 




giovedì 18 novembre 2010

A BOLOGNA (A tifare Bologna non ci si annoia mai)

L'ultimo lavoro di BRISA è il video più amaro.
E' l'ennesima giornata assurda e paradossale che i tifosi del Bologna affrontano come un karma da superare. Solo la capacità di conservare una buona dose di autoironia ci consentirà di apprezzare l'unico aspetto positivo di questa vicenda: A tifare Bologna non ci si annoia mai.


martedì 16 novembre 2010

Socmel Tv Bulaggna - Brescia 1 -0 ''ailait''

TIRA MOLLA


Si fa per dire

Domenica 14 novembre al Dall’Ara c’è stata una partita, volendo generosamente usare un sostantivo che generalmente definisce quella cosa che fanno due squadre su un campo da calcio con una palla. Il problema, grosso, è descriverla, quella roba lì che per semplicità chiameremo partita.
Perché, siamo onesti, io in curva sarò pure distratto, sarà che canto, sarà che fumo troppo come dice un milordino templare ospite del mio Gruppo domenica scorsa, sarà che nei gradoni lì in basso la prospettiva è così schiacciata e distante che la profondità della visuale è nulla e sembra di guardare un geroglifico egizio, coi giocatori tutti di profilo e la palla che si muove in orizzontale, sarà che ho perso tempo a rincorrere l’omino delle bibite, il Billy per i tifosi più accaniti, o Harry Potter se avete presente com’è fatto, per prendere il solito kitkat cabala, sarà che era umido. Ma, insomma, come dire, di partita nemmeno l’ombra. Novanta minuti di niente, che si possono riassumere così:
zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Tiro di Perez, parata comoda.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Tunnel e tiro di Diamanti, parata discreta di Viviano.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Tirocross del Brescia, Viviano devia bene.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Cross, Caracciolo di testa a botta sicura, Rubin compare dall’iperspazio e devia in angolo.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Di Vaio, contro 3, da solo, di fianco al Billy in San Luca. Carpiato rovesciato, moltiplicazione di pani e pesci, resurrezione di Lazzaro. Poi Di Vaio tira. Il tempo si ferma. GOOOOOOOOL. Di Vaio spezza il pane e lo dà ai suoi discepoli.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Ultimo assalto del Brescia, Viviano devia in angolo.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
1 a 0. Triplice fischio. E fischia più piano, yawn. Caffè?

Parafrasando Fantozzi al contrario, saranno almeno 150 anni che non vedevo una partita così di merda.

Quindi, a sto giro potrei pure finirlo qui il pezzo, non prendetevela con me se in campo non succede nulla.
Ma ho la fortuna di vivere a Bologna, tifare Bologna. E allora, per citare una frase abusata, non ci si annoia mai. Perché se la partita è stata noiosa, se oltre ai 3 punti c’è poco altro da dire, dalle nostre parti troviamo sempre come passare il tempo. Non ci giro intorno. Si tratta della faccenda societaria, degli stipendi dei giocatori. Del panico diffuso, delle prospettive terrificanti di penalizzazioni, fallimento, sfratto da Casteldebole, irpef, cavallette e morte dei primogeniti maschi che si profetizzavano per lunedì 15.
Lunedì 15, dunque, si gioca una partita ben più importante per il presente e il futuro del Bologna. Lo sentiamo da mesi e siamo tutti qui con un pelo d’ansia, un nodo alla gola e le mani rigorosamente sulle palle. Passano i minuti, le ore. Nessuno parla. Non parla la società, non parlano i giocatori non pagati, non parla nessun beninformato da bar. E non parlano i giornalisti che davano per probabile la disfatta. Si sussurra, si ipotizza, si vocifera. Poi verso sera esce la notizia bomba. Il Bologna ha pagato. Stipendi saldati. La notizia bomba è la cosa più normale del mondo. Il datore di lavoro che paga i suoi dipendenti. Ma viste le premesse…

Ora, io non so nulla.
Che per Socrate era un gran pregio, sta consapevolezza, per i bolognesi in genere, che siano giornalisti o semplici tifosi, pare una gran sfiga. E allora si provvede a saperne di più.
Si fa per dire.
Ma più che altro, a Bologna, si dice per fare. Casino, polemica, interessi di questo o quell’altro.
Ripeto, non so nulla. E non sono un giornalista. Per molti motivi, il primo fra tutti è che non sono capace. Però, credo, so leggere e ascoltare, di questi tempi pregi sottovalutati. Allora da anni ascolto, leggo, mi informo sul Bologna. Con accanimento figlio della passione. E tendo a ricordare.
Quindi, come premesso, non mi sostituisco ai giornali, non sono in grado di dare consigli o informazioni, ma qualche idea me la faccio, ogni tanto, e qualche ripassino del passato recente sono in grado di buttarlo giù.
Il Bologna coi suoi 14 punti non dà molti spunti, a livello di gioco, v.sopra.
Però, se è tutto confermato, se come è normale che sia la società paga regolarmente gli stipendi, allora bisogna cominciare a trovare qualche altro motivo di conversazione. Io propongo questo, appunto, il breve ripassino.

