IL BLOG

Questo Blog ha lo scopo di cercare di fare ridere (o almeno sorridere) in un campo, quello del calcio Bolognese, ormai troppo serioso e di riportarvici un po' di satira e di autoironia tipiche della tradizione di quella Bolognesità ormai assopita.

È un mezzo per esprimere la propria creatività ed è aperto a tutti quelli che ne vorranno fare parte. Basta avere due credenziali:
- tifare Bologna
- sapere fare ridere.

Quindi non ve ne abbiate, cari calciatori, dirigenti, giornalisti (del Bologna, ma anche Avversari) se ogni tanto Vi prendiamo in giro.

Se non ci fate sorridere lasciate almeno che ci proviamo noi!!

FORZA BOLOGNA SEMPRE!!!

lunedì 21 marzo 2011

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Genoa



Sarà anche stata la festa del Papà ma non è stata la festa del Paponi. Sarà anche stata festa Nazionale, ma in Nazionale Di Vaio non ci va. E siccome Prandelli non lo convoca prova a farsi convocare nella Nazionale di pallamano. Insomma il Genoa non è squadra da feste e nemmeno il Bologna riesce afargli la festa. Ecco commenti e voti di Mezzo Pieno Mezzo Voto ai giocatori del Bfc 1909 contro il Genoa.


VIVIANO 6 Sono eventi molto strambi quando prendi goal da bambi
MORAS 5,5 Gioca pure per benino ma salta un foglio del Carlino
PORTANOVA 6,5 Nel palacio la treccina del W.C. è la catenina?
BRITOS 5,5 Floro Flores non conviene, meglio opere di bene
RUBIN 6- Il Rubin di oggi è questo. Solamente un po’ più Mesto.
PEREZ 6+ Quando in campo sono al meglio, certo,  Ruso ma son sveglio
MUDINGAYI 6 Come sempre te lo aspetti è il migliore dei Moretti.
DELLA ROCCA 5,5 Son gli autisti più ortodossi che non passano col Rossi
CASARINI 6,5 Sotto i denti oggi mi metto una bistecca al Milanetto
RAMIREZ 5,5 Non gli riesce il grande azzardo a recitar con Eduardo
DI VAIO 6+ Quel Prandelli è un tizio strano. Provo con la pallamano.
CHERUBIN 6 Che rubini strepitosi. Anche noi abbiam preziosi.
PAPONI 6 Il La fumata nera ha detto che il Paponi non è eletto.
SILIGARDI 5,5 Malesani ha presentato il Siligardi ingamberato.
MALESANI  6 Del Bologna appar contento anche se Ballardini un lento
PAVIGNANI 6 Il Bologna che presiedo gioca all’ombra dell’Alfredo


Già lo scorso anno il Genoa rovinò al Bologna la festa del centenario. Quest’anno i centenari li abbiamo venduti tutti e un Bologna più giovane tradito dalla Nazionale non riesce ad avvicinare l’Europa. La prossima missione è a Brescia dove, nella prima gara primaverile,  potremo dire che in caso di vittoria una rondinella fa primavera. Un saluto rossoblù da Darioz.

"BOLOGNA SOCCER IL LIBRO"

GRAZIE A MINERVA EDIZIONI A OTTOBRE IN LIBRERIA


E' nata solo venerdì scorso l'associazione culturale BOLOGNA SOCCER che mira alla salvaguardia e alla tutela dell'ironia e del sarcasmo tipicamente Bolognesi con un occhio di riguardo al calcio e al Bologna F.C.
Dopo poche lune, oggi, primo giorno di primavera, è stato ufficializzato il contratto che porterà nelle librerie e, speriamo, nelle vostre case il libro BOLOGNA SOCCER.Un volume di 140 pagine circa che raccoglie le produzioni di questo blog, dai racconti di Molla alle soggettive di Wanda, dalle vignette di Detari alle pagelle di "Mezzo Pieno Mezzo Voto" di Darioz senza dimenticare Socmel Tv di Gigino. E non mancherà qualche gradita nuova sorpresa.
In allegato al libro il cd con le migliori hit di PROGETTOBRISA fra cui un inedito che riserverà più di qualche sorpresa.
Sono tante le persone che vogliamo ringraziare sia fra gli addetti ai lavori che tutti Voi che ci seguite dai primi giorni nella nostra pur breve storia. Lo faremo dettagliatamente e doverosamente nei momenti e nei modi opportuni.
Appena avremo notizie più precise vi aggiorneremo sugli sviluppi sottolineando già da ora che il ricavato dell'iniziativa sarà interamente devoluto per scopi benefici. Grazie davvero di cuore a chi ci ha aiutati e supportati a cominciare da Voi che avete la pazienza di seguirci e leggerci. A tifare Bologna non ci si annoia mai.

