IL BLOG
Questo Blog ha lo scopo di cercare di fare ridere (o almeno sorridere) in un campo, quello del calcio Bolognese, ormai troppo serioso e di riportarvici un po' di satira e di autoironia tipiche della tradizione di quella Bolognesità ormai assopita.
È un mezzo per esprimere la propria creatività ed è aperto a tutti quelli che ne vorranno fare parte. Basta avere due credenziali:
- tifare Bologna
- sapere fare ridere.
Quindi non ve ne abbiate, cari calciatori, dirigenti, giornalisti (del Bologna, ma anche Avversari) se ogni tanto Vi prendiamo in giro.
Se non ci fate sorridere lasciate almeno che ci proviamo noi!!
FORZA BOLOGNA SEMPRE!!!
lunedì 28 febbraio 2011
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Rube
Trentun anni lunghi e duri
Trentun anni ti ho aspettata
Trentun anni di soprusi
e rapine a mano armata
Di illusioni sul terreno
che finivan come è noto
Di un bicchiere mezzo pieno
Alla fine mezzo vuoto.
Di quel mezzo pieno vuoto
Io ne ho fatto un po’ il mio orgoglio
e oggi a tutti i bianconeri
glielo infilo dove voglio.
Tutti quanti scesi in campo
meritavano un bel dieci
e hanno tutti superato
questo esame delle feci.
Mezzo pieno mezzo voto
dice siam tutti contenti
Dei ragazzi ora nel mito
questi qui sono i commenti
C’è un portiere Nazionale
che di nascita Toscano
è diventato Bolognese
tanto più che è già Emiliano
Come Adamo in Paradiso
Ha camminato nella notte
E con un placido sorriso
lui del melo se ne fotte
Anche Esposito lì a destra
della Juve se ne frega
e senza mamma Trezeguet
prende il colpo della strega
Portanova dice il nome
è una porta di supporto
sulla linea stoppa Toni
che l’aveva troppo corto
Miguel Angel mascherato
al Comunale era un demonio
ha trombato più lui Matri
che uno sposo al matrimonio
Mentre Rubin lì a sinistra
corre tira crossa e sbuffa
e sta attento alla piscina
dov’è Krasic che si tuffa
Ritrovarsi in fronte a Perez
E’ per molti un grosso guaio
soprattutto se le perez
Son le due che fa DI Vaio
Laggiù dove gira il russo
non sai che succede mai
quando in campo giri gobbo
e ti arriva Mudingayi
Che ti arriva dal dietro
e che il fallo spesso scocca
Poi la passa ai piedi buoni
di Francesco Della Rocca
che giocava al Comunale
Quasi come fosse Iniesta
e pur se avesse il Marchisio
alla Signora fa la festa.
Come fa un primo violino
Casarini non ripete
E anche quando fa il terzino
In quel posto ce l’avete
La bistecca di Torino
è indigesta per davvero
a ogni gobbo poverino
che vuol la lingua di Del Piero
Meggiorini con Barzagli
non se l’è mai fatta sotto
e vedendo tanti buchi
gli è venuto anche barzotto
La partita l’ha cambiata
il talento di una stella
la frisona che è tornata
una splendente Muccarella
Perché il Muta mette il piede
nell’azione di ogni rete
che in un posto agli Juventini
cos’ha messo lo sapete.
Cherubin chè è un angioletto
e come tale non ha sesso
l’uccellino di Del Piero
l’ha trovato un po’ depresso
Poi Buscé detto Totò
che partecipa al torello
che li affonda di un bel po’
proprio al centro del
Che bello il nostro capitano
che con due sontuose pere
A chi ci ha rubato in casa
gliel’ha messo nel
Sedere sopra quella panca
con milioni di pensieri
è più dura, ne son certo,
che comprendere Del Neri
Però il mister è tranquillo
Malesani da Verona
Rimarrà dentro al mio cuore
che ha mandato i gobbi in mona
E ringrazio pure Longo
che ama tanto i suoi ragazzi
E anche quelli che non giocan
danno tutto come pazzi
Grazie mille ai dirigenti
e a Carletto addetto stampa
impiegati ed inservienti
e a chi col Bologna campa
Grazi e mille a questo gruppo
E ai nostri splendidi tifosi
un’altra volta al Comunale
appassionati e numerosi
Grazie a tutti se vi pare
e a chi altri non lo so
potre smettere di odiare
malajuve proprio no.
Un saluto rossoblu da Darioz
domenica 27 febbraio 2011
Socmel Tv GIUVE - BULAGGNA 0 -2 '' AILAIT''
Cronaca della storica vittoria a Torino dell'emittente sportiva piu' bolognese che ci sia
venerdì 25 febbraio 2011
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Roma
Non a tutti può far piacere ricevere un fallo da dietro, soprattutto se non segue l’espulsione. Sono errori che rimangono dentro e possono far male. L’arbitro se ne lava le mani mentre De Rossi le mani le ha sporche, utilizzandole per giocare col pallone. Mano? Ma si. Rosso? Ma no. Mano ma non rosso. Non rosso per De Rossi ma solo un giallo per chi poi siglerà il goal decisivo.
Ecco commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Roma.
Ecco commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Roma.
VIVIANO 6 I regali non son buoni. A lui il pacco agli altri i Doni.
CASARINI 5 Da terzino la bistecca non fa il bis ma fa la stecca
ESPOSITO 6+ Di Belen non è più bello ma anche lui tromba Borriello
CHERUBIN 6+ Fa trovare al pupone il centino Vodafone
RUBIN 6+ La sua spinta è un beneficio complicato da Simplicio
MUTARELLI 6 Dentro al campo crea scompiglio l’Uruguagio Mutarillo
DELLA ROCCA 5,5 Si concede qualche sgarro sotto il segno di Pizarro
MUDINGAYI 6 Hanno messo su allo stadio i Cassetti nell’armadio
RAMIREZ 5+ I suoi nervi erano scossi senza il rosso di De Rossi
MEGGIORINI 5,5 Cura un Meggio poco vivo un Mexes troppo incisivo.
DI VAIO 5+ Poc o o nulla, senza offese. Riise ultimo il Danese.
CASARINI 5 Da terzino la bistecca non fa il bis ma fa la stecca
ESPOSITO 6+ Di Belen non è più bello ma anche lui tromba Borriello
CHERUBIN 6+ Fa trovare al pupone il centino Vodafone
RUBIN 6+ La sua spinta è un beneficio complicato da Simplicio
MUTARELLI 6 Dentro al campo crea scompiglio l’Uruguagio Mutarillo
DELLA ROCCA 5,5 Si concede qualche sgarro sotto il segno di Pizarro
MUDINGAYI 6 Hanno messo su allo stadio i Cassetti nell’armadio
RAMIREZ 5+ I suoi nervi erano scossi senza il rosso di De Rossi
MEGGIORINI 5,5 Cura un Meggio poco vivo un Mexes troppo incisivo.
DI VAIO 5+ Poc o o nulla, senza offese. Riise ultimo il Danese.
PAPONI 6 Ormai il goal è un chiodo fisso che si pianta su Burdisso
SILIGARDI 5+ Lui da solo prova spesso e perciò forse è depresso
MORLEO s.v. Un incontro molto strano fra un trenino e un aeroplano
SILIGARDI 5+ Lui da solo prova spesso e perciò forse è depresso
MORLEO s.v. Un incontro molto strano fra un trenino e un aeroplano
MALESANI 5 Ha un terzino che è un pupazzo però a Sky gli ha fatto il mazzo.
CONSORTE 6 Già che chiedi a tutti quanti chiedi qualche euro a Banti.
Con le mani sbucci le cipolle e accarezzi il gatto ma stoppi anche le palle e nessuno ti dice nulla. Banti di Livorno conferma il suo amore per la pallavolo e continua nella sua idiosincrasia ai falli. Quelli da dietro o quelli di mano ha dimostrato di conoscerli poco. Auguriamo a Banti di scoprire presto nuovi falli a lui più graditi e congeniali.
Un saluto rossoblù da Darioz
Un saluto rossoblù da Darioz
lunedì 21 febbraio 2011
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Palermo
Osano le aquile dove qui abbiamo cacciato persino le colombe. All’aquila rosanero spetta lo stesso trattamento riservato all’aquila biancazzurra. Vittoria e avversario ridotto in 10 ubriacato di finte e di gioco. Nulla di Imperiale in queste aquile solo perché è il Bologna ad essere Imperiale, dettando legge e governando il gioco. Sul mantello verde del Dall’Ara si muove regale l’undici rossoblù sostenuto ed amato dal proprio pubblico, suddito fedele di un grande regno. Ecco commenti e voti alla prestazione dei giocatori del Bfc 1909 contro il Palermo.
VIVIANO 6+ Una palla ben colpita e rinvia tutta la partita
Osano le aquile dove qui abbiamo cacciato persino le colombe. All’aquila rosanero spetta lo stesso trattamento riservato all’aquila biancazzurra. Vittoria e avversario ridotto in 10 ubriacato di finte e di gioco. Nulla di Imperiale in queste aquile solo perché è il Bologna ad essere Imperiale, dettando legge e governando il gioco. Sul mantello verde del Dall’Ara si muove regale l’undici rossoblù sostenuto ed amato dal proprio pubblico, suddito fedele di un grande regno. Ecco commenti e voti alla prestazione dei giocatori del Bfc 1909 contro il Palermo.
VIVIANO 6+ Una palla ben colpita e rinvia tutta la partita
MORAS s.v. Con i muscoli di(s) seta più dell’acqua del pianeta.
PORTANOVA 6,5 Ama questi scontri caldi come quelli con Baraldi
CHERUBIN 6,5 Contro Abel c’è il Cherubino che lo tratta da Caino
RUBIN 7 Prende un fallo memorabile colpa dell’Acquah potabile
PEREZ 6,5 Dei Bacinovic dispensa mentre al tuo ginocchio pensa
DELLA ROCCA 6,5 Nocerino si era illuso di poter fare il Gattuso
MUDINGAYI 6+ Lustra bene e senza straccio la pelata di Migliaccio
RAMIREZ 6,5 Se Pastore detta legge lui si fotte tutto il gregge.
MEGGIORINI 7 Dal Sergente scappa via come Zorro con Garcia
DI VAIO 6+ E’ impreciso quando stacca però Bovo manda in vacca.
PORTANOVA 6,5 Ama questi scontri caldi come quelli con Baraldi
CHERUBIN 6,5 Contro Abel c’è il Cherubino che lo tratta da Caino
RUBIN 7 Prende un fallo memorabile colpa dell’Acquah potabile
PEREZ 6,5 Dei Bacinovic dispensa mentre al tuo ginocchio pensa
DELLA ROCCA 6,5 Nocerino si era illuso di poter fare il Gattuso
MUDINGAYI 6+ Lustra bene e senza straccio la pelata di Migliaccio
RAMIREZ 6,5 Se Pastore detta legge lui si fotte tutto il gregge.
MEGGIORINI 7 Dal Sergente scappa via come Zorro con Garcia
DI VAIO 6+ E’ impreciso quando stacca però Bovo manda in vacca.
ESPOSITO 6,5 Tony picchia tutti via come con la batteria.
GIMENEZ 6+ Guarda questa, attento Gringo, io non tiro però fingo.
PAPONI 7,5 Non ti bastano i leoni quando hai undici Paponi
GIMENEZ 6+ Guarda questa, attento Gringo, io non tiro però fingo.
PAPONI 7,5 Non ti bastano i leoni quando hai undici Paponi
MALESANI 7,5 Colto da illuminazione manda in campo lo Scorpione
CONSORTE 5 Nonostante la colletta non pagava la bolletta.
Pastore abdica davanti alla regalità di Ramirez e tutto il Palermo va in esilio cacciato dalla grande giornata del piccolo principe Paponi che si candida al trono incontrastato dell’unico nostro re. Supermarco che adesso può pure concedersi il lusso di una piccola vacanza. Un saluto rossoblù da Darioz.
Socmel Tv Bulaggna - Palerum 1- 0 '' AILAIT''
Ecco gli ailait della 26 ° giornata dell'emittente canale 051 del digitale terreno
domenica 20 febbraio 2011
And The Oscar Goes to.. Il tifoso Rossoblù tra Sogno e Realtà
Il tifoso del Bologna è un tifoso che da circa cinquant’anni non vince lo Scudetto, duole ricordarlo, ma è così. Con il passare del tempo, pertanto abbiamo sviluppato caratteristiche del tutto particolari che nessuna altra tifoseria ha mai avuto. In fondo siamo l’unica squadra italiana che abbia mai vinto uno scudetto allo spareggio, e siamo forse anche l’unica squadra mai uscita dalla Coppa dei Campioni a causa del sorteggio con la monetina. Per questi motivi, siamo tutti caustici, cinici, ironici e sarcastici, alle volte anche e soprattutto con i nostri giocatori. Peggio di San Tommaso, non crediamo se non vediamo. Per questo motivo siamo perennemente sospesi tra sogno e realtà, tra desideri infiniti, e realtà che alle volte sono state davvero insopportabili. Sappiamo che ogni cosa ci può capitare sia in bene che in male, sappiamo che probabilmente ci toccherà vedere qualche altro scarpazzone indossare la nostra maglia, così come sappiamo anche che magari un giorno non distante anche Messi forse potrebbe indossarla (se Baggio l’ha indossata, perché Messi no?)
. Ci è capitato di tutto e di più, sia nel bene che nel male e per questo sappiamo che nulla ci può essere precluso
Cerchiamo comunque di tracciare l’identikit del tifoso del Bologna tipo.
