Il tifoso del Bologna è un tifoso che da circa cinquant’anni non vince lo Scudetto, duole ricordarlo, ma è così. Con il passare del tempo, pertanto abbiamo sviluppato caratteristiche del tutto particolari che nessuna altra tifoseria ha mai avuto. In fondo siamo l’unica squadra italiana che abbia mai vinto uno scudetto allo spareggio, e siamo forse anche l’unica squadra mai uscita dalla Coppa dei Campioni a causa del sorteggio con la monetina. Per questi motivi, siamo tutti caustici, cinici, ironici e sarcastici, alle volte anche e soprattutto con i nostri giocatori. Peggio di San Tommaso, non crediamo se non vediamo. Per questo motivo siamo perennemente sospesi tra sogno e realtà, tra desideri infiniti, e realtà che alle volte sono state davvero insopportabili. Sappiamo che ogni cosa ci può capitare sia in bene che in male, sappiamo che probabilmente ci toccherà vedere qualche altro scarpazzone indossare la nostra maglia, così come sappiamo anche che magari un giorno non distante anche Messi forse potrebbe indossarla (se Baggio l’ha indossata, perché Messi no?)
. Ci è capitato di tutto e di più, sia nel bene che nel male e per questo sappiamo che nulla ci può essere precluso
Cerchiamo comunque di tracciare l’identikit del tifoso del Bologna tipo.
IL CAMPIONE CHE TUTTI VORREMMOTutti sognamo che un grande campione, un grande talento indossi la maglia del Bologna. Che caratteristiche dovrebbe avere il giocatore tipo che sogniamo possa indossare la nostra maglia? Classe cristallina, tocco di palla felpato, finte ubriacanti o un tiro al fulmicotone? La verità è che il tipo del giocatore preferito dai tifosi, è un giocatore alla RenatoVilla o alla Paramatti. Giocatori dalle storie incredibili, partiti dal nulla o quasi, per poi riuscire a giocare ai più alti livelli calcistici.. Villa per esempio giocava nell’Orceana, era alto 1,98, poi a forza di portare in giro pesi, nel suo lavoro di magazziniere era gradualmente calato di statura, fino a raggiungere l’altezza di un metro e un tappo., Fatto teoricamente deprecabile per un difensore centrale, se non che gli si abbassò il baricentro in una posizione tale che la sua velocità di base aumentò in maniera esponenziale (da 0 a 100 in 7 secondi e 8 decimi, nei giorni belli). Questo fu il suo segreto per i recuperi incredibili che riusciva a fare sugli attaccanti avversari! Quando Villa marcava Maradona, il Maradona sembrava Wil Coyote e il Villa nostro ci ricordava il miglior Beep Beep. E Paramatti, lo vogliamo ricordare il coro “Gioca bene, o gioca male Paramatti in Nazionale!!”. Giocava nella nazionale senza filtro dei disoccupati, il gradino successivo della sua carriera sarebbe stato il centro di recupero di San Patrignano. Aveva già ipotecato il monolocale, quando il Bologna si ricordò di lui, e lui con la nostra maglia giocò stagioni indimenticabili, fino addirittura a riuscire a segnare nella semifinale della Coppa Uefa disputata contro l’Olympique Marsiglia. Ma certo non disdegniamo di vedere giocare con i nostri colori un talento dalla classe cristallina, Baggio per esempio, ancora non ce lo siamo dimenticati. E non ci potremo di certo dimenticare neppure di Beppe Signori. “Che ci frega di Ronaldo, noi c’abbiamo Beppegol, beppegol!!”.
Campioni veri che hanno indossato la nostra maglia nel passato, così come nel presente, abbiamo l’orgoglio di vedere indossata la nostra maglia da Marco Di Vaio. Poi però il tifoso rossoblù ha anche la peculiarità di innamorarsi di giocatori davvero atipici, magari esotici, sicuramente campioni improbabili. E così a distanza di anni ci ritroviamo ancora a versare una lacrima di nostalgia per il compianto Eneas de Camargo, o per le giocate funamboliche di Dyego Rocha Coelho (ci mancano davvero tanto i suoi palleggi nell’intervallo).
GLI ANEDDOTI DA STADIO
Ogni tifoso del Bologna che si rispetti ha almeno una decina di aneddoti da stadio. Di quelle partite che lui c’era. Partite irripetibili, con episodi che mai prima di allora, e mai più successivamente sarebbero accaduti su un campo di calcio.
Aneddoti spesso inventati o magari solamente esagerati. Allo stadio potreste essere avvicinati da tale Busnelli che vi racconterà di quella volta in cui: “Ti ricordi di quella volta che il Pascutti segnò di testa in tuffo, fregando il tempo a Burgnichche c’hanno fatto la foto che si vede che si butta in tuffo. Beh io c’ero, avrò avuto 7 anni, ed ero proprio dietro ai tabelloni pubblicitari. Pascutti dopo aver segnato nell’esultare si avvicinò, e io ci diedi a lui la mia bottiglia di Oransoda dalla quale si dissetò. C’ho ancora la bottiglia vuota di Oransoda a casa!”
O magari vi potrebbe avvicinare talaltro Stupazzoni che vi potrebbe dire di quella volta che: “Lo vedi quel segno nella balaustra sotto la curva, che si è piegata l’armatura di metallo. Era l’inverno del ’76, e io mi trovavo proprio li dietro, Quel giorno bisogna sottolinearlo c’era il campo bagnato, non ho mai vista così tanta acqua ad una partita del Bologna, c’erano persino la protezione Civile e la Guardia Costiera schierati ai bordi del campo., Pinone Lorenzo scivolò su un pozzangherone micidiale entrò in testacoda, decollò, e diede una craniata proprio la contro. Un miracolo che sia ancora vivo oggi. D’altra parte Pinone non sapeva toccare granchè il pallone, ma c’aveva un fisico d’acciaio inossidabile!!”