La vignetta della settimana

mercoledì 16 marzo 2011

Intervista doppia Umarell - Milordino

Se Balanzone e Sganapino sono le maschere storiche di Bologna , Umarell e  Milordino sono quelle contemporanee.Prendiamo a prestito il famoso format delle  Iene e mettiamoli a confronto .

lunedì 14 marzo 2011

BRISA Celebra il trionfo sui gobbi a Torino. Dopo 31 anni...

Strip

La vignetta della settimana

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Lecce


Chi ha assistito alla partita su Sky ha praticamente seguito una puntata del mondo di Quark, speciale su Presidente del Lecce Semeraro. Inquadrato più di qualsiasi giocatore in campo, il Presidente è stato presentato quale membro della famiglia dei Castori dando l’idea di rosicare in continuazione di fronte alla diga rossoblù. Dopo la parentesi animalista ecco ora i voti e i commenti di Mezzo pieno mezzo voto ai giocatori del Bologna al Via del Mare


VIVIANO 6 Vives, sai dove li metti un’altra volta i tuoi tacchetti?
CASARINI 7 La bistecca questa sera è con l’olio di Olivera
PORTANOVA 7 Ecco Corvia, che porello, trova un altro brutto uccello
BRITOS 7 Contro Jeda sembra Lucio e si beve un buon Capucho
RUBIN 6,5 Il Siffredi si stupisce per quanto bene si inserisce
PEREZ 6,5 Quando Piatti gli si specchia il Ruso Perez lo sparecchia
MUDINGAYI 7 Come tra le gambe tue ne son scesi in campo due
MUTARELLI 6 La frisona sa far male quando gioca in verticale
DELLA ROCCA 6 Resta un buon sapore in bocca se Gustavo Della Rocca
RAMIREZ 7+ Che sia cinno o che sia nino l’anatroccolo ora è un cigno
DI VAIO 6  Sa inquadrare il proprio sparo come Sky con Semeraro

LUPATELLI 6,5 Basettoni sotto il cranio: Lupatelli e non De Canio
BUSCE’ 6 Chevanton non si scoraggi. Ha perso anche a tatuaggi
MORAS s.v. La provvidenziale entrata serve per la barricata

MALESANI 7 Dice “Il cinno non convince” poi lo mette in campo e vince
LONGO 8 Va alla Juve dici a Longo . Lui a Bologna, dice, stongo.

Il castoro Semeraro ha sperato nel colpo di coda ma i suoi giocatori non sono stati abbastanza incisivi. A proposito di incisivi quelli di Viviano hanno passato un brutto pomeriggio. Ma rimane il fatto che i giocatori rossoblù sono stati incisivi e quelli del Lecce soltanto per denti. Un saluto rossoblù da Darioz.

mercoledì 9 marzo 2011

TIRA MOLLA

In ginocchio da te

Gianni Morandi Presidente del Bologna.
Detta così sembra il titolo di un fumetto, di quelli di Topolino di una volta, tipo Superpippo contro Tutankhamon o Nonna Papera Astronauta.
Ma è la verità. Il Presidente Onorario del Bologna è Gianni Morandi, lo sanno anche i sassi. D’altronde a Morandi non si può che voler bene, in effetti, ora anche di più, visto che ci rappresenta e ha anche messo una bella sommetta per salvare i nostri colori.
Ma la sua presenza sulla poltrona più prestigiosa del club, a me che tocca anche scrivere qualcosa sul tema ogni tanto, fa venire in mente strani parallelismi col Bologna squadra, coi tifosi del Bologna. Quasi sinistri, se penso in particolare a quelli che tengono vivo questo blog, Bologna Soccer. Specie in quest’ultima settimana, negli otto giorni che passano tra il trionfo con la Juve e il 2 a 2 col Cagliari.
Mi spiego meglio. Occhio al grassetto…