IL CAMPIONE CHE TUTTI VORREMMOTutti sognamo che un grande campione, un grande talento indossi la maglia del Bologna. Che caratteristiche dovrebbe avere il giocatore tipo che sogniamo possa indossare la nostra maglia? Classe cristallina, tocco di palla felpato, finte ubriacanti o un tiro al fulmicotone? La verità è che il tipo del giocatore preferito dai tifosi, è un giocatore alla RenatoVilla o alla Paramatti. Giocatori dalle storie incredibili, partiti dal nulla o quasi, per poi riuscire a giocare ai più alti livelli calcistici.. Villa per esempio giocava nell’Orceana, era alto 1,98, poi a forza di portare in giro pesi, nel suo lavoro di magazziniere era gradualmente calato di statura, fino a raggiungere l’altezza di un metro e un tappo., Fatto teoricamente deprecabile per un difensore centrale, se non che gli si abbassò il baricentro in una posizione tale che la sua velocità di base aumentò in maniera esponenziale (da 0 a 100 in 7 secondi e 8 decimi, nei giorni belli). Questo fu il suo segreto per i recuperi incredibili che riusciva a fare sugli attaccanti avversari! Quando Villa marcava Maradona, il Maradona sembrava Wil Coyote e il Villa nostro ci ricordava il miglior Beep Beep. E Paramatti, lo vogliamo ricordare il coro “Gioca bene, o gioca male Paramatti in Nazionale!!”. Giocava nella nazionale senza filtro dei disoccupati, il gradino successivo della sua carriera sarebbe stato il centro di recupero di San Patrignano. Aveva già ipotecato il monolocale, quando il Bologna si ricordò di lui, e lui con la nostra maglia giocò stagioni indimenticabili, fino addirittura a riuscire a segnare nella semifinale della Coppa Uefa disputata contro l’Olympique Marsiglia. Ma certo non disdegniamo di vedere giocare con i nostri colori un talento dalla classe cristallina, Baggio per esempio, ancora non ce lo siamo dimenticati. E non ci potremo di certo dimenticare neppure di Beppe Signori. “Che ci frega di Ronaldo, noi c’abbiamo Beppegol, beppegol!!”.
Campioni veri che hanno indossato la nostra maglia nel passato, così come nel presente, abbiamo l’orgoglio di vedere indossata la nostra maglia da Marco Di Vaio. Poi però il tifoso rossoblù ha anche la peculiarità di innamorarsi di giocatori davvero atipici, magari esotici, sicuramente campioni improbabili. E così a distanza di anni ci ritroviamo ancora a versare una lacrima di nostalgia per il compianto Eneas de Camargo, o per le giocate funamboliche di Dyego Rocha Coelho (ci mancano davvero tanto i suoi palleggi nell’intervallo).
GLI ANEDDOTI DA STADIO
Ogni tifoso del Bologna che si rispetti ha almeno una decina di aneddoti da stadio. Di quelle partite che lui c’era. Partite irripetibili, con episodi che mai prima di allora, e mai più successivamente sarebbero accaduti su un campo di calcio.
Aneddoti spesso inventati o magari solamente esagerati. Allo stadio potreste essere avvicinati da tale Busnelli che vi racconterà di quella volta in cui: “Ti ricordi di quella volta che il Pascutti segnò di testa in tuffo, fregando il tempo a Burgnichche c’hanno fatto la foto che si vede che si butta in tuffo. Beh io c’ero, avrò avuto 7 anni, ed ero proprio dietro ai tabelloni pubblicitari. Pascutti dopo aver segnato nell’esultare si avvicinò, e io ci diedi a lui la mia bottiglia di Oransoda dalla quale si dissetò. C’ho ancora la bottiglia vuota di Oransoda a casa!”
O magari vi potrebbe avvicinare talaltro Stupazzoni che vi potrebbe dire di quella volta che: “Lo vedi quel segno nella balaustra sotto la curva, che si è piegata l’armatura di metallo. Era l’inverno del ’76, e io mi trovavo proprio li dietro, Quel giorno bisogna sottolinearlo c’era il campo bagnato, non ho mai vista così tanta acqua ad una partita del Bologna, c’erano persino la protezione Civile e la Guardia Costiera schierati ai bordi del campo., Pinone Lorenzo scivolò su un pozzangherone micidiale entrò in testacoda, decollò, e diede una craniata proprio la contro. Un miracolo che sia ancora vivo oggi. D’altra parte Pinone non sapeva toccare granchè il pallone, ma c’aveva un fisico d’acciaio inossidabile!!”
Voi a questo punto potreste cercare di eccepire che il Lorenzo in questione nel ’76 non giocava nel Bologna, e forse non era nemmeno nato, ma questi aneddoti vengono raccontati con tale trasporto e tale amore, che diviene davvero difficile contraddire gli artefici di questi racconti.
Sempre Stupazzoni comunque rincara la dose: “Era il campionato 78-79 quello della penalizzazione. Pinone Lorenzo arrivò a tutta birra, caricando la leva del suo piede destro per tirare un tiro fenomenale. Purtroppo ci mise troppa potenza, e i tacchetti letteralmente si staccarono dalle suole delle sue scarpe, finendo nei distinti. Mio zio Ermente era la, e proprio in quel momento stava urlando FORZA BOLOGNAAAA, … ne inghiottì una decina. Cagarli poi fu una impresa difficoltosissima perché Pinone era solito mettere su i tacchetti del 18!!”
Ma ecco Busnelli che ne racconta una eclatante: “Era l’85, partita Bologna Spal, gli spalti erano murati e non si trovava parcheggio da nessuna parte. Così presi il coraggio a quattro mani, infilai in contromano Via De Coubertin, a tutta birra! Gli amici intanto avevano sistemato una rampa proprio di fronte alla torre di Maratona. Imboccai la rampa ad una velocità incredibile, e presi il volo, per poi atterrare pari pari sulla Torre. Avevo finalmente trovato parcheggio!!! Lo stadio intero mi tributò 8 minuti di applausi ininterrotti, ed io per accontentarli tutti nel mi esibii in un bis cantando l’Aida ed imitando la voce di Pavarotti!! Inutile dirlo fu un autentico trionfo personale!!!”
“Sei proprio un dilettante!” rimbrotta a questo punto Stupazzoni risentito: “Te pensa che il Pinone Lorenzo, nel campionato 88-89, si parcheggiò autonomamente in area di rigore, per poi non spostarsi più per tutta la stagione!!”
LA CONGIURA DELLE POLVERI
No qui non si parla ne di Guy Fawkes nel del 5 novembre, di cui tutti sicuramente avrete appreso dalla visione del Film “V per Vendetta”.
Qua si parla delle polveri che domenicalmente vanno ad imbrattare i giubbotti, i soprabiti ed anche i jeans all’altezza dei fondoschiena dei tifosi che hanno l’ardire di provare a sedersi sui seggiolini dello stadio.
In particolare i tifosi impiastricciti sono quelli che frequentano il settore dei distinti (settore formato notoriamente dai culipesi), che sono soliti vedersi la partita da sedere, mentre ogni tifoso di curva che si rispetti la partita la segue rigorosamente e religiiosamente in piedi.
Da qualche stagione a questa parte i seggiolini, autonomamente emettono polveri che si attaccano in maniera drammatica agli abiti dei frequentatori domenicali dello stadio. Polveri che probabilmente potrebbero non fare bene alla nostra salute, e sicuramente ancor meno al conto della lavanderia.
Singolare il caso di tale Bertolini di Funo, che una volta alzatosi da sedere ha visto formarsi sulla parte posteriore del suo giubbotto nero l’immagine della sacra sindone. Da studi approfonditi sembra che tale immagine si sia formata contermporaneamente ad un rilancio sbagliato di Zenoni, che provocò una delle più grosse esplosioni di bestemmie simultanee sugli spalti. La Sacra Romana Chiesa sta prendendo tempo sul da farsi e sta studiando questo caso in maniera approfondita. Inutile dire che i tifosi rossoblù si stanno interrogando sul fatto se sia più meno legittima la santificazione di Zenoni.
IL SOGNO SUPREMO
Ogni tifoso rossoblù, almeno una volta nella vita ha sognato il cosiddetto “Sogno Supremo del Tifoso del Bologna!”
Normalmente tali accadimenti avvengono dopo una cena a base di Peperonata, oppure antiche ricette cucinate da una zia alla lontana di Ozzano Emilia che erano 15 anni che non la si vedeva, e per l’occasione ha cucinato per voi qualcosa di speciale.
Il sogno di solito ha una trama intricatissima, e comporta sofferenze indicibili ed indicibili momenti di tripudio e gioia per poi ripiombare nella più profonda agonia. Il tifoso del Bologna durante il Sogno Supremo urla (anzi sarebbe più giusto dire ulula), declama la Divina Commedia (senza svegliarsi ovviamente), urla almeno un paio di volte il nome di Sandoni (forse una mezzala che negli anni ’60 ha vestito i nostri colori).
Poi all’alba stremato ma felice, in un lago di sudore e con le lacrime che gli cadono dagli occhi, il tifoso del Bologna finalmente si sveglia
e declama la famosa frase:
“Cesira (ogni tifoso rossoblù che si rispetti ha una moglie che si chiama Cesira), Cesira l’ho sognato, ho sognato che vincevamo lo scudetto!!!”
“E si!!!” la risposta sibillina e tagliente della moglie non si fa attendere “E io ho sognato che la Menarina vinceva il premio Oscar come migliore Attrice!!!!”
Nella prossima puntata vi parlerò del mio personale Sogno Supremo, per il momento vi saluto ragazzi, av salut, alla prossima!
sabato 19 febbraio 2011
"A ME GLI OCCHI"
La vita e la partita viste da Wanda Nerd con gli occhi dei nostri campioni .
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Daniele Paponi.
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Daniele Paponi.
PAPONI PUPONI
13 Febbraio 2011, Genova, 7:20.
"Buongiorno mondo!" Esclama Daniele aprendo la tenda della sua stanza. Ma, focalizzato meglio il panorama, si ricrede: Insomma... Mica tanto buongiorno, guarda che cielo grigio... Che brutta giornata!
"Koza faj davante a finestrovic in mutanda? Daj va te a veste che dobjamo va a fare colazjonovic." Lo rimprovera Gritti uscendo dal bagno.
Velocemente si preparano e si dirigono verso la sala per la colazione. Crostata e te caldo per Daniele. Oggi bisogna stare leggeri perché si va in panca.
"C'è la riunione tecnica oggi?" Chiede lo Scorpione.
"No, no. Oggi prima di pranzo siamo liberi, io pensavo di andare a fare un po' di compere, Gaston voleva andare a chiedere consigli sulla pesca a qualche lupo di mare, mentre Fede deve andare dal parrucchiere... Ci troviamo alle 11 nella hall per andare a pranzare!" Risponde, molto ironicamente, Mutarelli.
"Ottimo!! Avevo proprio voglia di riposarmi un po' prima di pranzo! Rene vieni in stanza anche tu? Hai tu la chiave?"
"Ci ho io kiava di kamera, tjeni. Io no va su, io va da parukierovic con Federico." Risponde la faccia d'angelo di Gritti.
"Ah, ok. A dopo ragazzi!!". Mentre Daniele si incammina verso l'ascensore, tutti i giocatori si guardano increduli... "Oh, ma ci ha creduto sul serio?" Chiede Casarini. "A quanto pare..." Aggiunge Moras.
"Ma dove vai? Daniele vieni qui!!!" Gli urla Marchino. "Ma la piantate di prenderlo per il culo? Non vi ricordate cosa è successo l'ultima volta? Sì, parlo con te Meggio! Gli avevi detto l'orario sbagliato e com'è andata a finire? L'abbiamo lasciato a Roma, da solo!!!".
Tutti chinano il capo... Alcuni se la ridono a denti stretti... Paponi li guarda male. Guarda male soprattutto Gritti: "Non me lo aspettavo da te!".
Riunione tecnica, pranzo e tutti a Marassi.
Il Bologna è in una fase positiva, sta andando bene. Fare punti oggi sarebbe uno spettacolo. La tensione è alta. Nel viaggio dall'albergo allo stadio c'è chi ascolta la musica, chi fa due chiacchiere, chi guarda fuori dal finestrino e chi prende in mezzo Paponi. Nulla di insolito insomma.
I ragazzi si preparano, tra poco inizierà il riscaldamento.
Che campo distrutto, non sarà facile oggi... pensa Daniele.
Ed infatti facile non lo è, proprio per un cazzo.
Quindici minuti di follia e la partita sembra già conclusa. Non c'è più nulla da fare. Basta ci godremo lo spettacolo... Ma cosa succede? Entra Paponi?? Ah, allora ce lo godremo proprio lo spettacolo.
Nella mente riappare la partita di Roma... Quel gol sbagliato e l'infortunio... Soccia se è sfortunato sto cinno. Viste le buche che ci sono in campo potrebbe caderci dentro e finire come i minatori in Cile rinchiuso per mesi, o potrebbe cadergli la porta in testa e finire interrato oppure potrebbe infortunarsi in panchina... Bisogna fare qualcosa per la sfiga dello Scorpione.
Anche il nome Scorpione non mi trasmette positività e fiducia nel futuro. Cavoli lo scorpione è un animale terribile... Potrebbe essere stato proprio il nome la causa di tutto. Cambiamolo!Freghiamocene di quel galeotto gol che fece con il Parma. Chiamiamolo con un nome leggero e che faccia ben sperare, un nome che appena nominato faccia venire in mente solo cuoricini ed orsetti rosa. Chiamiamolo: Papocchiotto. Sembra il nome di un peluche, anzi è il nome adatto per uno di quei pupini che parlano se gli spingi il pancino. Ecco, Paponi è un orsetto lamentoso, ma tanto tenero, che dice frasi del tipo: "Perché mi spostate la porta?" e "Arbitro mi hanno fatto la bua!".
Scongiurata la macumba nome ora bisognerebbe spezzare la maledizione con un bel gol. Non un gol di tacco, per carità, ma un bel gol.
Il gol arriva!! Bello non lo è per niente. Anzi, fa anche un po' schifo...