Voi a questo punto potreste cercare di eccepire che il Lorenzo in questione nel ’76 non giocava nel Bologna, e forse non era nemmeno nato, ma questi aneddoti vengono raccontati con tale trasporto e tale amore, che diviene davvero difficile contraddire gli artefici di questi racconti.
Sempre Stupazzoni comunque rincara la dose: “Era il campionato 78-79 quello della penalizzazione. Pinone Lorenzo arrivò a tutta birra, caricando la leva del suo piede destro per tirare un tiro fenomenale. Purtroppo ci mise troppa potenza, e i tacchetti letteralmente si staccarono dalle suole delle sue scarpe, finendo nei distinti. Mio zio Ermente era la, e proprio in quel momento stava urlando FORZA BOLOGNAAAA, … ne inghiottì una decina. Cagarli poi fu una impresa difficoltosissima perché Pinone era solito mettere su i tacchetti del 18!!”
Ma ecco Busnelli che ne racconta una eclatante: “Era l’85, partita Bologna Spal, gli spalti erano murati e non si trovava parcheggio da nessuna parte. Così presi il coraggio a quattro mani, infilai in contromano Via De Coubertin, a tutta birra! Gli amici intanto avevano sistemato una rampa proprio di fronte alla torre di Maratona. Imboccai la rampa ad una velocità incredibile, e presi il volo, per poi atterrare pari pari sulla Torre. Avevo finalmente trovato parcheggio!!! Lo stadio intero mi tributò 8 minuti di applausi ininterrotti, ed io per accontentarli tutti nel mi esibii in un bis cantando l’Aida ed imitando la voce di Pavarotti!! Inutile dirlo fu un autentico trionfo personale!!!”
“Sei proprio un dilettante!” rimbrotta a questo punto Stupazzoni risentito: “Te pensa che il Pinone Lorenzo, nel campionato 88-89, si parcheggiò autonomamente in area di rigore, per poi non spostarsi più per tutta la stagione!!”
LA CONGIURA DELLE POLVERI
No qui non si parla ne di Guy Fawkes nel del 5 novembre, di cui tutti sicuramente avrete appreso dalla visione del Film “V per Vendetta”.
Qua si parla delle polveri che domenicalmente vanno ad imbrattare i giubbotti, i soprabiti ed anche i jeans all’altezza dei fondoschiena dei tifosi che hanno l’ardire di provare a sedersi sui seggiolini dello stadio.
In particolare i tifosi impiastricciti sono quelli che frequentano il settore dei distinti (settore formato notoriamente dai culipesi), che sono soliti vedersi la partita da sedere, mentre ogni tifoso di curva che si rispetti la partita la segue rigorosamente e religiiosamente in piedi.
Da qualche stagione a questa parte i seggiolini, autonomamente emettono polveri che si attaccano in maniera drammatica agli abiti dei frequentatori domenicali dello stadio. Polveri che probabilmente potrebbero non fare bene alla nostra salute, e sicuramente ancor meno al conto della lavanderia.
Singolare il caso di tale Bertolini di Funo, che una volta alzatosi da sedere ha visto formarsi sulla parte posteriore del suo giubbotto nero l’immagine della sacra sindone. Da studi approfonditi sembra che tale immagine si sia formata contermporaneamente ad un rilancio sbagliato di Zenoni, che provocò una delle più grosse esplosioni di bestemmie simultanee sugli spalti. La Sacra Romana Chiesa sta prendendo tempo sul da farsi e sta studiando questo caso in maniera approfondita. Inutile dire che i tifosi rossoblù si stanno interrogando sul fatto se sia più meno legittima la santificazione di Zenoni.
IL SOGNO SUPREMO
Ogni tifoso rossoblù, almeno una volta nella vita ha sognato il cosiddetto “Sogno Supremo del Tifoso del Bologna!”
Normalmente tali accadimenti avvengono dopo una cena a base di Peperonata, oppure antiche ricette cucinate da una zia alla lontana di Ozzano Emilia che erano 15 anni che non la si vedeva, e per l’occasione ha cucinato per voi qualcosa di speciale.
Il sogno di solito ha una trama intricatissima, e comporta sofferenze indicibili ed indicibili momenti di tripudio e gioia per poi ripiombare nella più profonda agonia. Il tifoso del Bologna durante il Sogno Supremo urla (anzi sarebbe più giusto dire ulula), declama la Divina Commedia (senza svegliarsi ovviamente), urla almeno un paio di volte il nome di Sandoni (forse una mezzala che negli anni ’60 ha vestito i nostri colori).
Poi all’alba stremato ma felice, in un lago di sudore e con le lacrime che gli cadono dagli occhi, il tifoso del Bologna finalmente si sveglia
e declama la famosa frase:
“Cesira (ogni tifoso rossoblù che si rispetti ha una moglie che si chiama Cesira), Cesira l’ho sognato, ho sognato che vincevamo lo scudetto!!!”
“E si!!!” la risposta sibillina e tagliente della moglie non si fa attendere “E io ho sognato che la Menarina vinceva il premio Oscar come migliore Attrice!!!!”
Nella prossima puntata vi parlerò del mio personale Sogno Supremo, per il momento vi saluto ragazzi, av salut, alla prossima!
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