Comincio dalla fine. Da domenica scorsa, prima di Bologna-Cagliari.
C’è un grande prato verde. Dove nascono speranze. E su quel prato il Gianni Nazionale sta premiando l’altro mito vivente del BFC di oggi. San Marco Di Vaio.
Poi inizia la partita. Il tempo migliore è sicuramente il primo. Non che sia uno spettacolo, ma siamo tranquilli. E il Capitano si procura e segna un rigore. Fanno 54 gol in 100 partite, non ti dimenticherò, Marco. Mai.
Purtroppo di tempi, il calcio, ne prevede due, e nel secondo il Bologna va sotto. Il Cagliari, squadra che in questi 3 anni sembra avere una simpatica propensione a romperci le palle, si rianima, insomma corre più di noi.
Pareggia con Cossu, e poi tira un calcio d’angolo, quasi alla fine della partita. La palla resta lì un semestre, poi si avvia verso centro area.
C’era qualcuno dei nostri a centro area? C’era, che so, un nostro medianaccio a scaraventarla via, un terzino pronto a spazzarla in tribuna? No.
C’era un Ragatzu… Che non so se come me amava i Beatles e i Rolling Stones, ma di certo ama parecchio farsi mandare a cagare da tutta Bologna. 2 a 1 per il Cagliari, e quel Ragatzu, mi informo, fa il quarto gol in vita sua, il secondo a noi. Il 50% della sua carriera, ad oggi, lo deve al Bologna. Alzo gli occhi al cielo, sacramento in silenzio e dico Grazie perché. Perché a seguire il Bologna, di nemici giurati me ne son fatti un casino, gente che sembra avercela solo con noi. Da Tacchi a Ganz, a Sculli, a Maggio. Ora sto Ragatzu, promette bene.
Manca poco alla fine. L’incubo della sconfitta che ghiaccia l’entusiasmo post-Juve è davanti agli occhi di tutti. La curva sostiene lo stesso la squadra. Cori, cori, ancora cori. Ma col groppo alla gola. Escono canzoni stonate.
Guardiamo con affetto i nostri assediare il Cagliari col sangue agli occhi. E soprattutto guardiamo, a un amen dal fischio finale e con tutta la benevolenza del mondo, Paponi intuire la traiettoria di un retropassaggio, scattare, avventarsi sulla palla, scartare anche il portiere…Adesso tocca a lui, pensiamo a bocca spalancata. Come col Palermo, sta a vedere che ce la risolve Paponi, quello che tutti pigliavano per i fondelli.
Solo, Paponi torna Paponi. E tira, fuori. A porta vuota.
Fatti mandare dalla mamma. A far delle pugnette, impreca qualcuno. Tanto è solo un gioco, dice qualcun altro, più accomodante. Fatto sta che adesso anche solo il pareggio è davvero una chimera.
Che poi, quest’anno, già 4 volte il Bologna ha raddrizzato le partite, o addirittura vinto, negli ultimissimi secondi. Non è fortuna, quindi. Però, c’è sfiducia, ormai, dai e dai… come può riverificarsi ancora, un episodio del genere, c’è caso che succeda di nuovo? chiedo al mio vicino di curva. Uno su mille. Dice lui.
Benissimo.
Il Bologna tira un corner a tempo strascaduto. La palla sorvola un’area di rigore in cui c’è pure Viviano in versione centravanti. Scena piuttosto grottesca, a dire il vero. Il pallone passa alto, sotto si menano tutti, poi ricade dall’altra parte. Lo ripiglia Gimmy, un pazzo come me. Controcross, di nuovo la palla che sorvola il saloon con 20 giocatori che si bussano.
Solo che stavolta arriva a Ramirez.
Che si inarca, si coordina e colpisce in semirovesciata.
Bene, mi sa. La palla sfreccia sopra mille teste. Forse qualcuno la devia. Forse il portiere la piglia. Forse non pareggiamo.
O forse….Goooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooool.
Vivo, muoio, e vivo.
Un boato, la curva esplode, letteralmente. Abbracciamoci.
Quest’anno, anche quando si pareggia, è una gioia immensa. E quegli undici in campo sono dei leoni, gente che ce la mette tutta, fino alla fine, è come se giocassero undici di noi. Sono Angeli, e non hanno nemmeno le rughe un po’ feroci sugli zigomi. Dei guerrieri veri.
Si può dare di più? No. Proprio no.
Mi avvio verso casa. Ascolto per radio la conferenza stampa. Malesani tiene sulla corda Ramirez, non lo elogia come tutti si aspetterebbero, lo critica. Ma fa parte del gioco. E credo che Gaston lo sappia. Anzi, forse è suggestione, ma a un certo punto mi sembra che dica a Malesani Sei forte papà. Lacrime.