Dunque, oggi, dopo 12 partite abbiamo 14 punti. Abbiamo fatto 11 gol, ne abbiamo presi 15. In trasferta abbiamo fatto la miseria di 2 punti in 6 partite. Abbiamo avuto un calendario all’inizio abbastanza tosto. In casa però non abbiamo mai perso e abbiamo la migliore difesa del campionato, con 2 gol presi. Dipendiamo moltissimo da Ges…ehm, da Di Vaio. Su 11 gol fatti, 7 li ha fatti lui e 3 li ha fatti fare con un assist. L’altro, l’ha fatto Mudy al volo a Lazio, la miglior definizione dell’eccezione che conferma la regola. Abbiamo una rosa eccessiva forse, con un’età media bassa, molti giovani, prospetti. Di proprietà o comproprietà del Bologna. Abbiamo 8 o 9 nazionali, tra rappresentative maggiori e under. Abbiamo un monte ingaggi pesante, ma ridimensionato. La società ha pendenze economiche e qualche sofferenza, ammessa. Ha pagato, notizia boom, gli stipendi. Per l’irpef aspettiamo giovedì. Io e molti tifosi, aspettiamo e vediamo.
L’anno scorso dopo 12 giornate avevamo 12 punti. Avevamo fatto 13 gol, di cui 3 di Osvaldo poi venduto, e presi 18. In trasferta avevamo fatto sempre 2 punti in 6 partite. In casa ne avevamo vinte 3 come quest’anno, ma anche perse già 2. Il calendario non era semplicissimo, ma non come quest’anno. E la difesa pigliava gol sia qui che fuori. Di Vaio era in crisi. Avevamo già cambiato il tecnico (anche quest’anno, ma prima dell’inizio non vale). Avevamo una rosa abbondante, quasi tutti in prestito o a fine contratto o inutilizzabile, un’età media da mercoledì sera al Candilejas. Avevamo 2 nazionali. Avevamo un monte ingaggi pari al Pil del Costarica. La società non pagava mai l’affitto di Casteldebole e stava lasciando puffi ovunque. Avevamo Moggi. Avevamo Ceravolo dentro uno sgabuzzino. Avevamo preso dei prestiti, tipo Guana e Raggi, ma avevamo ritenuto superfluo pagarli. Non pagavamo gli stipendi., o almeno mai alla data di scadenza. Dell’Irpef non so, mai letta una riga. Io e molti tifosi eravamo furibondi: per Moggi, per la spocchia menarinesca, per le bugie, per una società e una squadra gestita da dilettanti. Non per i pagamenti mancati, non lo sapevamo. Strano.
L’anno prima, dopo 12 giornate avevamo 8 punti. Avevamo fatto 10 gol e presi 21. Ventuno. In trasferta avevamo preso 4 punti, ovvero 1 più i 3 del miracolo a San Siro. In casa avevamo vinto 1 volta e perso 4, su 6. Calendario tosto e quasi uguale a quello di quest’anno, squadra per squadra. La difesa era ridicola, Di Vaio era fondamentale come oggi, quasi tutti i gol erano suoi. Avevamo già cambiato il tecnico. Avevamo una rosa con buchi ovunque, per la maggior parte afflitta da osteoporosi. Stavamo per prendere Cesar e Belleri e Mutarelli per migliorarla. Avevamo 2 nazionali. Avevamo un monte ingaggi pari al Pil della Cina. La società era in crisi, ma stava pensando a Moggi. Gli stipendi li pagavano. Ma non era una notizia bomba. Io e molti tifosi, appena tornati in A e all’oscuro di moltissime cose scoperte più tardi, aspettavamo prima di giudicare.