Riguardandolo sembra proprio tutto fatto a casaccio, come se lo avesse fatto un pupo siciliano un po' scoordinato... Forse il burattinaio si era ubriacato...
Però il gol è arrivato... Speriamo che sia stata la volta buona. Incrociamo le dita e facciamo tutti gli scongiuri di questo mondo. Io per la prossima partita porterò dell'acqua santa... Tanto per stare dalla parte dei bottoni, anzi dei Paponi...
martedì 15 febbraio 2011
TIRA MOLLA
Il sesso degli Angeli
Oh, dopo tante settimane a sfondo smaccatamente profano, a ‘sto giro viro sul sacro, per parlare del Bologna. D’altronde, quando si perde, quando si perde di brutto come a Genova domenica scorsa, io mi sento molto ma molto vicino a Dio. Gli parlo con insistenza, diciamo.
Purtroppo, non essendo troppo avvezzo a trattare la materia in questione, posso solo andare per le spicce, giocare sui luoghi comuni, utilizzare quella scarsa infarinatura di catechismo sepolta nella memoria. Non si offenda nessuno, quindi, lo ammetto, sono in fallo. E non c’è doppio senso.
Dunque, prendiamola da lontano. Da Bologna-Catania, 1 a 0, la partita che ha inciso un solco piuttosto profondo tra noi e le inseguitrici, o comunque fra noi e la zona B. Gioia e gaudio per il risultato e per una classifica che, anche coi 3 punti di penalizzazione, anche con la partita con la Roma da recuperare, risultava fantastica. Sostanzialmente, ci siamo messi tutti, almeno per un po’, l’animo sereno covando la concreta speranza di non dover soffrire come cani. O almeno non come gli ultimi due anni. I più scettici hanno ricordato come il campionato fosse ancora lungo, come il calendario non fosse agevolissimo a breve, come anche l’anno scorso a un certo punto eravamo tranquilli, poi abbiamo dovuto ringraziare Zapata e Peluso, non esattamente due nostri attaccanti, per portare a casa la pellaccia. Avevano ragione, mica no. Ma un vigoroso ed esorcizzante strizzamento di maroni credevo bastasse per risolvere la cosa.
Comunque, dicevo, finita la partita Bologna – Catania, l’umore del tifoso bolognese medio era tra il raggiante e l’entusiasta. Nei discorsi da bar, sui forum, nelle trasmissioni locali, i messaggi che intercettavo erano tutti a tinte rosa.
Poi, sono uscite le prime notizie sulle condizioni dei nostri eroi dopo la sfida col Catania, che, e si era capito anche allo stadio, aveva avuto connotazioni più gladiatorie che calcistiche, per il simpaticissimo atteggiamento degli etnei, molto propensi a picchiare qualsiasi cosa si muovesse sul prato, indiscriminatamente.
Ecco, i referti medici usciti dopo la partita erano una specie di bollettino di guerra, roba da trincea sull’altopiano di Asiago nel ’15-’18: Britos con naso e fronte fratturati, Ekdal senza una coscia tipo Toti, cose così. Alle quali si aggiungevano le squalifiche e altri infortunati recenti, per esempio Ramirez, detto lo Sfigurato, dopo l’altra partita interna, quella con gli ancor più simpatici laziali.
Di fronte a questa catastrofe, a una lista assenti, degenti e dispersi in missione, che avrebbe ridotto i ranghi per le successive delicatissime sfide con Samp, Palermo, Roma e Juve (sempre generosa con noi la fortuna quando si sorteggiano i calendari), e preso atto che toccarsi le balle non conta un tubo, il succitato entusiasmo si era un po’ smorzato, ma era emersa una nuova tendenza.
Ovvero, la Beatificazione in vita di tecnico e giocatori, sopravvissuti a qualsiasi tipo di evento contrario, da settembre ad oggi, una lista di guai e avversità da far paura: Porcedda e Menarini, punti di penalizzazione, stipendi non pagati, rischio di fallimento, arrivo dell’imperatore del caffè con Baraldi, addio dell’imperatore del caffè con il concubino parmense, varie ed eventuali. Roba da cuori forti, affrontata con uno spirito eccezionale, anche in partite come quelle con Lazio e Catania, appunto, squadre provocatorie e zeppe di discendenti del meretricio più laido. Con risultati fantastici per i nostri colori. Degli eroi, i nostri, ne eravamo e ne siamo convinti tutti nel profondo.
Solo, io che in genere credo di essere persona pacata e ragionevole, ma che riguardo al calcio tendo a esagerare e vedere tutto o bianco o nero (juve merda, ndr), non mi sono fermato a quell’entusiasmo, alla richiesta di beatificazione di cui sopra. Mi sono spinto oltre. Ho intimamente pensato, immaginandomi il lazzaretto Casteldebole con gente bendata nelle brande, amputazioni sommarie, rumori di bombardamento in sottofondo, che i nostri non fossero solo eroi, o martiri. Ho pensato che fossero Angeli. Esseri superiori e celesti, le creature più perfette e simili al Sommo, inviateci in campo a parziale risarcimento di decenni di delusioni agghiaccianti.
Come altro avrei potuto considerare un ragazzo come Ekdal che si immola e sta in campo su una gamba sola? Cosa avrei potuto chiedere di più a un Di Vaio? Come non ritenere divino il talento e lo spirito di sopravvivenza di un Ramirez che gioca con la faccia sfondata? Come non credere che fossero Angeli, quelli che sono riusciti a non fare a cazzotti con i giocatori del Catania che i cazzotti li meritavano solo a guardarli in faccia?
Angeli, questi sono Angeli, mi ripetevo la settimana scorsa. E la cosa mi dava forza, in prospettiva.
Un po’ perché quando si è in ottimi rapporti col Padreterno un po’ conta, un po’ perché questa superiore e alata propensione dei nostri mi rincuorava in vista della trasferta di Genova, contro una Samp in crisi profonda. Nonostante le assenze, nonostante l’emergenza, mi dicevo, i ragazzi hanno un’ispirazione trascendente e una forza interiore da bonzo tibetano, sapranno andare a Marassi, affrontare la prevedibile sfuriata dei ciclisti, e affondarli definitivamente con la calma solenne degli eletti.
Sapevo bene che partite come quella con la Sampdoria sono da sempre delle trappole insidiosissime, nelle quali storicamente noi inciampiamo. Sapevo che un animale ferito come la squadra di Di Carlo, un altro che mi sta simpatico come un crampo di notte, è pericoloso. Ma sapevo anche quanto sia fragile l’equilibrio di certe situazioni. A Genova, riflettevo, bisogna passare indenni la prima mezz’ora, poi loro se la faranno sotto e noi colpiremo come cobra.
O come Angeli, appunto. Imperscrutabili, imperturbabili, superiori. Per natura.
Bastava solo avere carattere, i famosi attributi, e avremmo fatto un bello scherzetto ai blucerchiati.
Questo, accadeva nel mio cuore rossoblu, o più prosaicamente nella mia testa, fino a domenica mattina.
Poi, è arrivata la partita.
Avevo appena fatto una capatina in centro, a sostegno della manifestazione che rivendicava il ruolo della donna italiana, dei suoi diritti, della sua dignità. E, sfiga, mentre in macchina raggiungevo il televisore più vicino per gustarmi la partita, mi è capitato di pensare a tutte queste cose. Al significato di quel corteo, alla disparità dei sessi.
Sessi. Sesso. Sesso. No, stiamo calmi, non è che mi sono eccitato, guidando. E’ che come un lampo, una lontana reminiscenza ecclesiale mi è balenata nel cervello.
Potevo concentrarmi su quel deficiente che ci stava mettendo più del dovuto a realizzare che era diventato verde, all’incrocio. Potevo rilassarmi con un po’ di buona musica. Potevo alambiccarmi a trovare la frequenza della radiocronaca per sentire le formazioni ufficiali. Invece no. Cazzo. Quel pensiero è venuto fuori, così, bastardo, e mi si è stampato a lettere di fuoco sulle sinapsi prepartita.
Gli Angeli, per definizione, non hanno sesso. Solo questo. Preciso. Pensiero.
Cosa c’entra? C’entra.
Perché il sillogismo successivo è stato: Ma se gli Angeli non hanno sesso, se i nostri giocatori sono Angeli, e se a Genova servono gli attributi…cioè, insomma,…non è che qualcosa non torna?
Ora, a parte che immaginare gente tipo Perez o Portanova lisci come bambole lì sotto, oppure un Mudy versione Cicciobello Nero, col pirolino microscopico e atesticolato, è una cosa spiacevole anche solo da pensare, e ancora meno piacevole se qualcuno glielo va a riferire, temo, ‘sta storia ha cominciato a preoccuparmi. Mi si è insinuato il tremendo e crescente dubbio che a Genova gli Angeli non erano i più adatti ad affrontare la battaglia. Sarebbero serviti dei demoni, magari, spietati e senza scrupoli per i genovesi in crisi.
Ho parcheggiato, ho cercato di rimuovere questi pensieri foschi che si facevano largo e mi sono messo a guardare la partita.
Reggere all’inizio, dicevo. Poi affondarli. Con gli attributi.
Infatti.
Gli Angeli, i nostri Angeli rossoblu, per l’occasione vestiti da evidenziatore (per fare pendant con l’aureola, immagino), hanno dimostrato una pietas davvero celeste, nei confronti dei doriani, uno spirito assistenziale e caritatevole degno delle Orsoline.
Pim, pum, pam. Sotto 3 a zero in un amen, tanto per stare in tema. Dopo un quarto d’ora sarei potuto tornare al corteo, che la partita era già sepolta.
L’Angelo Casarini fa fallo, punizione, gli Angeli Mudy e Meggio che si aprono tipo Mar Rosso, gol. Angolo, l’Angelo Moras si scosta da Gastaldello, l’Angelo Viviano non esce, gol. Rimpallone a centrocampo, gli Angeli della difesa arrancano, Maccarone s’invola e bolla.
Rimango sbigottito.
Il dubbio di prima, quello sul sesso degli Angeli, quello che per logica ci avrebbe impedito di avere gli attributi necessari, materializzato davanti ai miei occhi.
Nei successivi 75 minuti, tra osanna e canti gregoriani arriviamo in fondo. C’è pure spazio per il gol dell’Angelo Paponi, così per ribadire che la partita che sto guardando è piuttosto strana.
3 a 1. Tutti a casa.
Una reazione a dire il vero c’è stata. In campo non abbiamo certo gli ectoplasmi delle ultime annate, e anche una giornata delirante come questa non inficia per nulla su quanto penso dei giocatori e del mister.
Angeli erano e Angeli restano, per quello che hanno dimostrato e per quello che ci stanno dando.
Mettiamoci alle spalle la brutta esperienza, va.
E magari scendiamo dalle nuvole. La classifica resta praticamente immutata, abbiamo tutto per toglierci delle soddisfazioni. Serve solo ripiegare un po’ le ali, tornare a essere un pelo più umani, e il gioco è fatto.
Insomma, come dire, basterà essere meno paradisiaci putti asessuati, e più grintosi roccosiffredati. Tutto qui.
Sfiga, le vicende societarie non aiutano.
Niente Zanetti, niente Cazzola.
A proposito del sesso degli Angeli…
Oh, dopo tante settimane a sfondo smaccatamente profano, a ‘sto giro viro sul sacro, per parlare del Bologna. D’altronde, quando si perde, quando si perde di brutto come a Genova domenica scorsa, io mi sento molto ma molto vicino a Dio. Gli parlo con insistenza, diciamo.
Purtroppo, non essendo troppo avvezzo a trattare la materia in questione, posso solo andare per le spicce, giocare sui luoghi comuni, utilizzare quella scarsa infarinatura di catechismo sepolta nella memoria. Non si offenda nessuno, quindi, lo ammetto, sono in fallo. E non c’è doppio senso.
Dunque, prendiamola da lontano. Da Bologna-Catania, 1 a 0, la partita che ha inciso un solco piuttosto profondo tra noi e le inseguitrici, o comunque fra noi e la zona B. Gioia e gaudio per il risultato e per una classifica che, anche coi 3 punti di penalizzazione, anche con la partita con la Roma da recuperare, risultava fantastica. Sostanzialmente, ci siamo messi tutti, almeno per un po’, l’animo sereno covando la concreta speranza di non dover soffrire come cani. O almeno non come gli ultimi due anni. I più scettici hanno ricordato come il campionato fosse ancora lungo, come il calendario non fosse agevolissimo a breve, come anche l’anno scorso a un certo punto eravamo tranquilli, poi abbiamo dovuto ringraziare Zapata e Peluso, non esattamente due nostri attaccanti, per portare a casa la pellaccia. Avevano ragione, mica no. Ma un vigoroso ed esorcizzante strizzamento di maroni credevo bastasse per risolvere la cosa.
Comunque, dicevo, finita la partita Bologna – Catania, l’umore del tifoso bolognese medio era tra il raggiante e l’entusiasta. Nei discorsi da bar, sui forum, nelle trasmissioni locali, i messaggi che intercettavo erano tutti a tinte rosa.
Poi, sono uscite le prime notizie sulle condizioni dei nostri eroi dopo la sfida col Catania, che, e si era capito anche allo stadio, aveva avuto connotazioni più gladiatorie che calcistiche, per il simpaticissimo atteggiamento degli etnei, molto propensi a picchiare qualsiasi cosa si muovesse sul prato, indiscriminatamente.
Ecco, i referti medici usciti dopo la partita erano una specie di bollettino di guerra, roba da trincea sull’altopiano di Asiago nel ’15-’18: Britos con naso e fronte fratturati, Ekdal senza una coscia tipo Toti, cose così. Alle quali si aggiungevano le squalifiche e altri infortunati recenti, per esempio Ramirez, detto lo Sfigurato, dopo l’altra partita interna, quella con gli ancor più simpatici laziali.