Arrivo a casa e ripenso a questi 8 giorni col batticuore.
Una settimana fa, domenica scorsa, meditavo sulla vittoria con la Juve. Non son degno di te, non ti merito più, mi ripetevo a bassa voce, e la dedicavo al Bologna. La sera prima non ero andato a Torino e mi ero pure messo a guardare la partita in tv con parecchio scetticismo. Speranze poche, ero sicuro che ci avrebbero gabbato, come al solito. Lo ammetto, quando si va contro i gobbi tendo a un leggero pessimismo, chissà perché.
Invece…
…la Bella Signora (parlami di te nella notte scura…prrrrrrrr) l’ha preso in saccoccia. I nostri bellissimi eroi mi hanno regalato una vittoria da leggenda contro la Mia Nemica Amatissima (se perde).
Di Vaio – Di Vaio, la difesa dei gobbi che si apre e si chiude malinconica come la fisarmonica di un tanghero triste, 2 Banane (controcoro: Lampooooooooooone), e tutti a casa.
Sono soddisfazioni. Di quelle che durano nel tempo.

E infatti... faccio un piccolo balzo in avanti, giusto qualche giorno, a metà della settimana scorsa.
Avevo appuntamento con un bel po’ dei colleghi di blog. Roba importante. Non vi anticipo nulla, ma state su Bologna Soccer che ne vedrete delle belle…
Avevo questo appuntamento, dicevo. Ed ero in ritardo.
Quindi andavo a cento all’ora…blem blem blem, eccetera. Ho realizzato che pioveva. E infatti guidando mi chiedevo scende la pioggia, ma che fa?
Al mio arrivo, c’erano tutti. I due fondatori del blog, Darioz e Gigino, Bente, Orfeo, che sarebbe poi l’unico artista vero di sta combriccola, Lucio e consorte (non Ciofanne, la moglie proprio), e Wanda Nerd coi suoi grandi occhi di ragazza.
Bel pranzo. E soprattutto, in una settimana così magica, bella svolta probabilmente, per Bologna Soccer.
Solo che quando piove, le svolte sono scivolose.
Infatti. Mentre ci dirigevamo alle macchine, di fianco a Darioz, è entrata nel mio campo visivo una sagoma rapidissima. Dal nulla. Rapidissima e rasoterra. Per farla breve, una tizia con suole in cuoio su terreno bagnato, ha tirato uno sblisgone terrificante, atterrando a pelle di leone davanti al noto cantautore con la Z finale. Attimo di panico. Sapevo che Darioz avesse talento. Ignoravo che provocasse sulle donne questo effetto In ginocchio da te.
Abbiamo ovviamente soccorso la poveretta, che fingeva indifferenza, ma era in procinto di scoppiare in lacrime per il dolore e la vergogna. Ma siamo galantuomini, noi di Bologna Soccer.
E poi, due non farla piangere

Insomma, può bastare, tutto questo, per considerare Morandi Presidente stralegittimo dei nostri sogni?

martedì 8 marzo 2011

......TALIS FILIUS ?

Esiste un metodo per attaccare la passione per il Bologna ai nostri figli ?
Forse no.....forse si .
Autoironia ,ma anche paterna autocritica

lunedì 7 marzo 2011

MEZZO PIENO MEZZO VOTO

Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Cagliari



Felicità è un bicchiere di vino con un panino. Così cantava Al Bano. Ma felicità è anche un bel gollettino al presidente Cellino. Al Bano è di Cellino per l’appunto. Cellino San Marco- Il Cellino ce l’hanno messo loro. Il San Marco per fortuna ce l’abbiamo noi e nel giorno della centesima partita ci regala la diciassettesima perla della stagione. Ecco commenti e voti di mezzo pieno mezzo voto ai giocatori del Bfc 1909 contro il Cagliari.

VIVIANO 6,5 Oggi i Sardi manda pazzi e si attaccano ad Agazzi
CASARINI 6+ Nella sfida col porcetto la bistecca era un filetto.
RUBIN 6,5 Incastona i suoi rubini sullo smalto di Canini
PORTANOVA 6 Il centrale non si imbresca quando beve Acquafresca
BRITOS 6 E’ carnevale e si è truccato da centrale mascherato
PEREZ 6 Vedo Cossu un po’ deluso però poi ci pensa il Ruso
MUDINGAYI 6+Teme d’essersi stirato come un panno ripiegato
DELLA ROCCA 5,5 Han bloccato le sue fonti, non ha fatto bene i Conti.
MUTARELLI 6,5 L’esperienza dà una mano. A chi il Ragatzu e a chi l’anziano.
MEGGIORINI 5,5 Gira sempre intorno il Meggio come  in cerca di un parcheggio.
DI VAIO 6+ Di sapere son contento che qualcuno ne fa cento.

RAMIREZ 7 I miei timpani ho lasciato su quell’ultimo boato
GIMENEZ 6- Come il nonno di Palmira ha tanta voglia ma non tira.
PAPONI 5,5 Forse a casa sua si addestra ad entrar dalla finestra.

