IL BLOG

Questo Blog ha lo scopo di cercare di fare ridere (o almeno sorridere) in un campo, quello del calcio Bolognese, ormai troppo serioso e di riportarvici un po' di satira e di autoironia tipiche della tradizione di quella Bolognesità ormai assopita.

È un mezzo per esprimere la propria creatività ed è aperto a tutti quelli che ne vorranno fare parte. Basta avere due credenziali:
- tifare Bologna
- sapere fare ridere.

Quindi non ve ne abbiate, cari calciatori, dirigenti, giornalisti (del Bologna, ma anche Avversari) se ogni tanto Vi prendiamo in giro.

Se non ci fate sorridere lasciate almeno che ci proviamo noi!!

FORZA BOLOGNA SEMPRE!!!

sabato 7 maggio 2011

"A ME GLI OCCHI"

La vita e la partita viste da Wanda Nerd con gli occhi dei nostri campioni .
Questa settimana Wanda ci mostrerà il mondo con gli occhi di Daniele Portanova.



Daniele PortaBuona

"Io son vincente... Non voglio più perde... Non possiamo più perde... Aoh... DOBBIAMO VINCE!"
"Daniele! Daniele! Svegliati! Stai urlando!" gli fa notare la moglie Antonia. "Sono le tre di notte, i ragazzi dormono. Non urlare Danié!".
"Amò, scusame. Ma ho fatto un sogno tremendo..." le risponde con un tono troppo dolce per essere quello di Portanova. Anche il fedelissimo bulldog, Diego, avverte della tensione, così con un saltino un po' goffo ed un bofonchio quasi rantolante, salta sul petto di Daniele e gli da un bel leccotto.
Sembra quasa gli voglia dire: "Dai, raccontaci tutto, che poi starai meglio!".
Daniele si prende la leccata in faccia, accenna un sorriso, ed inizia.
"Mò amore, te dico...
Me trovavo all'epoca dei Romani e stavo dentro ar Colosseo. Era pieno de ggente! Cioè sembrava de sta a l'Olimpico! Anzi c'era più casino! Gente che urlava! Come pazzi te dico. Amò, 'na robba incredibbile!".
"Ma Danié, che ci facevi nel colosseo? Il leone?... Dai scherzo. Vai avanti." lo sfotte con tenerezza Antonia.
Daniele, mentre accarezza la capocciona di Diego, ricomincia il racconto: "Te dicevo... Persone da tutte le parti. Migliaia di anime incavolate, come se fossero insoddifatte. Sembrava volessero qualcosa da me!
Allora me guardo e che te vedo? Nella mano destra c'avevo 'na spada, in quella sinistra 'no scudo ed ai piedi dei sandali scomodissimi. Poi mi pareva di sentire freddo ar culo e sai che c'avevo addosso? Un gonnellino! Cioè non una gonna da donna, ma una roba corta, a metà coscia... 'Nsomma ero vestito da gladiatore!
Ed in quel momento capivo tutto. Cioè io ero lì per combatte, tutti quelli sugli spalti erano lì a vede me. Per vederme vincere!!".
"Daniele, abbassa la voce! Dormono tutti... Anzi, non proprio tutti." Esita la sempre più paziente mogliettina, vedendo Manolo, il primogenito, entrare in camera.
"Mamma, papà... Di cosa parlate? Mi avete svegliato...".
"Che ti avevo detto Daniele... Piccolo mio, vieni qui. Il papà mi stava raccontando una storia, una storia sui gladiatori.".
"Che figata!!! Posso sentirla anch'io? Posso? Posso?" supplica tutto esaltato Manolo.
"Mmm, è tardissimo... Vabbè, salta dentro al letto! Ma poi si dorme va bene?" Gli dice dolcemente la mamma.
"Sì, sì. Sarò bravo.".
Il fanciullo si mette tra mamma e papà ed accarezzando Diego, aspetta che il racconto ricominci.
"Dov'ero rimasto? Ah, sì... Allora dicevo che il gladiatore nel Colosseo ero io, tutti ad aspetta' che facessi quarcosa.
Così, fiero e fortissimo, urlavo: «Mi chiamo Daniele Decimo Meridio,
Comandante dell'esercito del Bologna,
Generale delle Legioni Felsinee
Servo leale dell'unico vero imperatore, Marco Di Vaio... >>
Tutti stavano a urla' e ad applaudirme! Era bellissimo!! Poi io continuavo il mio discorso, ed ad ogni parola in più la folla era sempre più esaltata, più contenta, cioè peggio che allo stadio! Te posso giurà!!!" Daniele inizia ad infervorarsi, Manolo pure, persino Diego è sull'attenti!
"Poi cosa succede? Cosa hai fatto?" chiede tutto curiso il fanciullo.
"A quel punto me so' sentito osservato, cioè me guardavano nun so quante persone, ma prima nun m'era mai capitata quella sensazione. Strano vero? Allora mi giro... E lì dietro di me ce stavano du omini, così alti e grossi da sembra' bbestie, du giganti!
Questi me vengono incontro! Armati con spada e scudo, mentre urlano così forte che potevo vedere le loro vene del collo pulsare. Teribbili. Ma io rimango fermo. Stoico. E senza paura li affronto."
"E chi ha vinto papà?"
"Ah... Questo nun lo so... Cioè sembrava che stessi per perde, però nun accennavo ad arrenderme, dopo me so' svegliato..." svela Daniele. "Ao' il mio papà gladiatore" replica Manolo, figo
lo dico ai miei amici eh Papà? Posso raccontarlo?"
"Dije, dije a l'amici tua, però a Mano', dije tutto ma nun dije che papà tuo c'aveva er gonnellino.

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