Di fronte a questa catastrofe, a una lista assenti, degenti e dispersi in missione, che avrebbe ridotto i ranghi per le successive delicatissime sfide con Samp, Palermo, Roma e Juve (sempre generosa con noi la fortuna quando si sorteggiano i calendari), e preso atto che toccarsi le balle non conta un tubo, il succitato entusiasmo si era un po’ smorzato, ma era emersa una nuova tendenza.
Ovvero, la Beatificazione in vita di tecnico e giocatori, sopravvissuti a qualsiasi tipo di evento contrario, da settembre ad oggi, una lista di guai e avversità da far paura: Porcedda e Menarini, punti di penalizzazione, stipendi non pagati, rischio di fallimento, arrivo dell’imperatore del caffè con Baraldi, addio dell’imperatore del caffè con il concubino parmense, varie ed eventuali. Roba da cuori forti, affrontata con uno spirito eccezionale, anche in partite come quelle con Lazio e Catania, appunto, squadre provocatorie e zeppe di discendenti del meretricio più laido. Con risultati fantastici per i nostri colori. Degli eroi, i nostri, ne eravamo e ne siamo convinti tutti nel profondo.
Solo, io che in genere credo di essere persona pacata e ragionevole, ma che riguardo al calcio tendo a esagerare e vedere tutto o bianco o nero (juve merda, ndr), non mi sono fermato a quell’entusiasmo, alla richiesta di beatificazione di cui sopra. Mi sono spinto oltre. Ho intimamente pensato, immaginandomi il lazzaretto Casteldebole con gente bendata nelle brande, amputazioni sommarie, rumori di bombardamento in sottofondo, che i nostri non fossero solo eroi, o martiri. Ho pensato che fossero Angeli. Esseri superiori e celesti, le creature più perfette e simili al Sommo, inviateci in campo a parziale risarcimento di decenni di delusioni agghiaccianti.
Come altro avrei potuto considerare un ragazzo come Ekdal che si immola e sta in campo su una gamba sola? Cosa avrei potuto chiedere di più a un Di Vaio? Come non ritenere divino il talento e lo spirito di sopravvivenza di un Ramirez che gioca con la faccia sfondata? Come non credere che fossero Angeli, quelli che sono riusciti a non fare a cazzotti con i giocatori del Catania che i cazzotti li meritavano solo a guardarli in faccia?
Angeli, questi sono Angeli, mi ripetevo la settimana scorsa. E la cosa mi dava forza, in prospettiva.
Un po’ perché quando si è in ottimi rapporti col Padreterno un po’ conta, un po’ perché questa superiore e alata propensione dei nostri mi rincuorava in vista della trasferta di Genova, contro una Samp in crisi profonda. Nonostante le assenze, nonostante l’emergenza, mi dicevo, i ragazzi hanno un’ispirazione trascendente e una forza interiore da bonzo tibetano, sapranno andare a Marassi, affrontare la prevedibile sfuriata dei ciclisti, e affondarli definitivamente con la calma solenne degli eletti.
Sapevo bene che partite come quella con la Sampdoria sono da sempre delle trappole insidiosissime, nelle quali storicamente noi inciampiamo. Sapevo che un animale ferito come la squadra di Di Carlo, un altro che mi sta simpatico come un crampo di notte, è pericoloso. Ma sapevo anche quanto sia fragile l’equilibrio di certe situazioni. A Genova, riflettevo, bisogna passare indenni la prima mezz’ora, poi loro se la faranno sotto e noi colpiremo come cobra.
O come Angeli, appunto. Imperscrutabili, imperturbabili, superiori. Per natura.
Bastava solo avere carattere, i famosi attributi, e avremmo fatto un bello scherzetto ai blucerchiati.
Questo, accadeva nel mio cuore rossoblu, o più prosaicamente nella mia testa, fino a domenica mattina.
Poi, è arrivata la partita.
Avevo appena fatto una capatina in centro, a sostegno della manifestazione che rivendicava il ruolo della donna italiana, dei suoi diritti, della sua dignità. E, sfiga, mentre in macchina raggiungevo il televisore più vicino per gustarmi la partita, mi è capitato di pensare a tutte queste cose. Al significato di quel corteo, alla disparità dei sessi.
Sessi. Sesso. Sesso. No, stiamo calmi, non è che mi sono eccitato, guidando. E’ che come un lampo, una lontana reminiscenza ecclesiale mi è balenata nel cervello.
Potevo concentrarmi su quel deficiente che ci stava mettendo più del dovuto a realizzare che era diventato verde, all’incrocio. Potevo rilassarmi con un po’ di buona musica. Potevo alambiccarmi a trovare la frequenza della radiocronaca per sentire le formazioni ufficiali. Invece no. Cazzo. Quel pensiero è venuto fuori, così, bastardo, e mi si è stampato a lettere di fuoco sulle sinapsi prepartita.
Gli Angeli, per definizione, non hanno sesso. Solo questo. Preciso. Pensiero.
Cosa c’entra? C’entra.
Perché il sillogismo successivo è stato: Ma se gli Angeli non hanno sesso, se i nostri giocatori sono Angeli, e se a Genova servono gli attributi…cioè, insomma,…non è che qualcosa non torna?
Ora, a parte che immaginare gente tipo Perez o Portanova lisci come bambole lì sotto, oppure un Mudy versione Cicciobello Nero, col pirolino microscopico e atesticolato, è una cosa spiacevole anche solo da pensare, e ancora meno piacevole se qualcuno glielo va a riferire, temo, ‘sta storia ha cominciato a preoccuparmi. Mi si è insinuato il tremendo e crescente dubbio che a Genova gli Angeli non erano i più adatti ad affrontare la battaglia. Sarebbero serviti dei demoni, magari, spietati e senza scrupoli per i genovesi in crisi.
Ho parcheggiato, ho cercato di rimuovere questi pensieri foschi che si facevano largo e mi sono messo a guardare la partita.
Reggere all’inizio, dicevo. Poi affondarli. Con gli attributi.
Infatti.
Gli Angeli, i nostri Angeli rossoblu, per l’occasione vestiti da evidenziatore (per fare pendant con l’aureola, immagino), hanno dimostrato una pietas davvero celeste, nei confronti dei doriani, uno spirito assistenziale e caritatevole degno delle Orsoline.
Pim, pum, pam. Sotto 3 a zero in un amen, tanto per stare in tema. Dopo un quarto d’ora sarei potuto tornare al corteo, che la partita era già sepolta.
L’Angelo Casarini fa fallo, punizione, gli Angeli Mudy e Meggio che si aprono tipo Mar Rosso, gol. Angolo, l’Angelo Moras si scosta da Gastaldello, l’Angelo Viviano non esce, gol. Rimpallone a centrocampo, gli Angeli della difesa arrancano, Maccarone s’invola e bolla.
Rimango sbigottito.
Il dubbio di prima, quello sul sesso degli Angeli, quello che per logica ci avrebbe impedito di avere gli attributi necessari, materializzato davanti ai miei occhi.
Nei successivi 75 minuti, tra osanna e canti gregoriani arriviamo in fondo. C’è pure spazio per il gol dell’Angelo Paponi, così per ribadire che la partita che sto guardando è piuttosto strana.
3 a 1. Tutti a casa.
Una reazione a dire il vero c’è stata. In campo non abbiamo certo gli ectoplasmi delle ultime annate, e anche una giornata delirante come questa non inficia per nulla su quanto penso dei giocatori e del mister.
Angeli erano e Angeli restano, per quello che hanno dimostrato e per quello che ci stanno dando.
Mettiamoci alle spalle la brutta esperienza, va.
E magari scendiamo dalle nuvole. La classifica resta praticamente immutata, abbiamo tutto per toglierci delle soddisfazioni. Serve solo ripiegare un po’ le ali, tornare a essere un pelo più umani, e il gioco è fatto.
Insomma, come dire, basterà essere meno paradisiaci putti asessuati, e più grintosi roccosiffredati. Tutto qui.
Sfiga, le vicende societarie non aiutano.
Niente Zanetti, niente Cazzola.
A proposito del sesso degli Angeli…
SOCMEL TV SAMP - BULAGGNA 3-1 , ''AILAIT''
Sdrammatizziamo la sconfitta di Genova con gli ailait di Socmeltv
lunedì 14 febbraio 2011
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Sampdoria
Quando cercavo lavoro mi consigliavano di indicare nel mio curriculum vitae di avere bella presenza. Bella presenza non l’ho mai avuta, anzi, ma una splendida assenza si. Ho sempre pensato che, solo per la gioia di godere della mia assenza chiunque avrebbe dovuto assumermi. Il Bologna di Marassi segue la stessa logica che anche in questo caso però ottiene scarsi risultati. Assente ingiustificato per un tempo intero e forse più, il Bologna lascia alla Samp di Garrone una vittoria da libro cuore. Ecco commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro la Doria a Marassi.
VIVIANO 5,5 Coi Palombi catturato nella rete vien pescato
MORAS 5 Se lo beve Gastaldello come fosse un Tavernello
PORTANOVA 5,5 Osteria del Danielone, è indigesto il Maccarone.
CHERUBIN 5,5 E’ dura diventar campioni con la maglia di Zenoni
RUBIN 5,5 Biabiany non fa mai niente ma lo rende balbuziente
PEREZ 5,5 Uno splendido gregario con le scarpe all’incontrario.
MUTARELLI 6- La frisona cerca gloria e muggisce alla Sampdoria
MUDINGAYI 5,5 A Marassi non c’è il pesto solo un Mudi un po’ più mesto.
CASARINI 6- Anche se è un quarto di manzo una bistecca non fa un pranzo
MEGGIORINI 5,5 Lui la porta non la trova manco a entrar nell’auto nuova
DI VAIO 5 Supermarco di Marassi è andato a fare quattro passi
MORAS 5 Se lo beve Gastaldello come fosse un Tavernello
PORTANOVA 5,5 Osteria del Danielone, è indigesto il Maccarone.
CHERUBIN 5,5 E’ dura diventar campioni con la maglia di Zenoni
RUBIN 5,5 Biabiany non fa mai niente ma lo rende balbuziente
PEREZ 5,5 Uno splendido gregario con le scarpe all’incontrario.
MUTARELLI 6- La frisona cerca gloria e muggisce alla Sampdoria
MUDINGAYI 5,5 A Marassi non c’è il pesto solo un Mudi un po’ più mesto.
CASARINI 6- Anche se è un quarto di manzo una bistecca non fa un pranzo
MEGGIORINI 5,5 Lui la porta non la trova manco a entrar nell’auto nuova
DI VAIO 5 Supermarco di Marassi è andato a fare quattro passi
RAMIREZ 6,5 L’avversario non è arcigno ma serviva in campo il niño
PAPONI 6,5 I Paponi vecchio stampo vanno bene in Via del Campo
MORLEO s.v. Quando corre sembra voli e prova ad invertire i poli
PAPONI 6,5 I Paponi vecchio stampo vanno bene in Via del Campo
MORLEO s.v. Quando corre sembra voli e prova ad invertire i poli
MALESANI 5 Sbuffa andando alla deriva un pedalò-locomotiva
CONSORTE 6 Chiede l’obolo ordinario anche ai pesci dell’acquario.
La prossima sarà col Palermo gara nella quale servirà recuperare i tanti assenti presunti di oggi e anche quelli veri che oggi, se schierati in campo, forse avrebbero dato un significato diverso alla partita. Ma come si dice… gli assenti hanno sempre torto. Vi confesso che anche io oggi ero assente a Marassi però con il Palermo ci sarò a dare il mio contributo di tifo. E sono certo che saranno presenti anche i ragazzi in campo.
Un saluto rossoblù da Darioz.
venerdì 11 febbraio 2011
Cinema d' Autore - Passainbanca (Casablanca )
Domenica ,prima della partita, vedo passare per via A.Costa Consorte con lo spolverino alzato sulla coppa e il cappello. In quel momento mi ha ricordato Humphrey Bogart.Quindi ho immaginato la scena finale di Casablanca immaginando il dialogo d'addio Ilsa (Ingrid Bergman )e Rich (Bogart ) ,naturalmente in chiave rossoblu .
Chiedo perdono ai puristi del cinema
INOLTRE SE PARTE L'AUDIO E NON IL VIDEO, RIPROVATE A RILALACIARE IL LINK. DIV SHARE NON E' COME YOUTUBE
Chiedo perdono ai puristi del cinema
INOLTRE SE PARTE L'AUDIO E NON IL VIDEO, RIPROVATE A RILALACIARE IL LINK. DIV SHARE NON E' COME YOUTUBE
martedì 8 febbraio 2011
BRISA fra ricordi e rimpianti sogna il ritorno di Francy
"Menarina Numero 25" di Cremonini Demuli BRISA
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro il Catania
Una volta e fino a poco tempo fa qui a Bologna si rompevano i tifosi. Poi hanno cominciato a rompersi pure i presidenti che però, al contrario di quanto fanno in tifosi, quando si rompono se ne vanno. Adesso si stanno rompendo anche i giocatori. Qui si tratta di altre rotture; dovute a gomitate e zampate, pestoni e craniate. Ma il risultato non cambia. Sempre rotture sono, quello che però non rompe e non si rompe è la compattezza di un gruppo ineguagliabile che anche in una giornata non felice si dimostra unito fino alla vittoria. Ecco commenti e voti di mezzo pieno mezzo voto ai giocatori del Bfc contro il Catania.
VIVIANO 6,5 Emiliano te la godi la banana dieci e lodi
MORAS 6 Non puoi aver tante pretese quando giochi col Marchese
PORTANOVA 7 Segna il goal e dopo esulta contro il forum che lo insulta
BRITOS 6 Un’errata procedura di uno stopper di rottura
RUBIN 6 Un terzino molto fashion con dei colpi da playstation
PEREZ 6,5 Una gara nerboruta. Contro il Llama il sangue sputa.
MUDINGAYI 6+ Che peccato si sia rotto prima lui dello Schelotto
DELLA ROCCA 6 Trequartista e pure Pirlo è Della Rocca, manco a dirlo.