MALESANI 6 Ci regala le emozioni mentre l’altro Dona Doni
MORANDI 7 Porta culo guarda ben più di Ele e la Belen

San Marco è anche la piazza di Venezia dove impazza il Carnevale e una squadra che di giocatori mascherati ne fa ormai motivo di vanto il Carnevale lo festeggia alla faccia di chi non credeva che questo gruppo potesse fare così bene. Ennesima partita raddrizzata nel finale. La squadra ha mentalità e carattere e non si può non amarla. E per chi avesse ancora dei dubbi quale momento migliore del carnevale per saltare sul carro dei vincitori anche se solo dopo un pareggio?
Un saluto rossoblù da Darioz.

sabato 5 marzo 2011

TIRA MOLLA


A mille ce n’è…
Favole rossoblu remix

C’era una volta, nel lontano reame di Chateaufaible, un gruppo di eroici cavalieri.
I cavalieri della tavola Bologna, si chiamavano.
Ogni settimana, con ardore, i cavalieri amavano cimentarsi in pugnaci battaglie coi pari grado degli altri regni. E quando lo facevano, le vesti che indossavano erano rosse come il sangue e blu come il cielo.
Oppure candide come la purezza di una vergine.
Oppure ancora gialle come gli occhi di un drago in acido.
Sfiga.
Macrone, il sarto di corte, era daltonico e ogni tanto scazzava. Ma di brutto, proprio.

Il condottiero di quel manipolo di arditi era Alberto I de’ Malesan, un omaccione simpatico e rubicondo, benvoluto da tutti, che amava pasteggiare a idromele. O al limite andar d’idromele, anche senza pasteggiare. Veniva da qualche annata storta, il Malesan, ma capita. Con i condottieri come col vino.
I più famosi, tra quei fieri giovani in armi, erano il Santo Marco del Vaio, il fiorentin Viviano, l’arcigno Daniele della Porta Novella, il talentuoso Gastone Mascherato, Modingaio il Moro, il Per del Ruso dalla forza bruta. Ma tutti, proprio tutti, possedevano grande valore, cuore di leone, spirito di sacrificio.
E soprattutto, tutti erano amati, considerati intoccabili eroi dal popolo di Bologna. Sì, insomma, quasi tutti. Nell’anno del Signore 2011, infatti, si era creato uno strano ed unico legame tra i cavalieri e la gente dell’Arena Dall’Ara.
E c’era un motivo. C’erano molti motivi.