Come dicevo, non sono giornalista e nemmeno ne sono capace. Quindi non conosco i retroscena, le fonti migliori, il chi o cosa c’è dietro. Ma le cose che leggete sopra sono vere. Dimostrabili. E forse, in un momento come questo, potrebbero essere analizzate, potrebbero essere discusse, paragonate, commentate. Toh, ci potrebbe stare pure la polemica: siamo indubitabilmente meglio, da tutti i punti di vista, com’è che facciamo sta fatica? Perché giochiamo di merda?
Io un articolo così lo leggerei volentieri. Sarebbe una cosa che capirei, perché parlerebbe di cose che so, che vedo, di cui ho controllo.
Invece no. Invece devo passare un lunedì con le mani sulle palle.
Ora, io sono il primo a pretendere equidistanza e coerenza. Se Porcedda si rivelerà domani o fra un mese un puffarolo, uno che lascia il nostro BFC nella cacca, mi arrabbierò molto. Esattamente come coi suoi predecessori. Ecco, mi sarebbe piaciuto che quelli da cui io apprendo le cose, avessero avuto lo stesso atteggiamento. Non avessero taciuto a me e agli altri di Casteldebole, degli stipendi, di Guana e Raggi non pagati, delle tensioni di Menarini per anni. O, viceversa, le avessero taciute di Porcedda adesso. Specie se poi lui qui paga come pare abbia fatto.
Pazienza. Non ci si annoia mai, no?
Due anni fa, un anno fa, i portici non mormoravano, l’irpef non si sapeva cosa fosse, il ritardo degli stipendi era un così fan tutti, l’affitto di Casteldebole non era una notizia. Sono cambiate le regole, è vero, adesso a non pagare si rischiano le penalizzazioni. Ma non è cambiata la colpa. Non pagare 13 mensilità di un affitto è una colpa. Non pagare in tempo le prime mensilità ai giocatori è una colpa. Non pagare affatto le successive e lasciarle al compratore successivo è una colpa. Prendere 2 giocatori e non dare i soldi al Palermo è una colpa. Essere deferiti per avere Moggi in società è una colpa. Dire che i conti del Bologna sono a posto è una colpa.
Sono cose fatte e dette dai Menarini, queste. Moggi escluso, che lì era dura, lo ammise il patron…, tutte taciute.

In conclusione, e scusate se a sto giro non sono umorista ma parecchio umorale, questo è ciò che a me salta agli occhi, non certo una difesa al presidente.
E’ quello che è successo in questi 2 anni e mezzo. Non faccio dietrologia, non ipotizzo congiure.
Però è successo.
Che nessuno si offenda.
Si fa per dire, no?



Ps: se in questi giorni si rivela l’esatto contrario, ovvero che Porcedda non ha pagato un tubo, come detto lo metterò nei puffaroli assieme ai Menarini. Assieme. Appunto. Una consolazione? Per nulla. Ma almeno con coerenza.

lunedì 15 novembre 2010

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Brescia

Una rondinella non fa primavera ma un goal del solito Di Vaio fa splendere un sole quasi estivo sul Dall’Ara. Dalla primavera oggi giunge anche  la resurrezione di Khrin storico lungodegente ormai soprannominato Isokhrinetic e che entra al posto di Perez ed esordisce giocando un quarto d’ora che fa ben sperare. Ecco commenti e voti di mezzo pieno mezzo voto ai giocatori del bfc 1909 nella gara interna contro il Brescia.
VIVIANO 6,5  Da Diamanti è evidente, grazie a lui non nasce niente
GARICS 5,5 Gioca spesso con timore. Dove Eder lo attacca muore.
PORTANOVA 6,5 Portan ova a colazione. Lui si sbatte.  E’ zabaglione.
BRITOS 6+ Una vergine all’altare. Non si è fatto perforare.
RUBIN 7 Salva un goal così l’airone fa figura da quaglione.
PEREZ 6+ L’infortunio è un vero guaio con il rosso al Mudingaio.
EKDAL 6+ Per un attimo è sembrato che abbia pure accelerato
MUDINGAYI 5,5 Torna indietro ai propri albori quando lo cacciavan fuori.
RAMIREZ 5,5 La sua classe non si sfoga e Gastone è Paperoga
GIMENEZ 6+ Quando gioca dall’inizio mette forse più giudizio
DI VAIO 7 Un campione senza pari tromba Manuela Arcari
CASARINI 6+Esce dalla catacomba e si beve Alberto Tomba
BUSCE’ 6+  Può esser meglio  la sostanza della forma ed eleganza
KHRIN s.v. Pare che il ragazzo spunti dall’impero dei defunti
MALESANI 6+ Come oggi, d’ora in poi, la squadra la facciamo noi.
PORCEDDA 4 Come due fidanzatini sotto braccio a Menarini
Maledetta primavera cantava Loretta Goggi, noi siamo in pieno autunno  e questi tre punti li raccogliamo volentieri per scaldarci in caso di freddi improvvisi. Intanto nelle giovanili si esibiscono ancora e segnano pure giocatori della prima squadra come Morleo e Gavilan, che forse un giorno, magari nel girone di ritorno, vedremo finalmente in campo. Che fretta c’era? Maledetta primavera.
Un saluto rossoblù da Darioz.