EKDAL 6+ Sfiora un goal spropositato, è quasi meglio infortunato.
MEGGIORINI 6+ Esorcizza la scalogna ma la rete ancora sogna
DI VAIO 6 Anche il piede del campione prende un bello svirgolone.
MORAS 6 Non puoi aver tante pretese quando giochi col Marchese
PORTANOVA 7 Segna il goal e dopo esulta contro il forum che lo insulta
BRITOS 6 Un’errata procedura di uno stopper di rottura
RUBIN 6 Un terzino molto fashion con dei colpi da playstation
PEREZ 6,5 Una gara nerboruta. Contro il Llama il sangue sputa.
MUDINGAYI 6+ Che peccato si sia rotto prima lui dello Schelotto
DELLA ROCCA 6 Trequartista e pure Pirlo è Della Rocca, manco a dirlo.
EKDAL 6+ Sfiora un goal spropositato, è quasi meglio infortunato.
MEGGIORINI 6+ Esorcizza la scalogna ma la rete ancora sogna
DI VAIO 6 Anche il piede del campione prende un bello svirgolone.
CASARINI 6 La bistecca scende in gola che è più dura di una suola
ESPOSITO s.v. Non è stato affatto a vuoto il suo giro in Morimoto
GIMENEZ s.v. Per Zarate mi consolo e mi meno un po’ da solo.
ESPOSITO s.v. Non è stato affatto a vuoto il suo giro in Morimoto
GIMENEZ s.v. Per Zarate mi consolo e mi meno un po’ da solo.
MALESANI 6 Sbatti in aria le manone per il ballo di Simeone.
PAVIGNANI 6 Carmen Consoli lo mastica il suo amore che è di plastica
Dopo Ramirez e il brutto incidente di Garics (auguri Austroungarici)oggi è toccato a Moras, Britos e Mudingayi oltre agli acciaccati Meggiorini ed Ekdal. Il Bologna conta i superstiti e si prepara ad affrontare la Sampdoria. E’ proprio il caso di dire che si fa rotta verso Genova.
Un saluto rottoblù ehm… rossoblù da Darioz.
sabato 5 febbraio 2011
Una canzone per scacciare la sfortuna
e aiutare il generosissimo meggio a trovare la via della rete
e aiutare il generosissimo meggio a trovare la via della rete
venerdì 4 febbraio 2011
MEZZO PIENO MEZZO VOTO
Commenti e voti ai giocatori del Bfc 1909 contro l' Udinese
Ma per fortuna che c’è Riccardo, che da solo gioca a biliardo non di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia. Riccardo sarà pure simpatico ma a se nel biliardo magari qualche palla in buca la manda qui gli rimane soltanto la stecca. Perciò dopo una prova generosa ed egregia si autoproclama nuovo capro espiatorio, vice Paponi e novello attaccante-Fava di un Bologna troppo bello per essere criticato nei singoli. Perciò in bocca al lupo a Meggiorini ed ecco commenti e voti della bella prova del Bologna a Udine.
VIVIANO 7+ All’incrocio alza la mano come fa un vigile urbano.
MORAS 5,5 Quando Di Natale è in vista balla come una cubista.
PORTANOVA 5 Nella porta a Domizzi quelle palle gliele squizzi
BRITOS 6 Di Natale è proprio fico ma gli arriva all’ombelico
RUBIN 6+ Se tu il bravo non farai ti rimando in Uruguay
MUDINGAYI 6,5 Se là in mezzo i pinzi vedi son le pinze dei suoi piedi.
EKDAL 6+ Questo freddo era un’inezia. Gli sembrava la sua Svezia
DELLA ROCCA 6+ Gioca una buona partita dalla sua Isla Bonita
PEREZ 6+ Se c’è Armero che si illude Perez lotta a mani nude.
MEGGIORINI 5,5 Raffinate conclusioni degne del miglior Paponi
DI VAIO 7 Fra le gambe di Zapata ha trovato la patata
MORAS 5,5 Quando Di Natale è in vista balla come una cubista.
PORTANOVA 5 Nella porta a Domizzi quelle palle gliele squizzi
BRITOS 6 Di Natale è proprio fico ma gli arriva all’ombelico
RUBIN 6+ Se tu il bravo non farai ti rimando in Uruguay
MUDINGAYI 6,5 Se là in mezzo i pinzi vedi son le pinze dei suoi piedi.
EKDAL 6+ Questo freddo era un’inezia. Gli sembrava la sua Svezia
DELLA ROCCA 6+ Gioca una buona partita dalla sua Isla Bonita
PEREZ 6+ Se c’è Armero che si illude Perez lotta a mani nude.
MEGGIORINI 5,5 Raffinate conclusioni degne del miglior Paponi
DI VAIO 7 Fra le gambe di Zapata ha trovato la patata
CASARINI 6 La bistecca ha fatto a gara con la Coda vaccinara
MUTARELLI 6+ La frisona che dileggio fa da assist man al Meggio
MUTARELLI 6+ La frisona che dileggio fa da assist man al Meggio
MALESANI 6,5 Guidolin forse lo sa com’è Udine città
PAVIGNANI 6,5 Neanche Marx che l’ha creato il capitale ha incrementato
Il Riccardo di ieri sera avrebbe perso anche giocando da solo a biliardo ma senza di lui con la sua sfortuna in fase conclusiva e dopo una prova anche sua generosa e bella, sapeste che noia qui al bar e a tifare Bologna non ci si annoia mai.
Un saluto rossoblù da Darioz.
giovedì 3 febbraio 2011
"A ME GLI OCCHI"
La vita e la partita viste da Wanda Nerd con gli occhi dei nostri campioni .
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Riccardo Meggiorini.
Il Bologna scende in campo, con una partita in meno, con tre punti in meno, gli hanno tolto tutto, anche Ramirez...
Allora chi gioca? Abbiamo comprato una punta nuova? No. Allora si fa con quello che si ha. Gimmy? No. Paponi? No! Gavilan? No... Ah!! Meggiorini!!! Meggiorini? Oh... Meggiorini...
E vediamo che combina il Meggio.
Dai Meggiorini! Dai! Dai! Fagliela vedere! Fottili tutti! Fai onore al numero che porti sulla schiena!
Spogliatoio. Il Meggio si sta caricando. Dopo kili di scotch ben divisi tra caviglie e dita, calzettoni, prima il destro e poi il sinistro, a seguire sottomaglia e pantaloncini, il Meggio si blocca.
"Cazzo! Anche stavolta mi sono dimenticato le mutande portafortuna, con quelle segno sempre!".
Cosa??? Ma cavolo, poteva portarsele dietro??? Vabbè, non pensiamo alla scaramanzia, non serve! Questa è la serata di Meggiorini!
"Aoh Meggio! Te dai una mossa!!" sbraita Portanova, nemmeno quando impartisce gli ordini al suo fedele bulldog, di nome Diego, ( "Come Perez" [cit.]) è così deciso.
"Arrivo! Arrivo! Non mi far fretta!!!! Poi mi dimentico cosa devo fare!" risponde Meggiorini.
Cosa deve fare? Gli mancano solo le scarpe e la maglia, si riferirà a quelle...
Con grande calma, quasi eterea, prende dalla borsa un astuccio, una di quelle bustine di tessuto plastificato per i prodotti da bagno. Ma vuole farsi la doccia? Ah, forse si metterà la cera nei capelli!
No... Dall'astuccio prende fuori un altro astuccio... Poi un altro astuccio, dall'astuccio che aveva recuperato dal primo astuccio... Ma che roba è? L'astuccio a matrioska? Boh...
Per concludere estrae un altro astuccio, oramai siamo alla seconda generazione di astucci, ma almeno da quest ultimo non ne estrae un altro.
Dentro ci sarà una pepita d'oro? Un amuleto? Un santino?
Nell'astuccio, dell'astuccio, dell'astuccio, dell'astuccio ci sono delle forbicine, di quelle che si usano per tagliare le unghie. Queste però sono dorate... Per essere delle forbicine sono davvero carine...
Vabbè...
Afferrate come se fossero di cristallo, prende la divisa ed inizia a tagliarne il colletto...
E' come se in faccia mi stesse facendo a pezzi sessantacinque euro. Sono allibita.
Con una cura certosina taglia a metà quel brandello di poliestere blu e ne mette un pezzo nella destra prima, nella sinistra poi.
I compagni di squadra sono abituati a questa stranezza, poi del resto chi non ne ha.
E' il momento di scendere in campo. Si parte davvero. Saluto. Palla al centro e via.
"Ah! Mi da fastidio la scarpa sinistra... Buon segno!" pensa Riccardino.
Ma è matto questo? È contento perchè gli da fastidio la scarpa?
"Vai, vai, vai! Sempre più fastidio!".
Ok, questo è fuori come un balcone.
Area, passaggio di Ekdal, Meggiorini di sinistro caccia una gran lega sul primo palo. Sorbole che tiro!
Il portiere la para, un portiere che usa come numero il sei, para un tiro del genere?
Inizio a capire la follia di Meggiorini. Quando gli da fastidio una delle metà del colletto che ha nelle scarpe, vuol dire che il piede giusto è quello più tormentato dall'accartocciarsi e dal contorcesi della pezzuola.
Per me rimane una cosa assurda, ma sta a vedere che funziona...
Per il resto del primo tempo le pezzole si fanno sentire ma non abbastanza.
"Dai! Dai! Dai!" la mente del Meggio è monosillabica.
Un leggero fastidio al piede sinistro, ma troppo leggero per un tiro, facciamo un assit, "Vai Marco!!!". (Sempre il sinistro).
Gol!!! Ma bravo Meggio e soprattutto bravo Marco!!!!!
Allora quei bagagli nelle scarpe iniziano ad ingranare!!!!
Passa una cosa come trenta secondi e Marchino prova a sdebitarsi subito.
Assist millimetrico, perfetto.
"Oh, no!! No! Ora no!!!!! No!" pensa il Meggio.
Non mi dire che... MA CAZZO!!!! Non gli prudeva nessun piede, nè il destro nè il sinistro, non gli dava problemi nemmeno l'unghia del mignolo. Niente, niente di niente.
Risultato?
Una scarpata terrificante... Sbagliato un gol già fatto...
Maledizione al colletto...
"Marco scusami, è che non mi facevano male i piedi!" sussurra Riccardino tutto amareggiato.
"Eh? Ah! Sì..." gli risponde il Santo con l'aria un po' perplessa. Poi gli torna in mente il rito vudù di cui si macchi Meggio ad ogni partita, vudù verso i sessantacinque euro intendo, e lo manda a cagare alla velocità della luce.
Forse non era giornata, forse bisogna inventarsi un altro rito o forse semplicemente bisogna darsi una mossa. A questo dubbio solo l'astuccio a matrioska può dare risposta.
Fine partita. L'Udinese ha rimontato. Ma va bene lo stesso al Bologna. Insomma non si piange in campo per questo pareggio.
"Ora che palle, mi diranno che non so giocare, che non faccio mai gol, che non so fare un casso...
La prossima volta provo a mettermi nelle scarpe il colletto di qualcun altro... In una quello di Marco e nell'altra... Nell'altra... Nell'altra... Ma chi è che fa gol qui? Ah...
Basta vado a farmi la doccia...".
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Riccardo Meggiorini.
MEGGIO PEGGIO
Il Bologna scende in campo, con una partita in meno, con tre punti in meno, gli hanno tolto tutto, anche Ramirez...
Allora chi gioca? Abbiamo comprato una punta nuova? No. Allora si fa con quello che si ha. Gimmy? No. Paponi? No! Gavilan? No... Ah!! Meggiorini!!! Meggiorini? Oh... Meggiorini...
E vediamo che combina il Meggio.
Dai Meggiorini! Dai! Dai! Fagliela vedere! Fottili tutti! Fai onore al numero che porti sulla schiena!
Spogliatoio. Il Meggio si sta caricando. Dopo kili di scotch ben divisi tra caviglie e dita, calzettoni, prima il destro e poi il sinistro, a seguire sottomaglia e pantaloncini, il Meggio si blocca.
"Cazzo! Anche stavolta mi sono dimenticato le mutande portafortuna, con quelle segno sempre!".
Cosa??? Ma cavolo, poteva portarsele dietro??? Vabbè, non pensiamo alla scaramanzia, non serve! Questa è la serata di Meggiorini!
"Aoh Meggio! Te dai una mossa!!" sbraita Portanova, nemmeno quando impartisce gli ordini al suo fedele bulldog, di nome Diego, ( "Come Perez" [cit.]) è così deciso.
"Arrivo! Arrivo! Non mi far fretta!!!! Poi mi dimentico cosa devo fare!" risponde Meggiorini.
Cosa deve fare? Gli mancano solo le scarpe e la maglia, si riferirà a quelle...
Con grande calma, quasi eterea, prende dalla borsa un astuccio, una di quelle bustine di tessuto plastificato per i prodotti da bagno. Ma vuole farsi la doccia? Ah, forse si metterà la cera nei capelli!
No... Dall'astuccio prende fuori un altro astuccio... Poi un altro astuccio, dall'astuccio che aveva recuperato dal primo astuccio... Ma che roba è? L'astuccio a matrioska? Boh...
Per concludere estrae un altro astuccio, oramai siamo alla seconda generazione di astucci, ma almeno da quest ultimo non ne estrae un altro.
Dentro ci sarà una pepita d'oro? Un amuleto? Un santino?
Nell'astuccio, dell'astuccio, dell'astuccio, dell'astuccio ci sono delle forbicine, di quelle che si usano per tagliare le unghie. Queste però sono dorate... Per essere delle forbicine sono davvero carine...
Vabbè...
Afferrate come se fossero di cristallo, prende la divisa ed inizia a tagliarne il colletto...
E' come se in faccia mi stesse facendo a pezzi sessantacinque euro. Sono allibita.