Sul finire dell’anno precedente, il 2010, molte cose avevano tramato contro i cavalieri della tavola Bologna e il loro seguito di fedeli.
Per primi ci si erano messi i Menarin Fuggiaschi, una nobile famiglia guelfa, della più nera e clericale aristocrazia cittadina. Appartenevano alla corporazione dei Costruttori di Guano. Costoro avevano depauperato le casse del reame di Chateaufaible, avevano portato verso una fine immonda la nobile casata rossoblu, con l’onta dell’ineffabile stregone Lucian della Moggia a fare ombra sul blasone e sulla storia. Dopo di loro era giunto a Chateaufaible il Reuccio Sconosciuto, Sergio del Porco, detto il sardo errante. Non nel senso di girovago. Nel senso che errava spesso. Scazzava proprio.
Sergio del Porco sulle prime aveva convinto i cavalieri e il loro popolo, aveva fatto promesse di gloria, aveva reclutato i più promettenti tra i cadetti di tutte le contrade d’Europa e del Nuovo Mondo. E d’altronde, dopo i Menarin Fuggiaschi, nel cuore ingenuo e umiliato di migliaia di bolognesi albergava solo quello: speranza, cambiamento, voglia di novità. Sarebbe andato bene anche Bonofacio VIII o il Lupo Cattivo.
Solo alcuni avevano osato dubitare del sardo errante. Messer Rigo Gulash in Radio, o il nobile Bortolo del Tortello, due cantastorie alla ricerca della verità. Della verità e del cibo, a giudicar dal loro portamento. Erano visti come menagrami dall’intera popolazione, desiderosa di un futuro migliore.
Poi le battaglie erano iniziate, i cavalieri avevano lasciato intravvedere la loro forza, il loro valore. Ma solo a volte. Era capitato ancora che i nemici li calpestassero, li sconfiggessero senza pietà. E la paura di un’altra stagione di sofferenze aveva aleggiato nell’animo di tutti.
All’arrivo di novembre, Sergio del Porco era fuggito col forziere bucato di Chateaufaible, e tutti avevano detto Ooooh, esterrefatti, io avevo detto Mo Socmel, e Messer Rigo e Bortolo del Tortello avevano detto Visto?
Anche il decano dei Cantastorie, il nero baffuto Gianfranco della Civola, aveva tuonato contro il forestiero ignominioso, con tempismo perfetto, sotto il comprensivo sguardo della Sabrina del Biondo, la Sesenziente Femmina, talvolta, nel più noto convivio letterario cittadino.
Erano iniziati i giorni più cupi, allora. Panico, sgomento, la tavola Bologna che poteva finire, dopo decenni di gloria. Migliaia le voci che si susseguivano, le lotte intestine alla corte di Chateaufaible dure e senza esclusione di colpi. Il popolo rossoblu aveva seguito le vicende con le lacrime che rigavano il volto, incollato alla favella di Rigo Gulash e Bortolo del Tortello, della Margherita della Mandina, del Frassinel Fredrigo, del Mossin Torello.
E a nulla era servito chiedere a Ser Carlo del Calice, lo scriba di corte. Pure lui alzava ogni volta gli occhi al cielo e sospirava.
Ma come accade solo nelle favole, era successa una magia. Bellissima e inspiegabile. Di fronte alla catastrofe, alla mancanza di fiorini, alla fine imminente, il Malesan e i suoi prodi cavalieri si erano riuniti a corte, e avevano promesso lotta e onore e ardore. A se stessi, al popolo bolognese. Se dovremo sparire, spariremo combattendo, si erano detti, si erano giurati, scambiandosi il sangue sul filo delle loro spade. O nel calice da Barolo del Malesan.
Il popolo allora li aveva seguiti. Come in una processione chiassosa e fiera verso il martirio più nobile si era radunato sotto la neve, sotto la tempesta di emozioni e di ghiaccio, aveva circondato la carrozza dei propri eroi e si era unito al loro giuramento. Fino alla Fine Forza Bologna. Mai era stato più appropriato quel canto d’orgoglioso coraggio.
E da tutto questo i cavalieri avevano tirato fuori il loro smisurato cuore, la loro forza. Da lì, da quei giorni nefasti era nato un battaglione invincibile e irriducibile, che ogni settimana faceva a pezzi l’avversario di turno. E anche quando non lo faceva a pezzi, vendeva carissima la pelle.
Poi era arrivato Natale, e con lui il regalo più bello. La tavola Bologna era stata salvata. Il sardo errante era stato cacciato. Una delle cordate di coraggiosi nobili cittadini si era presa a cuore le sorti dell’antico vessillo rossoblu. L’Allegra Compagnia dei Nanetti: Pavignolo, Scapolo, Cinesolo, Romanolo e tutti gli altri. Giovanni Biancasorte li aveva guidati e tutto era sembrato risolto.
Ma era comparso un nuovo guaio, una nuova minaccia, sulle spalle provate dei cavalieri, del Malesan, del popolo di Bologna. La Matrigna Zanetta aveva consultato il Chicco delle sue Brame, chiedendo chi fosse la più bella del Reame. Biancasorte, aveva detto il Chicco. Che gusti di merda, aveva risposto la Matrigna. Ma poi, accecata dall’invidia e da un certo qual amore per gli sghei, aveva mandato in missione a Chateaufaible il suo fido Orco Baraldo, il cacciatore che doveva portarle il cuore di Bologna. E magari qualche spicciolo a rimborso.
Il popolo si era infuriato. I cavalieri si erano infuriati. Rigo Gulash si era infuriato. Persino Sabrina la Femmina si era infuriata. Bortolo del Tortello aveva minimizzato la cosa. Ma era sembrato evidente a tutti cosa stesse succedendo. Era bastato osservare lo sguardo di Daniele della Porta Novella durante la disfida di Barletta.

Per fortuna parliamo di una favola. E nelle favole anche i nemici più astuti e perfidi lo pigliano in saccoccia.

Infatti, in nemmeno un mese anche la minaccia della Matrigna si era dileguata, Zanetta era stata costretta a tornarsene nel Feudo del Radicchio. D’altronde, l’Orco Baraldo, come sua abitudine, aveva fatto troppi errori. Aveva offerto una mela avvelenata a Biancasorte. Biancasorte aveva risposto “Ah ah, assorrete. Io mancio solo gaviale e cevvo di mundagna”. Allora Baraldo aveva provato a sfidare Biancasorte a sudoku. E coi numeri Biancasorte se l’era cavata ancora meglio. Infine aveva cercato di impressionare Biancasorte millantando amicizie importanti, tipo Moratto Petroliere. “Pure io lo gonosche, Massimo, Ci diamo un coppo di telefono insieme, Baradde?”
Insomma, l’Orco era stato sconfitto in un attimo.
E sul campo, nelle arene di ogni reame, i cavalieri della tavola Bologna avevano continuato a battagliare, vincere, trionfare.

Bastava questo? Sì, forse bastava. Ma le favole sono favole, e si può esagerare.
Come si diceva al principio, quasi tutti i cavalieri della tavola Bologna erano amati dal popolo. Quasi, tutti. Ne mancavano all’appello due. Bellachioma Mutarello, un nobile decaduto e che in tre anni aveva fornito pochi e opachi segni di vita, e Papon de’ Paponi, detto il Brutto Anatroccolo.
Il Brutto Anatroccolo era arrivato qui in estate, in cambio di una cassa di pere kaiser e un biglietto omaggio per il concerto di Apicella. Lo sguardo leggermente pallato, il capello lungo, e un curriculum non proprio esaltante. Un cavalier attaccante che non segnava mai.
E i suoi primi mesi in queste contrade avevano confermato la sua aura di malasorte. Impegnarsi, si impegnava sempre, il Papon. Ma era riuscito a prendere un palo a porta vuota. A farsi male, prendendo un palo a porta vuota. E poi più nulla.
Ebbene, in una notte carica di magia e di gioia, proprio sul finire della pugna coi baldanzosi Mori di Palermo, il Brutto Anatroccolo divenne cigno. Un cigno bellissimo, che vola alto, altissimo. La inzucca, fa gol. E la tavola Bologna vince, proprio all’ultimo respiro. Nemmeno sembrava più lui, il Brutto Anatroccolo. Tutti stentammo a riconoscerlo. Ma ci bastò vederlo intervistato a fine partita. “Ah, sì, cazzo, è proprio lui, veh che faccia…”, dicemmo. Però la magia era compiuta. La prima magia.
E dopo un’infausta serata in cui l’ossequioso Designator Bresco ci aveva mandato un arbitro di pallamano in onor dei gladiatori della Capitale, ecco che arrivava la seconda, di magia, l’occasione, l’esagerazione da favola.
I cavalieri della tavola Bologna erano attesi allo scontro a Torino, dalla Signora che Ruba. Una Signora decadente, il vago aspetto della battona sfiorita. Ma pur sempre pericolosa, specie se ferita. Perché quando la battona è in difficoltà, di solito qualche magnaccia di buoncuore l’aiuta. E’ sempre successo, da trenta e più anni il popolo di Bologna ingoia fiele quando si va contro quelli lì.
E cosa successe?
Successe la magia, appunto. Bellachioma non doveva neppure giocare, ma entrò quasi subito in battaglia. E come illuminato dai raggi di un dio benevolo dispensò colpi magistrali, rifiniture, sciabolate.
Che fecero a pezzi quel che restava della Battona. Una volta, due volte.
Il Santo Del Vaio, il Principe Azzurro di questa favola, non la baciò. La trafisse, anzi. La lasciò a terra sfinita e finita.
E dopo più di trent’anni, il popolo bolognese potè gioire, in quell’Arena del malaffare. Compostamente, educatamente, roteando pugni in aria, intonando canti di gioia, ma più che altro schiaffeggiandosi vibratamente l’incavo del braccio sinistro con la mano destra. O viceversa, per i mancini. Un gesto dell’ombrello sincronizzato di migliaia di fedelissimi della corte di Chateaufaible.

Vivemmo allora felici e contenti?

Bè, sì. Ma…stiamo aspettando il Cagliari. Il luogo dove tutto nacque. La terra natia del Sardo Errante…
E allora, se questa è una favola…

giovedì 3 marzo 2011

La vignetta della settimana

Pere

BOLOGNA SOCCER sulle pagine di City

City parla di noi. Grazie all'amico Lucio Mazzi giornalista di City viene dato spazio a BOLOGNA SOCCER sull'importante free press distribuito in migliaia di copie. Grazie ancora a Lucio e FORZA BOLOGNA!!!



mercoledì 2 marzo 2011

"A ME GLI OCCHI"

La vita e la partita viste da Wanda Nerd con gli occhi dei nostri campioni .
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Marco Di Vaio.