Con una cura certosina taglia a metà quel brandello di poliestere blu e ne mette un pezzo nella destra prima, nella sinistra poi.
I compagni di squadra sono abituati a questa stranezza, poi del resto chi non ne ha.
E' il momento di scendere in campo. Si parte davvero. Saluto. Palla al centro e via.
"Ah! Mi da fastidio la scarpa sinistra... Buon segno!" pensa Riccardino.
Ma è matto questo? È contento perchè gli da fastidio la scarpa?
"Vai, vai, vai! Sempre più fastidio!".
Ok, questo è fuori come un balcone.
Area, passaggio di Ekdal, Meggiorini di sinistro caccia una gran lega sul primo palo. Sorbole che tiro!
Il portiere la para, un portiere che usa come numero il sei, para un tiro del genere?
Inizio a capire la follia di Meggiorini. Quando gli da fastidio una delle metà del colletto che ha nelle scarpe, vuol dire che il piede giusto è quello più tormentato dall'accartocciarsi e dal contorcesi della pezzuola.
Per me rimane una cosa assurda, ma sta a vedere che funziona...
Per il resto del primo tempo le pezzole si fanno sentire ma non abbastanza.
"Dai! Dai! Dai!" la mente del Meggio è monosillabica.
Un leggero fastidio al piede sinistro, ma troppo leggero per un tiro, facciamo un assit, "Vai Marco!!!". (Sempre il sinistro).
Gol!!! Ma bravo Meggio e soprattutto bravo Marco!!!!!
Allora quei bagagli nelle scarpe iniziano ad ingranare!!!!
Passa una cosa come trenta secondi e Marchino prova a sdebitarsi subito.
Assist millimetrico, perfetto.
"Oh, no!! No! Ora no!!!!! No!" pensa il Meggio.
Non mi dire che... MA CAZZO!!!! Non gli prudeva nessun piede, nè il destro nè il sinistro, non gli dava problemi nemmeno l'unghia del mignolo. Niente, niente di niente.
Risultato?
Una scarpata terrificante... Sbagliato un gol già fatto...
Maledizione al colletto...
"Marco scusami, è che non mi facevano male i piedi!" sussurra Riccardino tutto amareggiato.
"Eh? Ah! Sì..." gli risponde il Santo con l'aria un po' perplessa. Poi gli torna in mente il rito vudù di cui si macchi Meggio ad ogni partita, vudù verso i sessantacinque euro intendo, e lo manda a cagare alla velocità della luce.
Forse non era giornata, forse bisogna inventarsi un altro rito o forse semplicemente bisogna darsi una mossa. A questo dubbio solo l'astuccio a matrioska può dare risposta.
Fine partita. L'Udinese ha rimontato. Ma va bene lo stesso al Bologna. Insomma non si piange in campo per questo pareggio.
"Ora che palle, mi diranno che non so giocare, che non faccio mai gol, che non so fare un casso...
La prossima volta provo a mettermi nelle scarpe il colletto di qualcun altro... In una quello di Marco e nell'altra... Nell'altra... Nell'altra... Ma chi è che fa gol qui? Ah...
Basta vado a farmi la doccia...".
mercoledì 2 febbraio 2011
TIRA MOLLA
La Trasmissione Immaginaria
Non è successo niente. Facce di serpente.
Oddio, niente niente, no. In settimana l’amatissimo Baraldi ha spiegato perché Zanetti, e di conseguenza lui, abbandonavano il Bologna. Insieme. Che poi a uno viene il sospetto che siano una coppia di fatto, quei due, tanto sono legati. Un DI.CO manageriale. In sostanza, ha detto e scritto Baraldi, i conti del Bologna non sono regolari, sono sbagliati, c’è un buco di 9 milioni che lui, e solo lui, ha scoperto. Per questo motivo Carabinieri e Procura hanno sentito subito Zanetti, Baraldi e Consorte. Che in italiano magari forse non va benissimo, ma in matematica se la cava meglio, mi pare. Di certo meglio dell’Amministratore Delegato pretaporter, quello che nelle società in cui lavora resta giusto qualche mese, poi scoppia il casino, e un motivo ci sarà.
E infatti, il giorno dopo Baraldi ha smentito se stesso, ha detto che si era sbagliato. Nessun buco. Strano.
Domenica c’era la Roma, al Dall’Ara. Ma c’era anche la neve. Che per un bizzarro disegno del destino da qualche anno vien giù solo la domenica, solo nelle ore della partita, solo in concomitanza con le partite in casa. Sedici minuti giocati e sospensione. Sono soddisfazioni.
Il calciomercato di gennaio si è chiuso per il Bologna senza nulla da segnalare, sai che novità.
Lunedì sera c’erano le solite trasmissioni radiotelevisive a tinte rossoblu. Ma io faccio fatica a seguirle, se il Bologna non ha giocato. E’ come assistere a un dibattito sulle prestazioni sessuali di Belen. Non mi riguardano.
Insomma, quindi, che faccio, adesso? Come dicevo, facce di serpente, non è successo niente, e io cosa diavolo potrei scrivere, stavolta?
La fortuna di fare lo scrittore a tempo perso è quella di avere un po’ di fantasia. E allora me la gioco con quella. Invento, immagino, sogno.
Non dovendo commentare una partita che non si è giocata, non dovendo commentare il calciomercato che non c’è stato, non dovendo commentare l’uscita di Zanetti e Baraldi, che è storia vecchia ormai, la mia mente si è concentrata su piani diversi. Ho immaginato la trasmissione perfetta per un lunedì come quello di ieri, di nulla. Nella mia testa, una trasmissione del genere, messa in piedi per dibattere di niente, necessiterebbe di un nutritissimo plotone di ospiti autorevoli. Di una conduttrice. Di commentatori storici. Di umoristi affermati. Di una valletta ai messaggi da casa. Insomma, un cast d’eccezione, per un caso eccezionale.
Per la trasmissione immaginaria. Appunto. Così come la vorrei. Eccovela.
Lunedì 31 gennaio 2011. Ore 21.
Parte la musica, incalzante. Il Pallone nel 7, Edizione Speciale, in diretta sul digitale terrestre, sull’891 di Sky, su Radio Nettuno, in streaming. E pure nei cinema.
Le note della sigla sfumano, sullo schermo si nebulizza un elegante effetto foschia nei dintorni di Malalbergo, poi l’immagine torna nitida e appare un essere con sciarpa multicolore punto croce, piumino imbottito in dotazione ai reparti speciali delle Giubbe Rosse per gli inverni più rigidi, doppio orologio sincronizzato sul fuso orario di via Andrea Costa e Piazza Azzarita. In una mano, fazzoletto di cotone stropicciato, rigorosamente tenuto in favore di telecamera, il cui contenuto è databile solo al carbonio 14. Nell’altra mano, un post-it giallo con annotazioni in cirillico in corpo 1,5. Barba incolta che buca la sciarpa punto croce. Occhiale da sole a goccia molto in voga al Piper a inizio anni ‘70 e a casa Bocelli oggi, bulbo rigidamente pressurizzato all’indietro.
Il Civ comincia il suo punto. L’analisi dei fatti. Gli occhi fissi sul foglietto giallo.
“Buonasera, hm, bof. Che dire di ieriii? Non si doveva giocare. Non si dovrebbe MAI giocare se nevica. Per rispetto dei giocatori, della regolarità del campionato, degli spettatori e della Convenzione di Ginevra. E qui…ne avrei delle cose da dire….Io le partite rinviate a Bologna dal dopoguerra me le ricordo tutte! Ma andiamo avanti. Bof, scatarr. Baraldi se n’è andato. Zanetti anche. Hanno detto che c’erano i bilanci messi male. Malissimo. Ma pare, mi si dice, mi raccontavano al bar, che non sia vero. E io l’avevo detto! Giammai Baraldi a Bologna, nemmeno con Zanetti! Mica come quei pistola dei tifosi che lo volevano…Io l’avevo detto, da subito! E Zanetti ha fatto una figuretta, avevo detto anche questo, il 23 dicembre.
Del 2003. Perché io lo sapevo…”
Il Civ guarda severo la telecamera. Poi riabbassa gli occhi, ma sbaglia mano, va su quella del fazzoletto.
“Caccola, caccola, caccola. Ah, no, bof, scusate. Mercato: non è arrivato nessuno. Si, vabbè, Montelongo, un altro uruguagio…hm, bof…sei meno meno, non conta nulla. E se lo prendeva Baraldi era Montebaraldi...passatemi la battuta, e contava ancor meno, io l’avevo detto. Bene. Insomma. Serviva una punta che facesse Goal. Go-al. Faremo senza. Come sempre.
Le Associazioni. Hm, bof, sgrunt. Io non metto un euro, ma mi pare un’idea buona. Anzi, strampalata. L’avevo detto. E infatti hanno raccolto poco, avevo detto che raccoglievano poco, io… E per ora mi fermo qui. State benone. Scatarr.”
Altra sigletta, più corta.
Di nuovo dissolvenza. Stavolta con effetto bruma al largo delle Orcadi. L’inquadratura è larga, sullo schermo tutto lo studio e tutti i presenti. Poi si stringe verso il centro.
La conduttrice, Sabrina Orlandi, è ripresa in primo piano. Minigonna foglia di fico, calza con riga posteriore anni quaranta, camicetta allacciata dal quarto bottone, collana di perle, trucco curato. E sul cuore una spilla in argento con la scritta Ecco, oggi mi sento femmina, non so se avete notato.
Gli spettatori da casa hanno notato. Qualche migliaio di tifosi maschi deglutiscono all’unisono davanti al video e lo schiocco delle epligottidi sincronizzate è un tuono che frusta l’aria di Bologna e provincia.
La Orlandi presenta la ricchissima platea di ospiti, disposta ad emiciclo. La telecamera si sposta e scarrella. Gli spettatori urlano Noooooo, tutti insieme. Poi si asciugano la bava nella manica della camicia con consumata noncuranza.
Le riprese indugiano sugli ospiti. Alla destra della Orlandi ci sono, nell’ordine: Marino Perani, Rita Mandini (e qui l’attenzione degli spettatori registra un nuovo picco d’ascolti), Alberto Bortolotti, Adalberto Bortolotti, Giancarlo Monari, Ferdinando Pellerano.
Immagine di nuovo sulla Orlandi, poi ancora sugli ospiti, quelli di sinistra: Giovanni Consorte, il già visto Civolani, Oddone Nordio, Carmine Longo. In un angolo sono relegati Alessandra Moretta (ennesimo innalzamento dell’attenzione da casa) con un pc davanti per leggere i messaggi dei tifosi, e il vignettista Stab.
Si inizia.
La Orlandi si issa su uno sgabello. Accavalla. Nelle case, i bolognesi fanno la ola.
“Direi di fare un primo giro di opinioni sulla partita di ieri,” dice la Orlandi “o meglio, sulla non-partita di ieri. Era giusto fermarla, come diceva il Civ prima, oppure…”
“Mah, è sempve abbastanza difficile in queste condizioni…” inizia Perani “pevò la neve ha un pvegio. Si vedono meglio i negvetti. Visaltano!”
“Chi è che ci salta?!” chiede baritonalmente il Civ.
Un secondo d’imbarazzo, poi interviene la Mandini, nel ruolo improvvisato di badante. In sovrimpressione si legge Margherita Mandini. Eccitazione e stupore, a casa.
Alberto Bortolotti concorda col Civ. “Assurdo giocare,” dice “io però credo che non fosse neve. Era la forfora di Porcedda. Che come noto è un cialtrone, tanto per ribadire.”
“Io l’avevo detto.” incalza il Civ.
“Neve? Quale neve?” chiede Pellerano.
Adalberto Bortolotti torna sul tema, ribadendo “Ancora più assurdo iniziare a giocare, poi sospendere.”
Nordio fa una mezza battuta sulla differenza di clima con le Canarie, poi inizia a raccontare fotogramma per fotogramma le sue vacanze. Per fortuna si intromette Consorte.
“Meglio ghiarir e subbete. Lo spalamend d iero, c’è costate cicca 200.000 eure. Così suddivise: 80.000 a Zanetto, 110.000 gli attri socc, più un aumed de gapitale di 10 euro a fiocco delle associazzz…iunale veramente…Tutt’appost.”
“O’ clima è nel grembo di Gggiove.” gli fa eco Longo.
“Smunch. Chi mi paffa il parmigiano’” chiosa Monari “Graffie, burp.”
“Stab, hai una vignetta sulla neve di ieri?” chiede la Orlandi.
Le telecamere inquadrano un originalissimo disegno delle due torri. Quella di sinistra dice “Visto che neve?”, quella di destra risponde “Un tempaccio per tutti, ma non per Totti”. Risate di cortesia.
“Alessandra, ci sono dei messaggi?”
“Sì” risponde la Moretta “ sono tutti a favore di Zanetti. Con lui non è mai nevicato.”
“Vero.” sottolinea Bortolotti.
“L’avevo detto”. Dice il Civ.
“Pubblicità.” rilancia la Orlandi.
L’inquadratura si ferma qualche secondo su di lei, sgabellata di tre quarti. Trepidante e ormonale saspens degli spettatori. L’immagine si ingrandisce, si ingrandisce, si ingrandisce. Alla vigliacca, sullo schermo appare all’improvviso la signora Rosa, della Nautica Nettuno. Effetto secchiata gelida in zona pelvica. Rattrappimento e castigo.
Di nuovo Pallone Nel 7.
Secondo giro di opinioni. Si parla di mercato. Di Montelongo.
“Ah, è arrivato qualcuno?” chiede stupito Pellerano.
“M’ha dette Lonco, di cui mi fide giecamend, che Montelonc è fotte…” si sbilancia Consorte.
“Chi è che fotte?” tuona il Civ “No perché io, nel ’44, negli accampamenti degli alleati, andavo a farmi regalare i preservativi…Gold-One! E’ da lì che…”
“Sì, Civ, lo sappiamo…” dice la Orlandi, poi fa un cenno d’intesa alla Mandini. La telecamera la inquadra mentre conta le gocce che scendono da un flacone. Poi attraversa lo studio e passa il bicchiere al Civ.
“Praticamente il Bologna non ha fatto mercato, ma non si può criticare la società per questo. Come non l’avrei criticata con dentro Zanetti. Per coerenza. Ah, volevo aggiungere che questa situazione è colpa di Porcedda.” asserisce Alberto Bortolotti.
“Capisco la coerenza…ma se c’era Zanetti un po’ di mercato era giusto pretenderlo.” puntualizza suo zio.
“Il mercato a Gran Canaria lo fanno il giovedì.” annuncia Nordio.
“Sì, ma questo Montelongo può fave tutta la fascia? Pevchè io a questo punto pvopovvei un bel 3-5-2…” dice Perani.
“E vabbuò.” spiega Longo. “Danari non ne avevamo. E allora occorreva materia griggia per muoversi, il famoso cerebro panellenico. Io avevo bloccato Rodriguez, ad esempio. Poi l’Augusto Console Baraldi ha bloccato la cosa e lu guagliò l’avimm perse. Per quanto attiene a Montelongo, questo era il miglior laterale dell’intero continente sudamericano. Poi ha subito un grave infortunio e sto fesso di Paco Casal l’ha dato al Milan. Ora è qui, e ne vedremo delle belle. Ci volevano pure dare Vellios, il Greco. Gratis. Ma come noto Timeo Danaos et dona ferentes.”
“Alea iacta est, professore.” si compiace il Civ.
“Pugnet e gazausa.” dice Monari “Si può avere un po’ di pane?”
La Orlandi passa la parola alla Moretta.
“Sono arrivati moltissimi messaggi. Tutti a favore di Baraldi.”
“Vero.” dice Bortolotti.
Stab chiude il blocco con la vignetta. Altro disegno. Stavolta, inaspettatamente, con le due torri che parlano. Una dice “Il mercato è chiuso.” L’altra risponde “Peccato, ci servivano le pere.”
La Orlandi increspa le labbra. Poi chiama la pubblicità e vomita fuori onda.
Franco Sport sparge simpatia nell’etere. I telespettatori più moderati lanciano il telecomando ad altezza uomo.
La trasmissione immaginaria ricomincia.
“Parliamo della situazione societaria.” riprende la Orlandi.
“Quale società?” si domanda Pellerano.
“Dicevo, parliamo del Bologna società. Qual è la situazione dopo i problemi della scorsa settimana? Mercoledì, nuovo cda? Ci spiega, Consorte?”
“Non so’ Dieco, non ti spieco.” dice Consorte “So’ Ciofann, mettiti nei miei pann.”
“Bè, Porcedda ha fatto un bel casino, si potrà dire questo…” suggerisce Bortolotti.
“Sì, ma…” dice suo zio.
“Io l’avevo detto.” ribadisce il Civ.
“Se ora in società c’è un cinese, non si potvebbe fav entvave anche qualche negvetto?” chiede Perani.
“I lettini a Fuerteventura costano meno che a Riccione.” puntualizza Nordio.
La Orlandi, ormai oltre ogni grado di sopportazione, passa la parola a Longo.
“Io non mi occupo di queste faccende, nel rispetto del mio ruolo. Leggo quel che si dice. E leggo che ci sarebbero troppi soci. Dunque mi interrogo, visto che come noto Melius abundare quam deficere.”
“Relata refero.” sogghigna il Civ “Scatarr. Riferisco ciò che mi è stato detto. Al bar. Con le cordate ci si impicca, bof.”
“Mumend mumend.” Interviene Consorte “Ormai è bleonastighe barlar de gordat. Son trend ann che stagg a Balagna, e sempr a parlar d gordat. Ogge come ogge, il Balagna ha una strutture solide. Ce stanno 124 socc e mezz. Zanette non ricapitalizz? Lo faranno gli altri e lui se ciappa lo sfilatino. Quanto a Barald, ho indagat…c’ha la terza media. E poi, si sploccane le fideiussion. Frappoc.”
“Sfrappole?” dice Monari “A me piacciono, le sfrappole.”
“Angelo Frappampina. Sì, sì. Bof. Classe ’56, nato a Bari.” Imperversa il Civ. “Arrivò al Bologna nell’82, presidente Fabbretti. Che andò in galera. E io l’avevo detto…”
La Mandini passa davanti alla telecamera con una siringa in mano.
“Stanno arrivando milioni di sms.” chiosa la Moretta “Sono tutti a favore di Pacciani.”
“Vero” dice Bortolotti.
La torre di destra della terza inattesa vignetta di Stab dice “Cosa ne pensi di Intermedia?”, “Quella che gioca a San Siromedia?” risponde quella di sinistra.
La Orlandi lancia la pubblicità mentre annoda con perizia un cappio di iuta.
I telespettatori più inclini al sadomaso sognano.
Ci manca solo Mazzoni, stasera, penso fra me e me, mentre scorrono gli spot con Daniele Piombi.
Ultimo blocco della trasmissione.
Sullo schermo, Mazzoni. In collegamento da Reggio Emilia.
“Volevo solo aggiungere che i Menarini hanno fatto bene. Benissimo. E hanno speso molto. Per senso civico. Dei benefattori…” dice.
La Orlandi spara al megascreen e il collegamento si chiude.
“Insomma…” dice Bortolotti “ I Menarini hanno fatto male, anzi malissimo. Ma ancora peggio Porcedda.”
“Porcedda non è pvopvio piaciuto ad Albevto.” commenta sorridendo Perani.
“E io che c’entro?” chiede Adalberto Bortolotti.
“No,” puntualizza la Orlandi “Marino diceva ad Alberto. Non Adalberto. Ad - Alberto. Staccato.”
“Cosa dice? Stocazzo?” sussurra il Civ a Nordio con voce da sirena da panfilo. Di fianco a lui, Nordio annuisce e sghignazza, sono tipo coppia dei vecchietti dei Muppets.
La Mandini passa sullo sfondo con le piastre del defibrillatore. “Libera” urla, “Libera”, tra una scossa e l’altra.
“Le associazioni. Parliamo delle associazioni.” torna a fare ordine la Orlandi “A che punto siamo?”
“Io mi ero preparato sulle obbligazioni e l’usucapione.” afferma Pellerano.
La Orlandi è al limite di una crisi di nervi in diretta nazionale. Per fortuna interviene Longo.
“Credo che lor signori, ed io con essi, debbano ascoltare l’ingegnere su questo tema. Ubi maior, minor cessat.”
“Ma un’opinione possiamo darla,” tuona il Civ “Cogito ergo sum!”
“A me un Petrus.” Dice Monari “Con due cubetti di ghiaccio.”
“Bastaaaa.” Urla la Orlandi. Poi, scavalla le gambe sullo sgabello, estrae una frusta dal reggicalze e la fa schioccare a mezz’aria, per tenere a bada gli ospiti.
A casa, migliaia di spettatori cercano disperatamente il tasto registrazione-rallenty, e i kleenex.
“So’ Gonsort, ne so a sacchi e a sport.” spiega l’Ingegnere “Le associazzzz.unale verament, stann antant ben. Gerte, le bbolemich non è che giann aiutate, ma confide nella generosità della gent de Balagna. E rigorde che la quot minime è gent eure, ma se uno ne medd cinguegent, pattecipa all’estrazzzzion d’una bigiclett co’ campio shimano…”
“Bazza, hm, bof.” si sente fuori campo.
Il clima si rasserena. Un po’.
“Ultimi messaggi da casa?” chiede la Orlandi.
“Sì, tantissimi, siamo a due miliardi.” dice la Moretta “E tutti a favore di Jack lo Squartatore.”
“Vero” dice Bortolotti.
“Stab?”
Viene inquadrata una vignetta che sorprendentemente ritrae le due torri che parlano.
“Ti associ?” dice quella di sinistra. “Assocmel !” risponde quella di destra.
Un tonfo assordante riempie lo studio.
L’inquadratura si allarga. Tutti i presenti sono stesi a terra, privi di sensi. Non hanno retto, troppo umorismo. Stab invece è sinistramente appeso al cappio della Orlandi.
Nero. Il video è nero. Ora.
In sovrimpressione scorre il messaggio: la trasmissione si chiude qui. Ci scusiamo per il disagio. Se tra di voi c’è un medico, mandatecelo. E vi ricordiamo che la Mandini è meglio dal vivo che in tv.
Sigla finale.
Gran bella puntata.
Non è successo niente. Facce di serpente.
Oddio, niente niente, no. In settimana l’amatissimo Baraldi ha spiegato perché Zanetti, e di conseguenza lui, abbandonavano il Bologna. Insieme. Che poi a uno viene il sospetto che siano una coppia di fatto, quei due, tanto sono legati. Un DI.CO manageriale. In sostanza, ha detto e scritto Baraldi, i conti del Bologna non sono regolari, sono sbagliati, c’è un buco di 9 milioni che lui, e solo lui, ha scoperto. Per questo motivo Carabinieri e Procura hanno sentito subito Zanetti, Baraldi e Consorte. Che in italiano magari forse non va benissimo, ma in matematica se la cava meglio, mi pare. Di certo meglio dell’Amministratore Delegato pretaporter, quello che nelle società in cui lavora resta giusto qualche mese, poi scoppia il casino, e un motivo ci sarà.
E infatti, il giorno dopo Baraldi ha smentito se stesso, ha detto che si era sbagliato. Nessun buco. Strano.
Domenica c’era la Roma, al Dall’Ara. Ma c’era anche la neve. Che per un bizzarro disegno del destino da qualche anno vien giù solo la domenica, solo nelle ore della partita, solo in concomitanza con le partite in casa. Sedici minuti giocati e sospensione. Sono soddisfazioni.
Il calciomercato di gennaio si è chiuso per il Bologna senza nulla da segnalare, sai che novità.
Lunedì sera c’erano le solite trasmissioni radiotelevisive a tinte rossoblu. Ma io faccio fatica a seguirle, se il Bologna non ha giocato. E’ come assistere a un dibattito sulle prestazioni sessuali di Belen. Non mi riguardano.
Insomma, quindi, che faccio, adesso? Come dicevo, facce di serpente, non è successo niente, e io cosa diavolo potrei scrivere, stavolta?
La fortuna di fare lo scrittore a tempo perso è quella di avere un po’ di fantasia. E allora me la gioco con quella. Invento, immagino, sogno.
Non dovendo commentare una partita che non si è giocata, non dovendo commentare il calciomercato che non c’è stato, non dovendo commentare l’uscita di Zanetti e Baraldi, che è storia vecchia ormai, la mia mente si è concentrata su piani diversi. Ho immaginato la trasmissione perfetta per un lunedì come quello di ieri, di nulla. Nella mia testa, una trasmissione del genere, messa in piedi per dibattere di niente, necessiterebbe di un nutritissimo plotone di ospiti autorevoli. Di una conduttrice. Di commentatori storici. Di umoristi affermati. Di una valletta ai messaggi da casa. Insomma, un cast d’eccezione, per un caso eccezionale.
Per la trasmissione immaginaria. Appunto. Così come la vorrei. Eccovela.
Lunedì 31 gennaio 2011. Ore 21.
Parte la musica, incalzante. Il Pallone nel 7, Edizione Speciale, in diretta sul digitale terrestre, sull’891 di Sky, su Radio Nettuno, in streaming. E pure nei cinema.
Le note della sigla sfumano, sullo schermo si nebulizza un elegante effetto foschia nei dintorni di Malalbergo, poi l’immagine torna nitida e appare un essere con sciarpa multicolore punto croce, piumino imbottito in dotazione ai reparti speciali delle Giubbe Rosse per gli inverni più rigidi, doppio orologio sincronizzato sul fuso orario di via Andrea Costa e Piazza Azzarita. In una mano, fazzoletto di cotone stropicciato, rigorosamente tenuto in favore di telecamera, il cui contenuto è databile solo al carbonio 14. Nell’altra mano, un post-it giallo con annotazioni in cirillico in corpo 1,5. Barba incolta che buca la sciarpa punto croce. Occhiale da sole a goccia molto in voga al Piper a inizio anni ‘70 e a casa Bocelli oggi, bulbo rigidamente pressurizzato all’indietro.
Il Civ comincia il suo punto. L’analisi dei fatti. Gli occhi fissi sul foglietto giallo.
“Buonasera, hm, bof. Che dire di ieriii? Non si doveva giocare. Non si dovrebbe MAI giocare se nevica. Per rispetto dei giocatori, della regolarità del campionato, degli spettatori e della Convenzione di Ginevra. E qui…ne avrei delle cose da dire….Io le partite rinviate a Bologna dal dopoguerra me le ricordo tutte! Ma andiamo avanti. Bof, scatarr. Baraldi se n’è andato. Zanetti anche. Hanno detto che c’erano i bilanci messi male. Malissimo. Ma pare, mi si dice, mi raccontavano al bar, che non sia vero. E io l’avevo detto! Giammai Baraldi a Bologna, nemmeno con Zanetti! Mica come quei pistola dei tifosi che lo volevano…Io l’avevo detto, da subito! E Zanetti ha fatto una figuretta, avevo detto anche questo, il 23 dicembre.
Del 2003. Perché io lo sapevo…”
Il Civ guarda severo la telecamera. Poi riabbassa gli occhi, ma sbaglia mano, va su quella del fazzoletto.
“Caccola, caccola, caccola. Ah, no, bof, scusate. Mercato: non è arrivato nessuno. Si, vabbè, Montelongo, un altro uruguagio…hm, bof…sei meno meno, non conta nulla. E se lo prendeva Baraldi era Montebaraldi...passatemi la battuta, e contava ancor meno, io l’avevo detto. Bene. Insomma. Serviva una punta che facesse Goal. Go-al. Faremo senza. Come sempre.