SAN MARCO

Per diventare santo il cammino è lungo.
Bisogna, per così dire essere, predisposti, anzi predestinati. Qualcuno è partito facendo il chierichetto all'età di cinque anni, a tredici anni già studiava in seminario e raggiunta la maggior'età celebrava la sua prima messa. C'è chi invece partiva in quarta. San Francesco non aveva lasciato molti dubbi.
A proposito di miracoli, per essere giudicati tali ce ne vuole di tempo e di studi.
Milioni di test e di indagini per scoprirne la veridicità. Questa volta le conclusioni dovete trarle voi. Wanda farà da intermediario, vi comunicherà quello che ha visto sabato 26 febbraio, con i suoi occhi e non solo, ma siete voi che dovrete rispondere al grande quesito: E' un vero miracolo? E' davvero da santificare?
1991, Marco è un cinno delle giovanili della lazio. Bravo? Si direbbe di sì. A diciassette anni esordisce in prima squadra. Il cinno cresce in fretta. Gli anni passano, si corrono kilometri sui campi, si cambiano maglie, si cambiano città.
Si arriva a Torino. Alla Juventus. I bianconeri si prendono Marchino. Lo tengono poco, anche se lui poco non fa.
Si riparte, via dall'Italia, ecco un calcio diverso. Ma come si può stare troppo lontani da casa? Il viaggio qualche anno dopo prosegue. 2008, la nascita di un amore.
Primo gol in Coppa Italia contro il Vicenza e da quel giorno non si è fermato più.
Ma i miscredenti non confidavano in lui... Iniziarono a chiamarlo Divano. Folli! Mai nome più sbagliato fu pronunciato per evocarlo. Tanto per citarne una, Marco segno il "rigore più pesante della storia dell'uomo": Torino-Bologna.
Più che lo sbocciare di un amore, Il 2008 sancì l'inizio di un nuovo culto. Il numero dei seguaci di Marco cominciò a crescere a dismisura. Farne una stima è quasi impossibile, aumentano ogni giorno, ogni ora. I fedeli-praticanti si riuniscono in media una volta a settimana, a volte capita anche due. Il primo comandamento è non mancare mai a "messa". Ma solo i fedelissimi lo rispettano.
Gli episodi di cui discutere non hanno tardato ad arrivare. Era settembre, si giocava a Roma contro la signora gialla e rossa. Il 2-0 divenne un 2-2. Tutto in meno di un quarto d'ora.
Molti inneggiarono al miracolo, altri iniziarono a convertirsi, ma gli scettici non accennavano a desistere. L’eletto disse: "Non abbiate paura. La strada è lunga ma ce la faremo. Questa è la via giusta". Non era ancora arrivato ottobre, e Marco diede riprova della sua grandezza. Stadio Dall'Ara, prima che venissimo tutti congedati, ci venne dato un altro segno. Vedemmo la luce. Si vinse all'ultimo. Gli scettici diminuirono.
"Andiamo avanti così. Uniti possiamo fare tanto.". Sante parole. Miracolose le sue gesta.
I giorni passavano i problemi aumentavano. Si diceva anche che avrebbero chiuso il tempio.
I fedeli erano disperati. Domande alle quali nessuno sapeva dare risposta, nemmeno Marco. Che fine avrebbero fatto tutte le speranze? Ci voleva un miracolo.
E forse fu proprio un prodigio. Ancora allo scadere del tempo, ancora alla perfezione. Come non credere che ci fosse qualcosa di sovrumano in lui, qualcosa di quasi divino.
Ci diede la prova delle sue capacità anche in altre occasioni, a Cesena, a Bari, ancora nel suo stesso tempio contro quella squadra che lo vide nascere nel 1991. Marco crediamo in te e nelle tue opere.
Poi arriva il 26 febbraio 2011. Un sabato sera.
C'è chi era a bere in un pub, chi finiva di cenare o un aperitivo dilungatosi troppo, chi pensava a dove andare a ballare. Poi c'era chi nel cuore ha una fede, per la quale mette tutto il resto in secondo piano.
Marco torna in una sua vecchia casa e noi lo seguiamo. Crediamo in lui.
Noi entriamo poco prima che incominci il rito. Pendiamo dalle sue labbra.
"Fai capire a tutti quei giuda quanto tu ed i tuoi dieci apostoli siate in grado di fare...".
Quello che avvenne è storia. Una storia così perfetta da essere trasformata in leggenda. Marco sarà dipinto come un crociato sul suo destriero bianco, armato di spada ed incurante del pericolo.
Determinante, fondamentale, unico e grande. Santo o non Santo?
Il giudizio decisivo va a voi. Il giorno della proclamazione potrebbe essere vicino, pensateci, domenica sarà la centesima volta che si presenterà davanti a noi, pronto a mettersi in gioco nonostante la sua grandezza. Pronto, come sempre.
Santo o non Santo?

martedì 1 marzo 2011

Il Mattino Degli Oscar

Se la notte degli Oscar premia i migliori artisti , film ,sceneggiatori/ ture, il Mattino degli Oscar , premia gli esatti opposti.
L'Accademy Awards per la peggiore Sceneggiatura , ha scelto 4 candidati, tutti legati in qualche modo alle vicende Bolognesi
Chi vincerà questo prestigioso Oscar?