Le Associazioni. Hm, bof, sgrunt. Io non metto un euro, ma mi pare un’idea buona. Anzi, strampalata. L’avevo detto. E infatti hanno raccolto poco, avevo detto che raccoglievano poco, io… E per ora mi fermo qui. State benone. Scatarr.”
Altra sigletta, più corta.
Di nuovo dissolvenza. Stavolta con effetto bruma al largo delle Orcadi. L’inquadratura è larga, sullo schermo tutto lo studio e tutti i presenti. Poi si stringe verso il centro.
La conduttrice, Sabrina Orlandi, è ripresa in primo piano. Minigonna foglia di fico, calza con riga posteriore anni quaranta, camicetta allacciata dal quarto bottone, collana di perle, trucco curato. E sul cuore una spilla in argento con la scritta Ecco, oggi mi sento femmina, non so se avete notato.
Gli spettatori da casa hanno notato. Qualche migliaio di tifosi maschi deglutiscono all’unisono davanti al video e lo schiocco delle epligottidi sincronizzate è un tuono che frusta l’aria di Bologna e provincia.
La Orlandi presenta la ricchissima platea di ospiti, disposta ad emiciclo. La telecamera si sposta e scarrella. Gli spettatori urlano Noooooo, tutti insieme. Poi si asciugano la bava nella manica della camicia con consumata noncuranza.
Le riprese indugiano sugli ospiti. Alla destra della Orlandi ci sono, nell’ordine: Marino Perani, Rita Mandini (e qui l’attenzione degli spettatori registra un nuovo picco d’ascolti), Alberto Bortolotti, Adalberto Bortolotti, Giancarlo Monari, Ferdinando Pellerano.
Immagine di nuovo sulla Orlandi, poi ancora sugli ospiti, quelli di sinistra: Giovanni Consorte, il già visto Civolani, Oddone Nordio, Carmine Longo. In un angolo sono relegati Alessandra Moretta (ennesimo innalzamento dell’attenzione da casa) con un pc davanti per leggere i messaggi dei tifosi, e il vignettista Stab.
Si inizia.
La Orlandi si issa su uno sgabello. Accavalla. Nelle case, i bolognesi fanno la ola.
“Direi di fare un primo giro di opinioni sulla partita di ieri,” dice la Orlandi “o meglio, sulla non-partita di ieri. Era giusto fermarla, come diceva il Civ prima, oppure…”
“Mah, è sempve abbastanza difficile in queste condizioni…” inizia Perani “pevò la neve ha un pvegio. Si vedono meglio i negvetti. Visaltano!”
“Chi è che ci salta?!” chiede baritonalmente il Civ.
Un secondo d’imbarazzo, poi interviene la Mandini, nel ruolo improvvisato di badante. In sovrimpressione si legge Margherita Mandini. Eccitazione e stupore, a casa.
Alberto Bortolotti concorda col Civ. “Assurdo giocare,” dice “io però credo che non fosse neve. Era la forfora di Porcedda. Che come noto è un cialtrone, tanto per ribadire.”
“Io l’avevo detto.” incalza il Civ.
“Neve? Quale neve?” chiede Pellerano.
Adalberto Bortolotti torna sul tema, ribadendo “Ancora più assurdo iniziare a giocare, poi sospendere.”
Nordio fa una mezza battuta sulla differenza di clima con le Canarie, poi inizia a raccontare fotogramma per fotogramma le sue vacanze. Per fortuna si intromette Consorte.
“Meglio ghiarir e subbete. Lo spalamend d iero, c’è costate cicca 200.000 eure. Così suddivise: 80.000 a Zanetto, 110.000 gli attri socc, più un aumed de gapitale di 10 euro a fiocco delle associazzz…iunale veramente…Tutt’appost.”
“O’ clima è nel grembo di Gggiove.” gli fa eco Longo.
“Smunch. Chi mi paffa il parmigiano’” chiosa Monari “Graffie, burp.”
“Stab, hai una vignetta sulla neve di ieri?” chiede la Orlandi.
Le telecamere inquadrano un originalissimo disegno delle due torri. Quella di sinistra dice “Visto che neve?”, quella di destra risponde “Un tempaccio per tutti, ma non per Totti”. Risate di cortesia.
“Alessandra, ci sono dei messaggi?”
“Sì” risponde la Moretta “ sono tutti a favore di Zanetti. Con lui non è mai nevicato.”
“Vero.” sottolinea Bortolotti.
“L’avevo detto”. Dice il Civ.
“Pubblicità.” rilancia la Orlandi.
L’inquadratura si ferma qualche secondo su di lei, sgabellata di tre quarti. Trepidante e ormonale saspens degli spettatori. L’immagine si ingrandisce, si ingrandisce, si ingrandisce. Alla vigliacca, sullo schermo appare all’improvviso la signora Rosa, della Nautica Nettuno. Effetto secchiata gelida in zona pelvica. Rattrappimento e castigo.
Di nuovo Pallone Nel 7.
Secondo giro di opinioni. Si parla di mercato. Di Montelongo.
“Ah, è arrivato qualcuno?” chiede stupito Pellerano.
“M’ha dette Lonco, di cui mi fide giecamend, che Montelonc è fotte…” si sbilancia Consorte.
“Chi è che fotte?” tuona il Civ “No perché io, nel ’44, negli accampamenti degli alleati, andavo a farmi regalare i preservativi…Gold-One! E’ da lì che…”
“Sì, Civ, lo sappiamo…” dice la Orlandi, poi fa un cenno d’intesa alla Mandini. La telecamera la inquadra mentre conta le gocce che scendono da un flacone. Poi attraversa lo studio e passa il bicchiere al Civ.
“Praticamente il Bologna non ha fatto mercato, ma non si può criticare la società per questo. Come non l’avrei criticata con dentro Zanetti. Per coerenza. Ah, volevo aggiungere che questa situazione è colpa di Porcedda.” asserisce Alberto Bortolotti.
“Capisco la coerenza…ma se c’era Zanetti un po’ di mercato era giusto pretenderlo.” puntualizza suo zio.
“Il mercato a Gran Canaria lo fanno il giovedì.” annuncia Nordio.
“Sì, ma questo Montelongo può fave tutta la fascia? Pevchè io a questo punto pvopovvei un bel 3-5-2…” dice Perani.
“E vabbuò.” spiega Longo. “Danari non ne avevamo. E allora occorreva materia griggia per muoversi, il famoso cerebro panellenico. Io avevo bloccato Rodriguez, ad esempio. Poi l’Augusto Console Baraldi ha bloccato la cosa e lu guagliò l’avimm perse. Per quanto attiene a Montelongo, questo era il miglior laterale dell’intero continente sudamericano. Poi ha subito un grave infortunio e sto fesso di Paco Casal l’ha dato al Milan. Ora è qui, e ne vedremo delle belle. Ci volevano pure dare Vellios, il Greco. Gratis. Ma come noto Timeo Danaos et dona ferentes.”
“Alea iacta est, professore.” si compiace il Civ.
“Pugnet e gazausa.” dice Monari “Si può avere un po’ di pane?”
La Orlandi passa la parola alla Moretta.
“Sono arrivati moltissimi messaggi. Tutti a favore di Baraldi.”
“Vero.” dice Bortolotti.
Stab chiude il blocco con la vignetta. Altro disegno. Stavolta, inaspettatamente, con le due torri che parlano. Una dice “Il mercato è chiuso.” L’altra risponde “Peccato, ci servivano le pere.”
La Orlandi increspa le labbra. Poi chiama la pubblicità e vomita fuori onda.
Franco Sport sparge simpatia nell’etere. I telespettatori più moderati lanciano il telecomando ad altezza uomo.
La trasmissione immaginaria ricomincia.
“Parliamo della situazione societaria.” riprende la Orlandi.
“Quale società?” si domanda Pellerano.
“Dicevo, parliamo del Bologna società. Qual è la situazione dopo i problemi della scorsa settimana? Mercoledì, nuovo cda? Ci spiega, Consorte?”
“Non so’ Dieco, non ti spieco.” dice Consorte “So’ Ciofann, mettiti nei miei pann.”
“Bè, Porcedda ha fatto un bel casino, si potrà dire questo…” suggerisce Bortolotti.
“Sì, ma…” dice suo zio.
“Io l’avevo detto.” ribadisce il Civ.
“Se ora in società c’è un cinese, non si potvebbe fav entvave anche qualche negvetto?” chiede Perani.
“I lettini a Fuerteventura costano meno che a Riccione.” puntualizza Nordio.
La Orlandi, ormai oltre ogni grado di sopportazione, passa la parola a Longo.
“Io non mi occupo di queste faccende, nel rispetto del mio ruolo. Leggo quel che si dice. E leggo che ci sarebbero troppi soci. Dunque mi interrogo, visto che come noto Melius abundare quam deficere.”
“Relata refero.” sogghigna il Civ “Scatarr. Riferisco ciò che mi è stato detto. Al bar. Con le cordate ci si impicca, bof.”
“Mumend mumend.” Interviene Consorte “Ormai è bleonastighe barlar de gordat. Son trend ann che stagg a Balagna, e sempr a parlar d gordat. Ogge come ogge, il Balagna ha una strutture solide. Ce stanno 124 socc e mezz. Zanette non ricapitalizz? Lo faranno gli altri e lui se ciappa lo sfilatino. Quanto a Barald, ho indagat…c’ha la terza media. E poi, si sploccane le fideiussion. Frappoc.”
“Sfrappole?” dice Monari “A me piacciono, le sfrappole.”
“Angelo Frappampina. Sì, sì. Bof. Classe ’56, nato a Bari.” Imperversa il Civ. “Arrivò al Bologna nell’82, presidente Fabbretti. Che andò in galera. E io l’avevo detto…”
La Mandini passa davanti alla telecamera con una siringa in mano.
“Stanno arrivando milioni di sms.” chiosa la Moretta “Sono tutti a favore di Pacciani.”
“Vero” dice Bortolotti.
La torre di destra della terza inattesa vignetta di Stab dice “Cosa ne pensi di Intermedia?”, “Quella che gioca a San Siromedia?” risponde quella di sinistra.
La Orlandi lancia la pubblicità mentre annoda con perizia un cappio di iuta.
I telespettatori più inclini al sadomaso sognano.
Ci manca solo Mazzoni, stasera, penso fra me e me, mentre scorrono gli spot con Daniele Piombi.
Ultimo blocco della trasmissione.
Sullo schermo, Mazzoni. In collegamento da Reggio Emilia.
“Volevo solo aggiungere che i Menarini hanno fatto bene. Benissimo. E hanno speso molto. Per senso civico. Dei benefattori…” dice.
La Orlandi spara al megascreen e il collegamento si chiude.
“Insomma…” dice Bortolotti “ I Menarini hanno fatto male, anzi malissimo. Ma ancora peggio Porcedda.”
“Porcedda non è pvopvio piaciuto ad Albevto.” commenta sorridendo Perani.
“E io che c’entro?” chiede Adalberto Bortolotti.
“No,” puntualizza la Orlandi “Marino diceva ad Alberto. Non Adalberto. Ad - Alberto. Staccato.”
“Cosa dice? Stocazzo?” sussurra il Civ a Nordio con voce da sirena da panfilo. Di fianco a lui, Nordio annuisce e sghignazza, sono tipo coppia dei vecchietti dei Muppets.
La Mandini passa sullo sfondo con le piastre del defibrillatore. “Libera” urla, “Libera”, tra una scossa e l’altra.
“Le associazioni. Parliamo delle associazioni.” torna a fare ordine la Orlandi “A che punto siamo?”
“Io mi ero preparato sulle obbligazioni e l’usucapione.” afferma Pellerano.
La Orlandi è al limite di una crisi di nervi in diretta nazionale. Per fortuna interviene Longo.
“Credo che lor signori, ed io con essi, debbano ascoltare l’ingegnere su questo tema. Ubi maior, minor cessat.”
“Ma un’opinione possiamo darla,” tuona il Civ “Cogito ergo sum!”
“A me un Petrus.” Dice Monari “Con due cubetti di ghiaccio.”
“Bastaaaa.” Urla la Orlandi. Poi, scavalla le gambe sullo sgabello, estrae una frusta dal reggicalze e la fa schioccare a mezz’aria, per tenere a bada gli ospiti.
A casa, migliaia di spettatori cercano disperatamente il tasto registrazione-rallenty, e i kleenex.
“So’ Gonsort, ne so a sacchi e a sport.” spiega l’Ingegnere “Le associazzzz.unale verament, stann antant ben. Gerte, le bbolemich non è che giann aiutate, ma confide nella generosità della gent de Balagna. E rigorde che la quot minime è gent eure, ma se uno ne medd cinguegent, pattecipa all’estrazzzzion d’una bigiclett co’ campio shimano…”
“Bazza, hm, bof.” si sente fuori campo.
Il clima si rasserena. Un po’.
“Ultimi messaggi da casa?” chiede la Orlandi.
“Sì, tantissimi, siamo a due miliardi.” dice la Moretta “E tutti a favore di Jack lo Squartatore.”
“Vero” dice Bortolotti.
“Stab?”
Viene inquadrata una vignetta che sorprendentemente ritrae le due torri che parlano.
“Ti associ?” dice quella di sinistra. “Assocmel !” risponde quella di destra.
Un tonfo assordante riempie lo studio.
L’inquadratura si allarga. Tutti i presenti sono stesi a terra, privi di sensi. Non hanno retto, troppo umorismo. Stab invece è sinistramente appeso al cappio della Orlandi.
Nero. Il video è nero. Ora.
In sovrimpressione scorre il messaggio: la trasmissione si chiude qui. Ci scusiamo per il disagio. Se tra di voi c’è un medico, mandatecelo. E vi ricordiamo che la Mandini è meglio dal vivo che in tv.
Sigla finale.
Gran bella puntata.
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